A quali traguardi è giunto l'essere umano grazie all'impiego di elementi quali cervello, creatività e curiosità? Quali strade avrebbe potuto percorrere in più, qualora avesse cercato di spingere i suoi limiti un po' oltre rispetto al livello ( fino ad ora) raggiunto?
Quali potenzialità ha saputo sfruttare in termini evolutivi, raggiungendo opere e scopi di enorme rilevanza per il futuro della propria specie ( ma non solo)?
Quali limiti hanno permesso invece all'essere umano di compiere veri e propri attentati alla propria astronave Terra, parimenti alle specie animali e vegetali che su essa dimorano?
La marcia evolutiva ( ed eternamente in corso) attraverso quali passi ha reso e rende possibile la stesura di un ' bilancio' finalizzato al calcolare se l'essere umano sia o meno stato utile al pianeta Terra? Attraverso quali ' voci' è possibile attingere per ( cercare di) ridefinire il percorso che ha portato l'umanità ad arrivare fino al punto odierno?
Gli spunti non possono mancare, per un'analisi corretta è necessario ( cercare di) pesare ogni singolo elemento utile per la discussione. A questo proposito fornisce qualche spunto interessante il libro " Homo faber - Storia dell'uomo artefice alla preistoria alle biotecnologie", scritto a quattro mani da Edoardo Boncinelli e Galeazzo Sciarretta e pubblicato da Baldini&Castoldi.
L'intento del libro appare chiaro e lucido sin dalla copertina:
" L'aspetto del fare è il più importante nella storia umana, essendo quello che nel tempo ha concretamente migliorato le condizioni di vita degli uomini, aiutandoli nella loro eterna lotta contro la fame, la fatica, le malattie e il dolore; perfino nel procrastinarne la morte!"
Definendo un percorso fatto di penalizzazioni evolutive fisiche rapportate inevitabilmente ad aggiuntive peculiarità mentali, per l'essere umano è stato oggettivamente possibile lasciare un impronta grande sul pianeta che lo ha visto ( fino a quando?) attore fra i protagonisti.
Il punto più importante di tutta l'analisi svolta ha riguardato, non a caso, i puri aspetti del fare e del produrre qualcosa:
"[...] nel presente libro abbiamo [...] voluto porre l'attenzione sul momento del fare, cioè sull'attitudine dell'uomo a concepire e realizzare oggetti, oppure a escogitare tecniche e processi per adattare di volta in volta la materia agli scopi ritenuti utili o necessari.
E' la storia dell'uomo artefice - homo faber - che cerca di far fronte alla necessità, di superare ostacoli, di realizzare aspirazioni, di concretizzare i propri sogni. [...]"
L'idea di far parte della razza degli homo faber può aiutare a capire quali e quanti passi in avanti siano stati fatti in certi settori, proprio per rendere merito a quell' eterna lotta precedentemente definita. Le scelte e le ragioni che hanno da sempre caratterizzato questo viaggio dovrebbero essere assolutamente degne di attenzione, di controllo e di studio costante:
"[...] Siamo abituati a concepire la Storia come il susseguirsi sanguinoso di imperi e dinastie.
Ma il cammino dell'uomo può essere studiato anche in ambiti specifici del suo impegno - nell'arte, nella filosofia, o nelle scienze. Questo libro propone una chiave [...] attraverso cui 'ricapitolare' la storia dell'umanità,: quella che vede l'essenza del nostro genere nell'essere artefice.
Perché, a pensarci bene, dietro ogni passo dell'uomo c'è sempre un'invenzione o un manufatto che ha avuto nei secoli imprevedibili sviluppi. Dall'agricoltura è nata la produzione di tessuti.
Metallurgia e alchimia sono gli antenati dell'odierna chimica.
Non ci sarebbero state scoperte di nuovi mondi senza i progressi nella navigazione oceanica, e senza i primi aerei di legno non saremmo sbarcati sulla Luna. Dalla clava come arma siamo arrivati all'atomica, e dal libro stampato alla comunicazione multimediale. [...]"
Cosa ha significato, alla fine del percorso, cercare di ambire al titolo di ' artefice'?
A questa domanda cerca di rispondere, in maniera tanto complessa quanto importante, la stessa opera in questione:
"[...] Diventare artefice ha significato per la nostra specie cambiare le regole del 'grande gioco' della vita, non subire passivamente le circostanze, prendere in mano il proprio destino. [...]"
I campi attorno a cui si è cercato di analizzare la strada percorsa sono molti, parimenti alla complessità sia della società che del mondo contemporanei:
- Strumenti decisivi per favorire la transizione da primate ad essere umano;
- Soddisfazione delle prime necessità, promuovendo agricoltura e stanzialità rispetto al nomadismo iniziale;
- Storia dell'abbigliamento e del lavoro, coerentemente con l'accrescersi delle complessità contemporanee;
- Evoluzione a forze variabili, cercando di superare i propri limiti biologici;
- (Cercare di) Dominare la materia, inseguendo un punto di equilibrio e conoscenza fra metallurgia, alchimia e scienza;
- Adoperandosi per l'arte del movimento, fra terra e mare;
- Evoluzione delle armi e degli strumenti di attacco/difesa, dalla clava alla bomba atomica;
- Fra salute e longevità, cercando una 'ricetta' per vivere più a lungo;
- Evoluzione delle sensibilità e dei sentimenti, cercando di dare un volto ai colori della vita;
- Ambizioni forse impossibili da soddisfare, cercando di imitare gli uccelli in volo per sfuggire alle proprie naturali limitazioni;
- Sfida all'evoluzione umana fra percezioni, illusioni ed (inevitabili?) inganni con cui convivere;
- Discussioni e traguardi da raccogliere su pensiero umano, intelligenza ed informatica;
- Connessione globale v/s comunicazione universale, inseguendo sviluppi e risolvendo contraddizioni;
- Progettare la vita, nell'epoca di progresso e biotecnologie;
- Immaginare l'uomo che verrà, fra futuro da sostenere e probabile trans-umanesimo da controllare attentamente.
Sullo sfondo, evitando di prevedere un sempre tanto incerto quanto precario futuro, qualche consapevolezza di fondo riguardo all'importante ruolo assegnato/conquistato/rivestito dall' homo faber:
"[...] Gli homo faber [...] hanno imparato a sfruttare con sempre maggiore consapevolezza le potenzialità di questo insieme di conoscenze, ideando, sviluppando e producendo in grande quantità attrezzi, macchine, materiali e metodiche, atti a perseguire i loro molteplici scopi, e a conoscere sempre meglio le leggi della natura. Abituati come siamo a fruire di tutto questo, forse non ci rendiamo conto di quanti e quali benefici comporta e di come ha migliorato la nostra vita [...]"
Anche sbagliando si è imparato, quindi. O almeno si spera.