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Hockey su ghiaccio: a Bolzano scudetto e un pizzico di nostalgia

Creato il 13 aprile 2012 da Demi84 @anisport

13 aprile 2012 di Lascia un commento

Hockey su ghiaccio: a Bolzano scudetto e un pizzico di nostalgia

Bolzano e Val Pusteria sul ghiaccio del Palaonda

HC Lupi Val Pusteria contro HC Bolzano Foxes: vincitori della regular season contro secondi classificati, valle contro città, lupi contro volpi. Tutti esauriti i 2050 posti della Leitner Solar Arena di Brunico per gara1 e gara3, ben 5200 spettatori presenti sugli spalti del Palaonda di Bolzano in gara2 e tanto pubblico anche per la partita che è valsa ai biancorossi lo scudetto numero 19, raggiunto senza mai perdere nei playoff. Chi segue questo sport sa bene che affluenze di queste dimensioni da troppo tempo non sono ormai più la norma. Il movimento, dopo il periodo d’oro degli anni ’90, è piombato infatti in un periodo di crisi profonda che solo una finale così poteva momentaneamente rianimare.

Val Pusteria-Bolzano non è stata una finale come le altre, ma un derby geografico e di cultura (a Brunico, a differenza del capoluogo altoatesino, la madrelingua prevalente è il tedesco), Davide contro Golia, zero scudetti contro diciotto. Tornare a vedere gli spalti gremiti e a respirare un’atmosfera di questo tipo, ha di certo portato molti amanti di questa disciplina indietro nel tempo, a quando nella massima serie italiana pattinavano giocatori di fama mondiale. Come se non bastasse prima dell’inizio di gara2 i bolzanini hanno visto scendere sul ghiaccio, per un tributo, una vecchia conoscenza: Igor Maslennikov. Il russo è stato vincitore, con la maglia biancorossa, di quattro scudetti consecutivi, un Alpenliga e un Torneo 6 nazioni dal 1993 al 1998. Un’icona che Bolzano non ha dimenticato dedicandogli un lungo applauso. A molti sulle gradinate è venuto da sussurrare all’amico vicino un “ti ricordi?” che la dice lunga.

Hockey su ghiaccio: a Bolzano scudetto e un pizzico di nostalgia

I biancorossi festeggiano il 19° scudetto

La qualità del gioco espresso dalle due squadre nei quattro incontri di finale non è stata poi del mediocre livello a cui ci si era abituati ultimamente. I match si sono rivelati indecisi fino alla fine (seppur la serie si sia chiusa sullo 0-4), i giocatori ci hanno messo agone e massimo impegno, si sono sentiti sani sfottò sulle tribune, ma sempre con rispetto. Il pubblico ha apprezzato e in cuor suo, uscendo dal palazzetto, avrà di certo sperato che non sia stato un fuoco di paglia, che l’hockey su ghiaccio italiano si possa seriamente risvegliare dal lungo letargo in cui è piombato. I più ottimisti ci credono davvero e vedono nella recente promozione in A1 del Milano dopo quatto anni di purgatorio, un altro segnale positivo a cui aggrapparsi. Staremo a vedere. Per ora rendiamo onore alle due squadre per aver dato una scossa all’ambiente e per averci riportato, per un attimo, indietro nel tempo.

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