Il 28 agosto uscirà in vendita, in dvd e blu-ray, l’ultimo film realizzato da uno degli autori americani più autorevoli degli ultimi quarant’anni. Un’occasione per tornare a parlare nuovamente di un’opera tra le più importanti della passata stagione cinematografica.
Martin Scorsese gira il suo primo film in 3D tratto dal libro per ragazzi di Brian Selznick intitolato La Straordinaria Invenzione di Hugo Cabret. Il regista italo americano si cimenta dunque con la nuova tecnologia e si rivolge per la prima volta nella sua vasta filmografia anche al pubblico dei più giovani. Il film, vincitore di 5 premi Oscar, è un sentito omaggio al cinema delle origini ed in particolare a Georges Méliès, padre e inventore del genere fantastico.
Siamo nella Parigi degli anni Trenta nella stazione di Montparnasse dove vive Hugo, un ragazzino rimasto orfano dopo la morte del padre, che gli ha lasciato un curioso automa da riparare che necessita però di una chiave a forma di cuore per poter funzionare e “riprendere vita”. Deciso a trovarla per svelare il mistero che si cela dietro a questo automa scrivano, convinto che contenga l’ultimo messaggio che il padre gli ha lasciato, vivrà una meravigliosa avventura, aiutato dalla giovane Isabelle, portando infine alla luce un segreto che riguarda in realtà uno dei padri del cinema delle origini, finito nel dimenticatoio dopo lo scoppio della Grande Guerra. Questa in sintesi la trama di cui è bene non svelare troppo per non togliere allo spettatore il piacere della scoperta.
Scorsese s’ispira inizialmente, a livello narrativo, ai romanzi di Dickens ma prende ben presto un’altra direzione per omaggiare con grande rigore filologico il cinema degli albori e in particolar modo quello legato al fantastico.
Assolutamente immaginifiche, scrupolose e dettagliatissime le ricostruzioni scenografiche dei set dei film di Méliès ad opera di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che hanno ricevuto per il loro lavoro un meritatissimo Oscar. Così com’è incredibilmente fedele alla realtà la ricostruzione, sebbene romanzata, della vita (artistica e non) di Georges Méliès.
Durante la visione del film si riesce a percepire nettamente il grandissimo amore del maestro newyorkese per la Settima Arte e il suo inesauribile entusiasmo nel cercare di trasmetterlo agli spettatori, specie a quelli più giovani.
Attraverso l’uso del 3D Scorsese vuole suscitare nel pubblico quell’entusiasmo e quel genuino stupore, misto a terrore, che il pubblico di fine ’800 ebbe nel vedere le immagini di “L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat” dei fratelli Lumière, citato più volte nel film e omaggiato letteralmente nella scena del doppio sogno di Hugo in cui un treno irrompe nella stazione di Montparnasse travolgendo tutto e tutti.
Tantissime le sequenze magistrali e memorabili all’interno del film, così come le citazioni del cinema che fu: dalla fuga di Hugo, che si appende nel vuoto alle lancette della torre dell’orologio, per nascondersi agli occhi dell’ispettore ferroviario, proprio come accadeva a Harold Lloyd in Preferisco l’ascensore del 1923, alla scena in cui il protagonista s’intrufola con la giovane amica Isabelle in un cinema per assistere proprio alla proiezione di quel film.
Ottimo il cast, dal giovane Asa Butterfield, perfetto nei panni di Hugo ai fuoriclasse Ben Kingsley e Christopher Lee, alla tenera e dolce Emily Mortimer nel ruolo della fioraia di cui s’innamora l’ispettore ferroviario, interpretato da un Sacha Baron Cohen in gran forma in un ruolo per lui inedito, fino al convincente Michael Stuhlbarg che interpreta lo studioso e critico di cinema Rene Tabard con cui s’identifica Martin Scorsese che appare a sua volta in un piccolo cameo.
Il grande autore italo americano è tornato ai suoi grandissimi livelli, ispirato da una favola immaginifica sul cinema che delizierà gli adulti e farà sognare (finalmente) anche i bambini.
Boris Schumacher