Hunger Games - La Ragazza di Fuoco

Creato il 19 dicembre 2013 da Mattia Allegrucci @Mattia_Alle
Cambio di regia per la fortunata saga tratta dal ciclo di romanzi ideati da Suzanne Collins, il testimone passa dal bravo Gary Ross al meno capace Francis Lawrence, autore di pellicole commerciali più o meno traballanti, alcune delle quali hanno comunque avuto un buon riscontro da parte del pubblico. Lawrence confeziona anche questa volta un prodotto non meno problematico dei suoi precedenti lavori, offrendo al pubblico un sequel privo di ogni inventiva e di qualsivoglia audacia, dove l'unica cosa positiva in toto è Jennifer Lawrence, omonima del regista ma agli antipodi rispetto ad esso in quanto a bravura. La Lawrence riesce da sola a tenere in piedi buona parte del film con la sua naturalezza (che gli ha permesso di ricevere un Oscar l'anno precedente), surclassando tutto il resto del cast e affiancandosi più alla bravura di Philip Seymour Hoffman, Stanley Tucci e Woody Harrelson che alla poca esperienza dei suoi coetanei Josh Hutcherson e Liam Hemsworth (bravi anche loro, ma non quanto i sopra citati). Un cast di tutto rispetto, buona parte del quale deriva dal primo film, capitanato da una eroina convincente che permette allo spettatore di entrare in empatia con lei e di seguire senza troppa noia una storia diretta in maniera grossolana, con ripetuti scavalcamenti di campo e soluzioni di regia semplici e frettolose. Per fortuna però Michael Arndt e Simon Beaufoy stendono uno script molto valido, grazie anche (e soprattutto) all'opera originale che porta avanti un discorso sulla rivoluzione e sul potere in maniera molto interessante, citando continuamente l'importanza dei media e della sottomissione. Roba non originale, vero, ma ora più che mai il pubblico dei film mainstream ha bisogno di un prodotto che possa farli riflettere su quanto sia pericolosa la diffusione dei media e il loro errato utilizzo. Altro problema fondamentale è una messa in scena troppo edulcorata a causa del rating del film, medesimo sbaglio del precedente capitolo: rivoluzioni, morti, uccisioni, massacri ma pochissime gocce di sangue (a parte la sequenza della fustigazione in piazza e poco altro). Peccato che, se nel primo capitolo avevamo la macchina da presa di Gary Ross che giustificava il tutto con incomprensibili (e geniali) movimenti di telecamera a spalla, funzionali anche al discorso reality che circonda tutti gli Hunger Games, questa volta Francis Lawrence non vuole osare (non che l'abbia mai fatto nella sua carriera) e gestisce l'azione nella maniera più canonica possibile, dando spazio a panoramiche, carrelli, azione confusionaria e, lo ripeto, scavalcamenti di campo. Perché ripeterlo se lo si è già messo in luce una volta? Perché in questo film il regista pare non avere la minima idea di come gestire le sequenze, per cui molto spesso buona parte della colpa della perdita di pathos da parte della situazione deriva dall'incapacità della persona a cui è stata affidata la realizzazione. Il montaggio di Alan Edward Bell e la fotografia di Jo Willems tentano in tutti i modi di impedire ad Hunger Games - La ragazza di fuoco di sprofondare, e a tratti ci riescono, tuttavia il risultato sarebbe potuto essere molto migliore e la pellicola avrebbe potuto spingersi verso orizzonti molti più crudi e violenti e, di conseguenza, critici nei confronti di una situazione di sottomissione insostenibile. Il ritmo è buono, le musiche di James Newton Howard anche e il film tutto sommato fila via che è un piacere, ma resta comunque un filmetto come altri e non sfrutta appieno le potenzialità espresse dalla storia. Attendiamo i due capitoli conclusivi, sperando che Lawrence impari dai propri errori. 


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