ROMA - Le centinaia di ragazzine accampate all’Auditorium, che hanno riposto il sacco a pelo della notte e srotolato cartelli e striscioni come i fan di tutto il mondo, le fanno effetto ormai fino ad un certo punto. Jennifer Lawrence, la riluttante eroina degli Hunger Games è alla terza tappa europea per il lancio del secondo capitolo della saga di Suzanne Collins, La Ragazza di Fuoco, in sala dal 27/11 in 500 copie dopo la premiere al Festival di Roma. Poi riparte per Parigi dopo essere già stata a Berlino e Londra, sempre con le stesse scene di giovane delirio così come accadeva con Harry Potter e Lo Hobbit.
- Perchè un film provoca questo delirio? ”E’ sempre un mistero”, sospira l’attrice premio Oscar che ha i capelli cortissimi e biondi come una Mia Farrow giovane, riuscendo a sembrare si e no una diciottenne. ”Il pubblico giovane ha fame di storie di questo tipo e personaggi così. Siamo una generazione impaurita, frustrata e una persona come Katniss Everdeen – dice in un’intervista all’Ansa - che è coraggiosa e fragile insieme ed ha consapevolezza delle conseguenze delle guerre e delle ideologie, li rappresenta”.
- Ostenta sicurezza la giovane che in pochissimi anni si è fatta largo nel firmamento americano alternando film indipendenti, come l’esordio di Guillermo Arriaga The Burning Plain per cui fu premiata alla Mostra del cinema di venezia come attrice emergente o il bellissimo Un gelido inverno per cui ebbe la nomination a blockbuster hollywoodiani come la saga di X-Men. Con Hunger Games la sua popolarità è scoppiata, come la sta vivendo? ”Ho avuto lo stesso processo di crescita di Katniss. All’inizio avevo una gran paura poi ho cominciato a capire che questo essere così riconosciuta era una responsabilità forte ma anche una grande opportunità. I giovani ti stanno ad ascoltare e ogni tuo gesto sembra influenzarli, io spero nella mia vita quotidiana di far arrivare messaggi sempre positivi”, sottolinea la Lawrence che è così professionale da trovare con la stampa il modo di rilassarsi essendo elegante in abito nero ma comoda ai piedi con le pantofole dell’hotel pronta ad indossare i tacchi a spillo per l’auditorium.
- Non tutte le giovani star danno messaggi positivi, Myles Cyrus per dirne una. ”Non voglio giudicare ma certo bisogna stare attenti. Chi guarda come ti muovi o esibisci può avere un’età in cui non capisce che si tratta di performance. Detto questo per fortuna sono anni in cui le donne possono esprimere liberamente anche la propria sessualità”. In definitiva, ”non scegli di diventare un modello di riferimento, lo diventi e basta, quindi sei responsabile”.
- Tutta la saga di Hunger Games sottolinea il controllo dei media, lei cosa pensa della dittatura del grande fratello digitale?, ”Ormai siamo ad un punto totalizzante, sono capaci di indirizzare il fascino. Mi viene in mente la campagna di Barack Obama, al di là dei suoi discorsi è diventato un personaggio cool e questo è potere mediatico”.
Di continui rimandi tra la fantasia di Hunger Games e la vita vera parla anche il regista Francis Lawrence, entrato nel franchise al secondo capitolo ma già al lavoro per il terzo e quarto film tratti da Mockingjay, Il canto della rivolta in sala a novembre 2014 e novembre 2015 (con una new entry d’eccezione, Julianne Moore). ”Molti aspetti della nostra società sono riflessi in Hunger Games. La cosa affascinante è che lei ha scritto delle conseguenze della guerra e della violenza volendo parlare ai giovani senza però alcun paternalismo ed è questa la sua forza”.
Jennifer Lawrence, secondo il regista che viene dal mondo dei videoclip musicali (Bad Romance con Lady Gaga), ”è fantastica nella sua interpretazione, un’eroina che parla alle persone dalla pancia comunicando i valori della famiglia, del sacrificio e della sopravvivenza a testa alta”.
Jennifer Lawrence e gli altri protagonisti del film sfilano e scherzano sul red carpet del Festival del Cinema di Roma (LaPresse)