Hunger Games, la recensione: la ragazza di fuoco, un film epocale

Creato il 15 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Ora ne abbiamo la certezza: anche i teenager di oggi hanno la loro grande saga fantastica. DopoStar Wars, Matrix, Il signore degli anelli, c’è Hunger Games, senza ombra di dubbio. Non è solo l’imponente massa di giovani accorsi all’Auditorium di Roma per la presentazione di Hunger Games: La ragazza di fuoco a dimostrarcelo, ma è il film stesso. Perché se il primo capitolo della trilogia tratta dai romanzi di Suzanne Collins era un buon film d’intrattenimento che però non approfondiva troppo la natura dei personaggi e il contesto socio-politico, guardando questo secondo episodio si ha sin dall’inizio l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di diverso, ad un ottimo film, ben scritto, ben diretto, ben interpretato e ricco di sottotesti. Una pellicola entusiasmante che lascia letteralmente senza fiato, con un’eroina straordinaria che non solo è il centro di un triangolo amoroso (come in Twilight ad esempio) e la protagonista di un’appassionante (e se vogliamo drammatica) avventura, ma che è anche e soprattutto l’anima trainante di una ribellione popolare.

Ne La ragazza di fuoco infatti, sebbene sia l’azione ovviamente a fare da padrone indiscusso della narrazione, ciò che viene fuori con più forza è il discorso politico. Gli Hunger Games non sono solo più un gioco al massacro fonte di suspence per il racconto, bensì diventano finalmente, grazie al felice tocco del nuovo regista Francis Lawrence, ciò che solo velatamente trapelava dal primo film, e cioè espressione di una situazione sociale dittatoriale. Lawrence, subentrato al comunque bravo Gary Ross, infonde il film di quella profondità che mancava al capitolo iniziale. Lo fa attraverso una messa in scena di stampo puramente realistico, che nella prima parte del racconto descrive con empatia la condizione di povertà dei Distretti dello stato di Panem, che fa percepire la paura per il sistema repressivo del governo e che fa sentire costantemente per tutto il film il crescente desiderio di ribellione dei cittadini. Il film così sale piano piano di ritmo e di intensità, coinvolgendo sempre di più lo spettatore sia nell’avventura sia nello spirito ideologico che lo anima.

Il risultato è un film epocale. E non ci riferiamo tanto alla sua qualità – non parliamo di un capolavoro, sia ben chiaro – quanto alla sua importanza sociale e cinematografica. Hunger Games: La ragazza di fuoco è  il film della trilogia (in realtà i film saranno quattro, con l’ultimo episodio diviso in due) che sancisce la grandezza narrativa della serie, ma cosa più importante è la pellicola che rende manifesta la vera natura della saga, quella di denuncia della violenza e dei mali della società contemporanea mascherata dietro una facciata di puro intrattenimento d’avventura e di fantasia. Ed è questo il segreto de La ragazza di fuoco, l’essere in grado di regalare più di due ore di sano divertimento cinematografico, ma anche la possibilità di innumerevoli letture e di tante riflessioni. E sebbene anche Jennifer Lawrence, Josh Hutchersone Liam Hemsworth siano sicuramente uno dei motivi del successo del film, i tre giovani divi non rappresentano tuttavia, come nel caso della saga di Twilight, una scelte produttiva su cui costruire interamente il progetto, ma solo l’immagine per trainare un progetto artistico ben più variegato e complesso.

Diamo inizio all’era cinematografica di Hunger Games!

Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

Foto di Federica De Masi per Oggialcinema.net


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