Seguiranno a breve gli altri 6. Avvertenza: ho scelto solo un film per autore, per evitare ridondanze.
7) Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, 1965.
Capolavoro di Antonio Pietrangeli, commedia all’italiana che tradisce i propri codici e il proprio linguaggio e svolta in dramma sociale. Crudele. Raramente s’è visto un film che dipinge con tanta fedeltà il sottobosco che ruota intorno al Grande Sogno del cinema. La sventurata Adriana, una Stefania Sandrelli meravigliosa che aderisce al personaggio fino a incorporarlo in sé, è una delle tante ragazze venute dalla provincia con il sogno di sfondare a Cinecittà, e già prefigura con la sua ossessione di celebrità tutte le sciagurate a venire, le malate di grandi fratelli e uomini e donne, le aspiranti veline e isolane. Il sogno della fama che diventa incubo. Siamo nel 1965, appena prima del quarto d’ora warholiano di celebrità promesso a tutti, ma quella promessa già è nell’aria e la avvelena. Pietrangeli ha pietà per la sua inerme protagonista e non ne ha nessuna per gli alligatori che le girano intorno. Tognazzi (enorme, monumentale) che rifà il suo numero di avanspettacolo fino a collassare tra gli sghignazzi è una delle scene più feroci e insostenibili che io abbia mai visto. Adriana che, maschera in un cinema, si vede sputtanata sullo schermo in un cinegiornale Luce che mostra la sua goffaggine, è una scena che fa venire i brividi e fa piangere. Ascoltare Mina che canta la meravigliosa Addio di Piero Piccioni.
Classifica parziale (cliccare per leggere la scheda del film)
7) Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, 1965
8) I mostri di Dino Risi, 1963
9) Per un pugno di dollari di Sergio Leone, 1964
10) Gli uomini, che mascalzoni… di Mario Camerini, 1932
11) Suspiria di Dario Argento, 1977
12) Piccolo mondo antico di Mario Soldati, 1941