L'archivio dovrebbe essere il tempio della memoria: a volte può esserne la tomba. La storia di Emil Otto Hoppé fu letteralmente sepolta per quarant'anni in urne di scaffali e faldoni. E la storia della fotografia si dimenticò quasi del tutto di un uomo che fu uno dei più celebri fotografi della prima metà del Novecento, ammirato e conosciuto quasi come i più famosi soggetti dei suoi ritratti: da Einstein a Mussolini, da Kipling a Huxley, da Pound a Nijinskij. Mica male per un ragazzo tedesco votato ad una carriera da impiegato di banca. Fu l'amore, incontrato nel 1902 prima di partire per un impiego in Cina, a fermarlo a Londra, dove incontrò la fotografia. Ebbe un successo travolgente, il suo pantheon di volti illustri è immenso. Ma negli anni Venti lasciò la comodità dello studio per mettersi in viaggio con le nuove fotocamere leggere per ritrarre il mondo. Amico intimo di G.B. Shaw, ne condivideva l'idealismo progressista ed era affascinato dalla seconda rivoluzione industriale e dai suoi scenari. Quelli che fino al 3 maggio il Mast di Bologna ci mostra attraverso una scelta di duecento delle sue eccezionali immagini, con il significativo titolo Il segreto svelato.
Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, India, Australia... La Seconda guerra mondiale sorprese Hoppé in Polonia. Tornò a casa, affranto per non poter continuare ad arricchire il suo bottino. Nel 1957, settantaseienne, lo cedette a un'agenzia fotografica commerciale, quella che definiremmo un'agenzia di stock. Che compì il delitto archivistico: disperse migliaia di immagini nei propri schedari, classificandole solo per soggetto. E così, frantumata, l'opera di Hoppé s'inabissò per tutti fino al 1994, vent'anni dopo la morte dell'autore, quando un curatore attento le recuperò una ad una e restituì loro la visibilità che meritano. Le fotografie di industrie sono una scoperta nella scoperta. Pochi come Hoppé intuirono il senso di affascinante, minacciosa potenza di quegli organismi, in grado di forgiare gli strumenti per il benessere dell'umanità come per il suo sterminio.Per tutte le info: www.mast.org