Si tratta di una sintesi e ovviamente non c’è nessuna relazione particolare tra il particolare segreto e l’eventuale immagine.
1. C’è la minimum che ha formattato il libro
Ai blogger dei blog letterari interessa spesso il rapporto tra marketing editoriale e social network: ne parlano con interviste ad esperti di settore e con professionisti quando non lo sono loro stessi; gli interessano spesso i vecchi media e i nuovi media, la comunicazione e le tecniche di comunicazione, il rapporto tra le arti perché per sua natura il blog dei blogger letterari permette di presentare relazioni tra questioni strettamente librarie accostandole a materiali audiovisivi che possono essere fruiti anche nell’immediato. I blogger dei blog letterari rileggono spesso i social network con sguardo più critico e meno scontato di quanto si pensi.
2. Siamo amici, autovogliamoci bene
Gli obiettivi fondamentali dei blogger dei blog letterari sono spesso – ma assolutamente non sempre – creare qualcosa insieme, riunirsi, fare lobby, organizzarsi, sostenersi a vicenda. Ci sono blog di blogger letterari nati da associazioni culturali e ci sono blogger di blog letterari che hanno come obiettivo quello di associarsi tra loro e creare nuove piattaforme. È dalla piattaforma di questi blog che nascono convegni e seminari. Perché ci sono blogger di blog letterari a cui piace sentirsi sempre un po’ più auto: sono talvolta molto autoreferenziali ma ciò che alla fine li salva è quasi sempre l’autoironia.
3. Ti mando un tweet, ci troviamo all’ingresso
4. Umberto Eco non ha mica ragione
Sui blog dei blogger letterari si mette spesso in discussione il punto di vista dell’editorialista di punta e delle pagine culturali in genere e – quando ci si può permettere di essere persino un po’ più lunghi – anche di certi instant book. La critica ufficiale viene smontata, rimontata, analizzata. Raramente interessa ritornare sulla recensione “particolare” dell’ultimo romanzo in lancio – cosa che raramente capita nei blog dei blogger letterari veri, si intende. Umberto Eco non sta mai sopra né sotto: sta sempre a fianco ed è come una specie di blogger pure lui.
5. Tutti i blog hanno la loro copertina
6. A me mi pubblico il romanzo
Ci sono blog di blogger letterari che discutono spesso di self-publishing, analizzando e interpretando il passato di questo fenomeno e provando a divinare qualcosa riguardo al suo futuro. Il self-publishing è l’autopubblicazione, e che i blog dei blogger letterari sono molto autoqualcosa già un po’ prima lo si è detto. La questione richiama spesso – ma più spesso negli ultimi tempi – il rapporto tra l’editoria digitale e l’editoria tradizionale. L’autopubblicazione in fondo caratterizza la natura stessa del blog: perché è sufficiente la dashboard di WordPress e il gioco è fatto. Del resto ci sono post di blogger letterari che pur nella loro semplice brevità diventano vere e proprie pagine di letteratura. I blog dei blogger letterari, quando ad esempio quei blogger scrivono per la stampa quotidiana e periodica tradizionale, ripropongono contributi editi su riviste e giornali; talvolta pubblicano originali racconti e poesie e direttamente in formato html: e si fanno spesso intimi, segreti, crepuscolari; altre volte i blog dei blogger letterari sono chiari e cristallini, sono come per Pasolini l’aria d’inverno col sole e la neve barbaricamente azzurra a Bologna sul cotto.
7. Guarda cosa c’è dentro e poi la bio che c’è dietro
8. L’inchiostro suda e non paga
I blog dei blogger letterari sono spesso molto seri. Discutono del ruolo dell’intellettuale, dello scrittore e del letterato nell’Italia di oggi e di ieri. Tra contratti a progetto e prestazioni gratuite, quando sono autori o hanno a che fare direttamente con il mondo dell’editoria – o se non fanno i commessi e le stagioni per vivere – i blogger dei blog letterari se ne lamentano e vorrebbero che le cose andassero meglio. Però i blogger dei blog letterari italiani cambiano spesso tono: se sono serissimi poi ridono e poi ritornano serissimi. La verità è che del loro umore non ne rispondono a nessuno: non c’è un direttore né uno sponsor e può succedere che non ci sia nemmeno un lettore. Ai blogger dei blog letterari italiani questa faccenda va paradossalmente spesso bene così.
9. Berlusconi non ha mica letto Platone
10. L’americano dice che autocambia