I 10 comandamenti (del design)

Creato il 18 novembre 2011 da Illcox @illcox

Ben tornati cari lettori, oggi mi sento particolarmente malinconica e voglio tornare alle origini.

Sapete, alle origini non esistevano i designer, o meglio non esisteva questo meraviglioso termine che definisce tutte quelle persone che si impegnano ad inventare cose che possano aiutare qualcuno in un determinato campo.
Nel corso di questi ultimi 20 anni il design si è allargato nei più vari e disparati campi: c’è l’ interior design, il product design, il food design, il web design, e questo solo per citarne alcuni di una lunga serie.

In passato possiamo dire che i designer erano gli inventori, le opere di Leonardo da Vinci dovrebbero essere esposte al MoMa di NY e lo si dovrebbe omaggiare con un compasso d’oro ad honorem.
Forse non ce ne rendiamo conto ma ci sono molti oggetti che sono talmente tanto perfetti nella loro semplicità, inventati da tutti e da nessuno, sono quegli oggetti che non hanno curve sinuose, vernice laccata, e ghirigori. Sono l’essenza del design: sono unici e insostituibili. Prendiamo in esempio il lucchetto. Non sappiamo chi lo abbia inventato, ma la sua origine è datata molti anni prima della nascita dei progettisti, è un’ oggetto unico, che conserva la sua utilità da sempre. Oppure possiamo prendere in esame la carta o ancor meglio le scatole. Oggi ci sono persone pagate per disegnare packaging, cioè le confezioni, ed è vero che forse oggi sono più belle da vedere, ma non lasciatevi ingannare: i loro colori e le loro forme sono studiate a tavolino, sono il connubio tra marketing e psicologia, sono fatte per ingannarvi.

Ora voglio raccontarvi una storia:

Tempo fa, una nota casa produttrice di detersivi, di cui non faccio il nome, fece provare ad alcune donne un detersivo dalla confezione gialla, uno dalla confezione blu e uno blu e giallo. Dopo l’esperimento hanno chiesto cosa avevano trovato di diverso e le donne dissero che il detersivo giallo era troppo aggressivo, quello blu troppo delicato e quello blu e giallo era quello migliore. Le donne non sapevano però che in tutte e tre le confezioni c’era lo stesso prodotto. Morale della favola: tutto ha il suo perché e non c’è spazio per il caso.

Il marketing con le sue leggi ha un po’ rovinato questo splendido mondo rendendolo ingannevole. Esempio concreto? Eccolo qui. Quanti di voi hanno un iphone? E’ il telefono più venduto al mondo, ma credete veramente che la sua fama derivi dalle sue potenzialità? NO. Quasi nessuno conosce veramente fino in fondo tutte le applicazioni e le utilità di questo sex symbol del design, la maggior parte delle persone lo comprano per le sue forme, per i suoi colori (non è un caso che siano in vendita solo i colori bianco e nero) e, udite udite, per il suo costo! E si cari lettori, molti spendono 600€ (o giù di lì) per chiamare e mandare un messaggio ogni tanto, ma che importa? L’importante e far vedere che non sei fuori moda!
Ed oggi voglio dirvi che il design non è solo questo. Non è solo belle forme e colori sgargianti, non è solo materiali pregiati e presentazioni ben fatte. E’ utilità, praticità, ergonomia.

Quando vi staccherete dal vostro computer, quando uscirete dalle vostre stanze e andrete a comprare qualcosa, qualsiasi cosa, chiedetevi se ciò che state acquistando rispecchi veramente le vostre necessità, non lasciatevi ingannare dalla pubblicità.
Ecco a voi i dieci comandamenti del designer, le dieci regole da seguire quando si progetta e per capire se veramente un oggetto possa essere considerato un pezzo di design o solo un’ imitazione mascherata da mille pubblicità ingannevoli.

1)   E’ innovativo

2)   Rende un prodotto utile

3)   E’ estetico

4)   Consente a un prodotto di essere compreso

5)   E’ discreto

6)   E’ onesto

7)   E’ durevole

8)   E’ coerente fino all’ultimo dettaglio

9)   Si preoccupa per l’ambiente

10)E’ l’unico design possibile

Questa lista è stata stilata da Dieter Rams, un noto architetto, che nel corso della sua vita ha ispirato molti progettisti e molte case produttrici come anche la Apple.

Oggi spero che abbia ispirato anche voi e voglio lasciarvi con la frase di Bruno Munari

“Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare” (ma non lasciatevi ingannare).


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