Ultimamente ho letto un articolo in cui si parlava di capelli rossi. A quanto pare i portatori naturali di chioma fulva si stanno estinguendo...In compenso stanno aumentando le rosse "innaturali".
La fase "mi tingo i capelli di rosso" sembra accompagnare da sempre la vita delle donne. (La mia non è ancora finita).
Perciò da un pò avevo deciso di diventare rossa (altre donne della mia famiglia hanno avuto lo stesso pensiero xD).
Farlo in modo chimico non l'ho nemmeno preso in considerazione sia per il costo che per l'effetto per niente salutare.
Grazie a mia cugina ho provato l'hennè e mi sono trovata davvero bene! Il costo è irrisorio ed è del tutto naturale.
Breve storia sull'hennè (tratto da Catherine Cartwright-Jones)
Le donne e gli uomini orientali si servono da sempre dell'hennè.
Gli hammam erano luoghi affascinanti e rilassanti dove la gente si recava per passare la maggior parte del giorno e dove era possibile non solo occuparsi della propria igiene personale, ma anche stringere amicizie, aggiornarsi sul gossip, ricevere un massaggio e uno shampoo. Uomini tutti agghindati pettinavano la loro barba e capelli e per le occasioni speciali li tingevano con hennè e indigo. Alcuni viaggiatori occidentali, tuttavia, inorridivano nel trovarsi i capelli, la barba e i baffi insozzati di quella fanghiglia verde e non potevano fare a meno di urlare al barbiere: "Fermo! Cos'è questo fango?" Quando il "fango" veniva risciacquato essi si rendevano conto che i capelli bianchi erano scomparsi e che la loro chioma risultava sana e lucente e riportavano l'esperienza vissuta nei loro diari di viaggio. Essi però non sapevano nulla su quella fanghiglia verde eccetto che si chiamasse hennè.
L'ingresso agli hammam non era del tutto libero: c'erano giorni riservati agli uomini e giorni riservati alle donne. Alle donne, in particolare, era richiesto di andare all'hammam almeno una volta al mese per purificare il loro corpo dopo il ciclo mestruale. La notte prima di recarsi all'hammam, preparavano le loro miscele speciali di hennè e indigo, che avrebbero applicato l'indomani su capelli, polpastrelli, unghie e piante dei piedi con l'aiuto di mani esperte. [...]Con l'intensificarsi delle relazioni commerciali tra i paesi europei e la Turchia, grazie all'espansione coloniale, l'hennè iniziò ad essere esportato in Europa insieme a tappeti, thè ed altri beni di lusso. Le donne che popolavano gli harem del Medioriente venivano percepite nell'immaginario europeo come creature misteriose e sensuali, tanto affascinanti quanto irraggiungibili, selvagge e desiderabili al contempo.
Le donne europee ed americane divoravano i romanzetti "pulp" ambientati nell'Oriente esotico, che sorprendevano e solleticavano la loro immaginazione rendendole desiderose di una vita piena di lussuria, ricchezza, passione e di qualsiasi altra cosa trovavano mancasse nelle loro vite. [...]
Le donne europee più ardite iniziarono a tingere i loro capelli con l'hennè a partire dalla seconda metà del XIX secolo e iniziarono nello stesso periodo a sperimentare la pittura delle unghie e delle piante dei piedi: in questo modo potevano avere proprio quel fascino che credevano fosse tipico della vita delle donne mediorientali. Si adagiavano su tappeti persiani e turchi, si circondavano di oggetti orientali e assumevamo egocentriche posture esotiche. [...]
Durante il tardo periodo Vittoriano e nel primo periodo Eduardiano le donne facevano crescere i propri capelli sfoggiandoli in chignons, acconciature raccolte e ciuffi e molte di loro utilizzavano l’hennè per mantenere i capelli lucidi, lisci, folti e per coprire quelli grigi. [...]
Nei primi anni del 1900 le donne statunitensi desideravano tingersi i capelli con l’hennè, merce d’importazione esotica e difficile da reperire. Provarono perciò ad utilizzare tinte a base vegetale impiegate nell’industria tessile, ma non erano adatte per colorare i capelli poiché avevano bisogno di una bollitura e di additivi caustici. Provarono anche prodotti chimici, comprese le nuove tinture a base di catrame di carbon fossile utilizzate nell’industria tessile e nella tintura di pelli, come la Para-fenilendiammina, sostanze potenzialmente mortali. Nel febbraio del 1928, in seguito ad una serie di avvelenamenti accaduti a New York provocati da tinte contenenti Para-fenilendiammina, un fisico scrisse un articolo intitolato “Devo tingermi i capelli?” che apparse sulla rivista "Good Housekeeping". Il dottore affermò in modo perentorio che l’unico metodo sicuro per tingersi i capelli era l’hennè. Per questo motivo nel 1926 ci fu una modifica al Codice Sanitario della città di New York, finalizzata a proibire l’uso di sostanze chimiche pericolose contenute nelle tinte per capelli e nei cosmetici. Nonostante ciò le donne volevano continuare a tingersi i capelli e questa legge non ebbe molto successo. (cosa non si fa per essere belle e alla moda!) [...]
Durante gli anni 20 e 30 l'hennè e i mix a base di hennè, indigo e cassia (denominati anche hennè rosso, hennè nero e hennè neutro) e altre sostanze chimiche dominarono il mercato delle tinte per capelli, arrivando al punto di identificare tutte le tinte con la parola "hennè". Veniva venduto persino l’”hennè bianco”, che ovviamente non aveva a che fare con l’hennè vero e proprio, bensì consisteva in una polvere minerale bianca e alcalina da mischiare insieme al perossido in modo da ottenere un biondo platino sullo stile della divina “Jean Harlow".
I problemi di la salute che potevano essere causati da queste formule segrete, come pure i rischi legati alle condizioni non igieniche nelle quali avveniva applicata la tinta, portò alla creazione di regolamentazioni, corsi di formazione e emissione di licenze per i cosmetologi americani degli anni 30. Questo fu un bene perché preparò i cosmetologi a trattare più accuratamente sostanze chimiche potenzialmente pericolose, ma sfortunatamente favorì le tinture chimiche a scapito di quelle naturali, senza riconoscerne i potenziali effetti sulla salute. C’era una forte tendenza a “farsi scientificamente belle attraverso la chimica moderna” e man mano che le edizioni dei testi di cosmetologia venivano aggiornate, la conoscenza dell’hennè diminuiva, fino a ridursi a note brevi e poco accurate accompagnate da una forte raccomandazione: “evitare assolutamente”. Finché non c’era modo di dire cosa si trovasse in una scatola di hennè, l’avvertimento “evitare assolutamente” aveva un senso, perché molti degli additivi non citati reagivano disastrosamente con le tinture artificiali.Lucile Ball e altre bellezze di Hollywood tingevano i loro capelli con l’hennè puro quando se lo potevano procurare. L’hennè veniva esportato negli Stati Uniti dall’Egitto e non cresceva nell’emisfero occidentale (tranne che in pochi posti dei Caraibi, dove era coltivato da immigrati indiani). La fornitura di hennè negli Usa era scarsa e inaffidabile, e gradualmente cadde in disuso. [...]
Ad ogni modo i benefici dell’hennè venivano dimenticati a favore delle più economiche, maggiormente pubblicizzabili e sicuramente più remunerative tinture chimiche e i rischi ad esse correlati venivano ignorati.
L’hennè continua ad essere la tintura preferita nel Nord Africa, nella Penisola Arabica, in Oriente e nell’Asia del Sud, sebbene i prodotti di bellezza occidentali a base chimica siano preferiti da chi crede che “il moderno è sicuramente meglio”. Altri preferiscono l’hennè alle tinture artificiali perché è espressione della loro storia e della loro eredità culturale, oltre per il fatto che rende i capelli sani e bellissimi.
Ma veniamo a noi!
L'hennè che ho utilizzato è della marca Sitarama (lo trovate in erboristeria a € 6,00).Ho voluto provare prima l'hennè naturale-Cuivre, il colore era di un bel rossiccio naturale (quasi tendente all'arancio) ma siccome il mio intento era di averli molto più rossi e scuri ho rifatto l'hennè rosso intenso - Auburn (ha una percentuale di pigramato perciò non vi consiglio di farlo sempre).
Il colore risulta di un bel rosso piuttosto intenso con sfumature più chiare (grazie anche all'hennè Cuivre)