Horror Nights: Le origini della gothic novel

Creato il 28 ottobre 2013 da Linda Ferrando

Strano ma vero questo blog ha anche dei momenti di serietà o almeno parvenza della stessa. Oggi, per esempio, facciamo un po’ di storia. Prima di parlare delle origini della gothic novel mi piacerebbe partire dalle origini del romanzo, un genere indipendente che nasce nel Regno Unito agli albori del XVIII secolo. Due furono i fattori che permisero al romanzo di diffondersi e di arrivare a conquistare il mondo a discapito della poesia: lo svilupparsi della stampa che diventa sempre più veloce ed economica e i progressi dell’alfabetizzazione che fa sì che molte più persone, anche di ceto medio-basso, riescano a leggere e scrivere. I primi romanzi spesso sono epistolari (Pamela e Clarissa di Samuel Richardson), diari di viaggi e biografie di avventurieri (Robinson Crusoe di Daniel Defoe), di satira e umoristici.

Da questi generi se ne sviluppano altri due che riusciranno a sostituirsi del tutto ai precedenti: il romanzo storico e il romanzo gotico (verrà chiamato “gotico” solo a posteriori ricordiamocelo!). Quest’ultimo nasce come un genere inizialmente abbastanza codificato che, grazie all’immenso successo, si è poi evoluto creando anche altri nuovi generi come la fantascienza. Gli elementi costanti che caratterizzavano la gothic novel alla sua nascita sono diversi:

  • l’ambientazione in posti remoti, considerati all’epoca esotici, come l’Italia o la Grecia ma anche il Polo Nord o le Alpi e quasi sempre in castelli medievali o conventi con passaggi segreti, un numero infinito di stanze, cripte e boschi nei dintorni;
  • l’atmosfera densa di ansia e angoscia che coinvolge il lettore terrorizzandolo;
  • la protagonista è – ahimè – quasi sempre una donnina piuttosto stupida ma sempre bellissima e soprattutto innocente, molto spesso perseguitata da signorotti dei castelli o da villici con cattive intenzioni;
  • la forte presenza del soprannaturale; in particolare il Male viene rappresentato come non umano, proveniente da un’altra dimensione e che trova una forma in fantasmi, mostri, giganti, spiriti malvagi ma anche profezie e credenze popolari che si avverano;
  • la netta divisione tra personaggi buoni e personaggi cattivi senza sfumature nel mezzo.

Grande fautore del genere fu Horace Walpole col suo Castello di Otranto (1764), seguito poi dai Misteri di Udolpho di Ann Radcliffe (1794) e Il vampiro di John William Polidori (1819) che influenzerà moltissimo il capolavoro di Bram Stoker Dracula pubblicato quasi un secolo dopo. Dello stesso periodo di Polidori bisogna citare anche Mary Shelley che con Frankenstein (1818) cambia alcune delle convenzioni tipiche della gothic novel dando un’origine umana al Male e fondando la science fiction.

 

Nel XIX secolo il genere si evolve notevolmente andando a trattare tematiche in cui l’elemento umano è molto più presente: il romanzo si fa più introspettivo e va a scandagliare le paure dell’umanità ma anche le malattie psichiche dell’uomo. Eccoci nell’era del grande Edgar Allan Poe, ma anche del famosissimo Lo strano caso del dottor Jeckill e del signor Hyde di Stevenson. Un secolo dopo troviamo Lovecraft con i suoi mondi spaventosi fino ad arrivare all’immenso panorama dei giorni nostri di cui spero di aver dato un’idea generale con questo speciale Horror Nigths.

Per capire meglio le origini di questo genere da me molto amato mi sono cimentata nella lettura di due di questi gran classici: Il castello di Otranto e Il vampiro. Nel primo, essendo il precursore del genere, tutti gli elementi sopra elencati persistono. In modo particolare l’ambientazione è davvero perfetta: un castello con passaggi segreti, caverne e grotte nei boschi e anche un convento. Indubbiamente si è trattato di una lettura abbastanza pesante ma la brevità e – diciamocelo – la voglia di scoprire quale dei protagonisti sarebbe morto è stata forte. [SPOILER! Ad onor di cronaca muore la donnina stupida, ovviamente non dopo aver chiacchierato per ore nonostante la morte imminente]

Una cinquantina di anni dopo Polidori, Byron e i futuri coniugi Shelley si ritrovano in una villa nei pressi di Lucca per le vacanze estive (verrà ricordata come l’estate della paura). A causa della pioggia incessante iniziano a leggersi e raccontarsi storie di fantasmi finchè Byron sfida gli amici a scrivere il racconto di paura più bello. Fu così che nacquero splendidi classici come Il vampiro e Frankenstein.

In cinquant’anni lo stile cambia notevolemente e cadono anche alcune caratteristiche tipiche tanto che i protagonisti sono addirittura uomini! Inutile dire che fu Polidori a inaugurare la figura del vampiro non tanto come mostro ma come aristocratico ben vestito che si infiltra nella società alla ricerca di allettanti gole femminili. Impossibile non immaginarsi pure lui con la faccia e gli occhialini tondi di Gary Oldman!

Concludo con un passo di quest’ultimo così da potervi fare un’idea sullo stile:

Il passo lieve di Iante accompagnava spesso Aubrey nella sua ricerca di antichità, spesso, mentre inseguiva una farfalla del Kashmir, fluttuando come se fosse trascinata dal vento, mostrava inconsapevolmente tutta la bellezza del suo corpo allo sguardo attento di lui, il quale dimenticava la lettera appena decifrata su di una tavoletta quasi cancellata dal tempo nella contemplazione della sua figura di silfide. Spesso le trecce le ricadevano sulle spalle, mentre volteggiava leggera, mostravano ai raggi del sole tonalità così delicatamente luminose e rapidamente cangianti, da giustificare la negligenza dell’archeologo, il quale dimenticava quell’elemento che poco prima aveva ritenuto di tale importantza per la giusta interpretazione di un passo di Pausania. Ma perché cercare di descrivere un fascino che tutti percepivano, eppure nessuno poteva valutare? Era l’innocenza, la gioventù e la bellezza non contaminate dai salotti affollati e balli soffocanti.


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