Giuro non l’ho fatto apposta, semplicemente è successo per
colpa del maledettissimo flusso causa-effetto in cui mi trovavo in quell'infame novembre del 2004; insomma io ero li, lui era li, io ero incazzato e lui pure, voleva spaccarmi la faccia e io volevo spaccarla a lui. E insomma non è colpa
mia se lì di fianco c’era un vaso di coccio vuoto che è finto fra le mie mani e
poi nel giro di un istante si è spaccato sulla sua testa.
Si spacca sempre qualcosa attorno a me.
Insomma, da giovane una volta mi sono messo con E., era
una di quelle cose che si fanno da giovani e d’estate, solo che a differenza
dal solito con questa qui, in breve, ho iniziato a provare disagio. Non so bene
neanche io perché, lei non faceva niente di male ma boh, semplicemente le cose
non funzionavano. Credo fosse perché era tranquilla, cioè tutta carina, tutta
posata, tutta giusta, tutta bilanciata, non c’aveva un cazzo di slancio
distintivo che fosse uno e io, che sono ‘bilanciato’ ma neanche troppo,
c’avevo problemi di interfaccia e divertimento e passione mi sa.
In breve, brevissimo, non ci cercavamo più, di persona
stavamo insieme un po’ come due estranei: dialoghi da fermata del bus e tra noi
c’era la stessa tensione fisica che di solito provo nel derivare una funzione
di costo.
È finita che eravamo sul divano a casa sua e mi stava
parlando di una sua amica e niente, distrutto dall'indifferenza mi sono alzato,
le ho dato un bacio sulla guancia e le ho detto ‘ciao’. Non ha
fatto una piega, neanche mezza reazione. Niente.
Mi ha guardato andarmene senza
nemmeno muovere un muscolo.
Mi hanno detto che si è laureata in filosofia.
Vomitando dalla finestra del terzo piano ho capito che
qualcosa non va.
Qualcosa di grosso intendo.
Vomitando dal terzo piano hai tempo di capire con calma
cosa sta succedendo rispetto a quando vomiti e basta.
Voglio dire: un paio di
secondi di cascata li hai tutti e, se sai come funziona la vomitata normale, ti
sembra che tutto vada a rallentatore. Non che tu possa farne chissaché di
tutto quel tempo sospeso, del resto se stai vomitando fuori dalla finestra del
terzo piano non è che si possa pretendere chissà quale lucidità o capacità
decisionale o abilità nel problem solving in un contesto di rischio, però io,
ecco, in quei secondi li ho deciso che qualcosa non va.
Peraltro non ho ancora deciso nulla su come sistemare
quel qualcosa che non va, ma conto di decidere tutto il da farsi con la
prossima sbornia, magari proprio mentre starò
guardando giù dal terzo o quarto o quinto piano, perché no.
La quantistica e la relatività c’hanno spiegato
un sacco di cose assurde, cose cosi enormemente spaziali e stringhe così
infinitesimali da essere della stessa dimensione ma mai a misura d’uomo; ora,
dato che ci siamo…non è che magari possiamo mettere in pausa questi studi qui un attimino e, nel
mentre, trovare un modo di aiutare fassino?
La cosa più figa è che tutti quelli che hanno letto “Una folta lista di cui non mi frega un cazzo.” e mi conoscono anche di persona
dopo avermi chiesto se è una cosa vera (sì) non considerano nemmeno per un
istante l’ipotesi che applichi questa cosa anche a loro, si limitano a ridere
ed a scherzarci su.
Dementi.