Humandroid [Recensione]

Creato il 19 maggio 2015 da Paopru

L’ultimo film di Neil Blomkamp finalmente riesce a stravolgere uno dei temi chiave della cinematografia nostrana: i titoli tradotti fanno pena o poco c’entrano col film. Chappie in Italia diventa Humandroid. Una titolatura non solo piecevole all’orecchio ma anche azzeccata nel descrivere l’essenza della pellicola, la quale rimanda alla consumatissima tematica del rapporto uomo-macchina e dell’umanizzazione del robot dotato di una intelligenza artificiale rispetto alle sempre meno umane persone. Già in District 9 Blomkamp dava un chiaro ritratto della sua personale idea di uomo, descrivendo una stupenda parabola aliena sull’emarginazione e la paura del diverso, ove i veri nemici da combattere non erano tanto i gamberoni spaziali ma gli abitanti della terra. In Humandroid ritorna questa visione, ma stavolta contestualizzata in uno script non distante dal Pinocchio di Collodi, in cui un giovanissimo programmatore di robot poliziotti, gli scout, riesce a creare in segreto una intelligenza artificiale che prova sentimenti e apprende come un essere umano vero.

Nasce così Chappie, il primo robot senziente che fa gola a un gruppo di criminali dei bassi fondi di Johannesburg (Die Antwoord) e intimorisce la corporation per la quale  il programmatore Deon lavora, spaventata dalla possibilità di perdere il controllo sui propri poliziotti robotici. Diversamente dal precedente lavoro Elysium, il regista riesce a mettere in piedi un film bello ma che si regge essenzialmente sul personaggio del robot Chappie e sulla parabola evolutiva che lo porterà dai primordiali momenti della nascita fino a quelli finali della transumanazione del creatore, in un percorso che mixa senza troppi complimenti bioetica-morale-religione-progresso scientifico. La sceneggiatura purtroppo sbanda in molte occasioni, abbozzando solamente dei personaggi che ci sarebbe piaciuto vedere maggiormente presenti nello schermo. Uno tra tutti Vincent Moore (Hugh Jackman), progettista e villain della pellicola, a cui non è riconosciuto uno spazio meritevole pur avendo una centralità nella storia. Aria da bullo ex-militare, esperto nella progettazione di robot poliziotti scadendi ad alto potenziale di fuoco e frustrato dalla continua competizione, non riesce mai ad essere davvero convincente (probabilmente perchè non siamo abituati a vedere Wolverine in ruoli da villain).

Quello che colpisce dei film di Blomkamp è però una specie di schema comune che li lega a livello tematico. In District 9 gli alieni non vogliono altro che andare via da una Johannesburg ormai inospitale, ma sono trattenuti dai terrestri che intendono sfruttarli per riprodurre i loro avanzati armamenti. In Elysium la popolazione di Johannesburg vuole abbandonare la terra ormai al collasso, e il controllo urbano è esercitato da una schiera di poliziotti robot intelligenti e autoritari. In Humandroid, i poliziotti robot danno supporto alle normali forze di polizia per sconfiggere i criminali di Joannesburg, finchè non viene creato il primo robot poliziotto senziante  in grado di auto determinarsi, Chappie. E che dire del simbolo dei reparti speciali MNU in District 9? E’ esattamente lo stesso di Ninja in Humandroid.

Humandroid, come volevasi dimostrare, è stato un film non capito in USA e i dati al box office lo confermano. Costato relativamente poco (49M) è riuscito ad incassare giusto il tanto per non essere considerato flop, ma siamo ben lontani dal successo al botteghino a cui sono abituati gli attori del film (Jackman, Sigurney Weaver, Dave Patel). Fresco dell’insuccesso di critica e pubblico con Elysium, Blomkamp ha cercato di rifarsi con una pellicola più introspettiva e dai toni meno elevati, benchè alcuni capisaldi dei suoi film continuino a persistere. Il continuare ad incapponirsi nel girare tutti i film in una Johannesburg corrotta e baraccopoli potrebbe essere alla base dei suoi fallimenti cinematografici; fare film dal gusto hollywoodiano ma non riuscire a guardare oltre i propri confini è come il voler tenere tutti e due i piedi dentro una scarpa e questa novità metropolitana che poteva funzionare in District 9 ormai sa di stantio, e comincia a puzzare. Il prossimo film in calendario per Blomkamp sarà Alien e sarà legato alla saga di Ridley Scott, dunque la prima occasione di fare qualcosa di nuovo che intraprenda nuovi percorsi tematici distanti da quelli che hanno segnato questa positiva fase di adolescenza registica.


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