Human Library – Quando il libro è umano e si fa leggere...

Creato il 30 settembre 2014 da Loredana Gasparri
Sapevate che i libri sono anche umani? Noi ci siamo fermati all’edizione cartacea, fatta di fogli tenuti insieme con rilegature e cuciture di vario genere, a quella digitale, in forma pdf o simile per sottilissimi lettori ultra-tecnologici da portare in tasca o in borsa. A Torino, venerdì scorso, 26 settembre, ho scoperto quasi per caso che sono anche umani. Nell'ambito dei cinque giorni di Torino Spiritualità, la cooperativa Progetto Tenda ha avuto la brillante idea di creare e gestire la prima biblioteca umana, inserendola in una cornice sontuosa come la Biblioteca Musicale Andrea Della Corte. Per una spiegazione più approfondita e informazioni più succulente sulle prossime iniziative dei libri viventi, vi rimando a questo bel link. E per seguire da vicino Human Library, affrettatevi a connettervi alla sua pagina Facebook. Non soffermatevi troppo sulle foto pubblicate nel post della biblioteca...lo smartphone fa quello che può, ma segnatevi il nome e cercate in Internet. O venite direttamente a Torino e ammirate questo gioiellino sui generis.
Per tornare all’iniziativa dei libri umani (che continuerà anche a novembre e dicembre, SAVE THE DATE!), ho ricevuto un invito via Facebook (il calderone infernale di cui ho parlato diverse volte,  che occulta vere e proprie perle nelle pieghe nascoste) e con una carissima amica ci siamo recate all’avventura. In biblioteca “i librai” (coloro che hanno portato o consigliato “il libro”) attendono i lettori che possono scegliere i titoli della categoria Storie di maestri, il primo scaffale esibito della biblioteca vivente. Noi abbiamo scelto Storia di Ugur: il racconto di vita di un giovane curdo, straniero ed isolato nel suo stesso paese, costretto a lottare e a ricominciare molte volte a vivere a causa dell’appartenenza ad un’altra etnia.  Storia di Ugur è proprio un sorridente giovane curdo che a voce bassa ed espressiva, nel giro di mezz’ora, ci porta a casa sua e ci fa conoscere la sua famiglia, i luoghi che frequenta, i militari turchi che rendono la vita infernale a lui e ai curdi. Il “libro” interagisce con noi. Invece di interromperci nello sfogliare le pagine e riflettere su passaggi particolarmente significativi, e rimanere con le nostre domande senza risposta (è un inconveniente in cui tutti i lettori incappano, prima o poi), avevamo la possibilità di rivolgerci a lui, e a indagare anche i suoi sentimenti, a caldo. Oltre ad avere imparato qualcosa di più sulla situazione curda, abbiamo sperimentato cosa vuol dire interagire con un libro, che risponde e sorride, acconsente e ride. Quante volte mi sarebbe piaciuto farlo con qualche altro titolo...ogni tanto mi sembrava una situazione da film. Il libro era comunque una persona, che si è messa a disposizione nostra per mezz’ora e ha condiviso con noi i suoi pensieri e i suoi elementi personali. E’ qualcosa di più e di diverso dall’ascoltare un audiolibro o un cantastorie: la voce e gli occhi del libro erano sinceri e comunicavano situazioni e sentimenti sentiti, sofferti, rifiutati e compresi. Nella lingua comune si usa un’espressione come “essere come un libro aperto”, oppure “leggere dentro”; con questo progetto di biblioteca vivente, credo che siano diventati qualcosa di più di un semplice modo di dire...

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