Horror, eros e indipendenza: il cinema secondo Jess Franco

Da Treasures
Mi ci sono imbattuta per caso. Cercavo spunti su Salvador Dalì e Gala e non so come, mi sono trovata su un blog che parlava del film La casa de las mujeres perdidas, ed è stato come guardare attraverso il buco di una serratura e da lì intravedere un mondo, proibito e sconfinato, nascosto dietro a una porta di legno.

Quel mondo che mi si è aperto, è il cinema di Jess Franco. Un cinema fatto di donne, di sangue e di corpi, di musica jazz e atmosfere oniriche: un cinema che nasce libero, originale e fatto a mano, fuori dalle logiche delle grandi majores del cinema, impossibile da catalogare in un genere specifico. Ecclettico e trash, romantico e avventuroso, il cinema di Franco è irriverente e fuori dagli schemi. Uno spirito nato per fare cinema, il suo! Fin da piccolo, Jesùs (il suo vero nome) giocava con una scatola di cartone, utilizzandola come una cinepresa; i suoi migliori amici erano Mabuse, Frankenstein e Dracula. Voleva intrattenere, divertire, eccitare, fare quello che il cinema fa, insomma: raccontare con la cinepresa.




Figlio di un devoto del Generalissimo e proveniente da una famiglia di musicisti e critici cinematografici, lui, da sempre avverso alla dittatura, studia musica e giurisprudenza. Si laurea, da bravo ragazzo. Poi si iscrive alle scuole di cinema a Madrid e a Parigi, dove ha la possibilità di guardare tutti i film censurati dal regime Franchista. Inizia a girare i suoi, di film, a crearli interamente: li scrive, li recita, li fotografa, li monta, li doppia e li dirige. Essendo un musicista, spesso e volentieri li musica anche! Per non doversi sottoporre alle censure, lascia la Spagna del regime, affina le sue tecniche: lavora anche con Orson Welles, che lo contatta per il Flastaff dopo aver visto il suo La muerte sibla un blues.

Cineasta eclettico e inafferrabile, cavalca tutti generi, li mischia, li interpreta e li rende cinema. Mescola  con disinvoltura il poliziesco e l'horror, la fiaba gotica e il comico, la critica sociologica e il divertissement più puro. Nessuna presa di posizione intellettuale, ma cinema come cibo, come acqua per un pesce. I suoi budget sono sempre bassissimi, i tempi di registrazione serratissimi, le produzioni sottocosto e artigianali, le location all'aperto, soprattutto in Italia e in Germania, dove lavora con Klaus Kinsky, Jack Palance e Romina PowerEh già...se vi dicessi che Romina Power ha debuttato nel '68 in un film di Franco ispirato al Marquis De Sade, mi credereste?
Fareste bene a credermi, perché è proprio così! Si tratta di Justine, tratto dall'omonimo romanzo del Marchese: Romina Power fu "caldamente consigliata" a Franco dalla produzione del film, che intendeva promuovere la giovane attrice, figlia degli attoroni americani Linda Christian a Tyron Power, in Italia. Convinto dal suo faccino angelico, Franco la prese per interpretare il ruolo di Justine, e fu una decisione pagata a caro prezzo...il commento di Franco su Romina: Romina era incapace di intendere e, pertanto, di interpretare un essere masochista, e per questo dovetti cambiare una sceneggiatura (in origine splendida) per trasformarla nel racconto delle avventure di una bambina idiota che si perde nel bosco del terrore. Noi la vedremo innocente, ladra, travestita, truffata e appesa mezza nuda nella camera delle torture... Che dire...imperdibile! 


A 81 anni appena compiti e una filmografia sterminata - più di 190 film al suo attivo - Jess è ora un signore schietto e un po' sdentato, che continua a girare film dalla sua sedia a rotelle, con gli occhi che gli brillano: il suo lavoro è stato rivalutato, lui, insignito di premi e riconoscimenti, e oramai considerato un regista di cult movies. Paragonato a Roger Corman e a Walerian Borowczyk, accostato a Mario Bava e a Lucio Fulci, nelle interviste ride, si definisce semplicemente uno che dato vita alla sua  passione, quella per il cinema. Lo ha fatto girando tantissimi film, filmando come voleva, quello che voleva, a modo suo, e lo ha fatto scegliendosi come compagna una delle sue attrici culto, Lina Romay, da quarant'anni insieme. La Romay divide il titolo di musa del regista insieme a un'altra attrice bellissima: Soledad Miranda, tragicamente scomparsa nel fiore della bellezza e del successo, un vero talento naturale che ha dato corpo a fiabe erotiche e horror come il film, unanimemente considerato il capolavoro di Franco, Vampyros Lesbos. Tra le locations: Istanbul! Non aggiungo di più...




Citare tutti i film di Franco è impossibile...sono troppi! E trovarli non è affatto semplice... Io sto ancora cercando La isla de las mujeres perdidas, nota anche con il titolo Perversiòn en la isla perdida (che è tutto un programma) e il Necronomicon, a quanto pare, una sorta di Vertigo portato agli estremi... Orientarsi in questa filmografia sterminata e magmatica è piuttosto complicato, anche perché il nostro li ha firmati a volte con il suo nome, a volte con pseudonimi, oltre trenta tra cui Clifford Brown, Jess Franco, James P. Johnson, Maxime Debest, Robert Zinnerman, Betty Carter...

Un tipo così o lo si ama o lo si odia, è chiaro. Per me è stato amore, per la sua straordinaria forza visiva, per la vitalità, l'originalità e il gusto di armonizzare le musiche con i luoghi delle narrazioni, per il fascino e la genuinità che sanno trasmettere.


I fans del cinema di Franco sono moltissimi: vi consiglio di dare uno sguardo a due bellissimi blog a lui interamente dedicati, uno in lingua inglese, I'm in a Jess Franco state of mind e uno in lingua spagnola, El Franconomicon. Segnalo anche, per ulteriori approfondimenti, il recente volume di Francesco Cesari: Il caso di Jesùs Franco, 2010, ed. Granviale.
Lunga vita a Jess! 

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