Il regista Massimo Stinco affronta il tema di petto (e con una certa dose di ironia) entrando direttamente in camera da letto, esponendo i corpi dei protagonisti (depurati da qualsiasi finalità erotica e intento “scandaloso”), lasciando entrare l’amore solo come luce riflessa e mettendo in bocca agli attori i dialoghi insulsi della quotidianità e i botta-e-risposta della chat.
Ricky, l’houseboy protagonista, cacciato di casa perchè omosessuale, si appresta a passare un solitario Natale newyorchese a guardia della casa dei “padroni”. Quando scopre che quest’ultimi sono intenzionati a sostituirlo con un nuovo “giocattolo”, dà il via ad una parabola discendente a base di sesso che, grazie ad un incontro inaspettato, vira improvvisamente verso un lieto fine inaspettato e consolatorio. [l. m.]