Magazine Diario personale

Ho visto Eva Kant uscire da un locale per scambisti.

Da Bibolotty

Ho visto Eva Kant uscire da un locale per scambisti. Certo che è un incubo. Una di quelle esperienze che poi rimani single a vita. Cosa? Ah, sì, giusto, pensavo a un rapporto di monogamia assoluta e di frequentazione obbligatoria a vita. Riflettevo su una specie di ergastolo in una bellissima villetta a Clerville. Lo so, sarò lapidata pubblicamente. È che dimentico ogni volta quella quantità enorme di persone che distingue romanticamente tra fare l’amore e fare sesso, che il cinismo è un luogo che grazie a dio non tutti pratichiamo e infine, la possibilità che alcuni saranno così fortunati da ascoltare violini per sempre senza mai distogliere il pensiero, la parola e l’azione dall’amato coniuge. La mia è solo invidia, scusate, chiedo venia. Comunque, chi volesse può anche provare ad avventurarsi con me in certi ragionamenti e cercare di capire il mio punto di vista.
Tranquillizzati i perbenisti “duepuntozero” –alcuni dei quali scrivono DM sconvenienti alle signorine-, ribadisco che per me sarebbe un vero incubo la frequentazione così assidua di un uomo. Solo un punto di vista, per carità, che poi i dati sul divorzio rafforzino la mia teoria, non ha nessuna importanza.  Penso che, nonostante una vita fatta di rapine, gioielli favolosi, lingotti d’oro, rubini grossi quanto prugne, ville favolose in costa azzurra, trappole e inseguimenti mozzafiato sulla splendida Jaguar e-Type, l’avrei già lasciato. Non potrei mai amare un uomo solo e per così tanti anni, uno di cui, tra l’altro, nemmeno conosco il nome di battesimo e che nemmeno mi garantirà un mantenimento equo se dovesse innamorarsi della cameriera moldava ventenne. Visto che non credo proprio siano sposati. O se l’hanno fatto, giusto perché le Giussani dovevano rimediare a un problema di censura, si sono uniti sotto pseudonimo nella chiesetta del paese, e quindi, se anche fossero a posto davanti a Dio, finirà che la povera Eva si troverà a settant’anni senza nemmeno la possibilità di avere accanto a sé una badante.
E come lo chiama lei, nel momento dell’amore? Ma al di là di questo dubbio un po' infantile, ciò che veramente m’impensierisce è la noia cui i due sfuggono da anni, dato che poi, la maggior parte dei giochi da tavolo, almeno quelli più divertenti, sono per un minimo di quattro persone. Mettendomi nei loro panni credo che, terminato il ragionevole periodo di passione, e che forse, visti i pericoli cui vanno incontro a ogni uscita in edicola, sarà durato un paio di anni in più che per noi comuni mortali, credo che al primo calo di desiderio si siano accontentati di comuni maschere. Decidevano di incontrarsi in un locale pubblico, magari in un negozio di dischi o in supermercato, e di sorprendersi al banco della carne o della frutta con indosso facce diverse, abbigliamento e un modo di fare completamente distante da quello solito.
Lei, di nobili natali, ha avuto anche fantasie un po’ trucide. Forse, “Lui”, si è  travestito da idraulico, da uomo di fatica, da carbonaio, camionista e militare, presentandosi alla porta di casa con le scuse più fantasiose. Forse, gli ha anche domandato di travestirsi da poliziotto per fare certa roba più hard con manette, una volta ogni tanto, è chiaro, anche solo per ricordare il rapporto di sottomissione che li legava all’inizio, quando lui era il Re del terrore e lei eseguiva alla lettera ogni suo ordine. È possibile che abbiano discusso a lungo quando lei lo pregava, nell’intimità della villetta di Clerville, di travestirsi da Ginko per incontrarsi poi nel locale più trandy del paese, lì davanti a tutti.  Anche perché due così, che nonostante siano pieni di soldi continuano a fare rapine tra botole mortali, fiamme esplosive, aghi narcotizzanti e gas soporiferi, hanno qualcosa che non va. Di certo, per accendersi, cercano il brivido intenso. Almeno a giudicare da ciò che le sorelle non ci hanno mai mostrato e che accade sicuramente dopo il bacio dell’ultima striscia, una volta chiuso il fumetto e riposto in libreria.
Qualche volta, e sarà successo, credetemi, Diab si è infilato una maschera da supefigo per andare a caccia da solo. Anche perché il marchio da fedifrago già ce l’ha, visto che per sole tre uscite, è stato fidanzato con una tale Elisabeth Gay. Lo stesso avrà fatto Eva, che d’altra parte ha dalla sua un’immagine bella trasgressiva, quando lui andava in trasferta per studiare il colpo. Suvvia, non scherziamo! Non si può bastare a se stessi per tanti anni. Un’esistenza ha pur bisogno di confronti, di novità, di una boccata d’ossigeno ogni tanto! E che c’è di male in qualche digressione innocente...
Allora credo che l’unica sia stato il ricorso allo scambio di coppia. Perché a leggere articoli e interviste, pare che le coppie di scambisti sono quelle che, proprio perché scelgono la condivisione totale dei desideri erotici, non si lasciano mai. Chi rinuncerebbe a un partner che ci asseconda in tutto e con il quale si va d’accordo in tutto? Questa è una teoria che, non gli fosse venuta in mente, potrebbe anche essere una svolta per il loro rapporto, casomai mi leggessero girando per Blog tanto per ammazzare il tempo tra un tweet e l’altro. Perché cos’altro possono fare due fumetti condannati a vivere assieme e amarsi per l’eternità?


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