Spesso ce la prendiamo coi cosiddetti titolisti italiani, e talvolta sono proprio loro i colpevoli. Ma la maggior parte delle volte la colpa di questi ridicoli, brutti, atroci titoli italiani è dei distributori, che si ritrovano per le mani film che rischiano di non vendere e che quindi vengono intenzionalmente spacciati per qualcos’altro, con l’intenzione di convincere il pubblico ad andare al cinema. Insomma, la bassezza dell’operazione si avvicina all’inganno, puro e semplice. Di seguito abbiamo stilato una piccola classifica dei peggiori titoli italiani di sempre, con una breve spiegazione e l’indicazione del titolo originale. In appendice – visto che sappiamo comunque dare a Cesare quel che è di Cesare – abbiamo indicato una manciata di film in cui il titolo italiano ci è sembrato migliore di quello originale.
Remake in chiave parodica dei film di Romero sugli zombi. Il titolo italiano è piuttosto stupido, ma in fin dei conti rimarca la logica di quello originale: Shaun of the dead (dal nome del protagonista Shaun) suona come Dawn of the Dead, proprio come L’alba dei morti dementi suona come L’alba dei morti viventi.
24) Il petroliere
L’originale There will be blood (“scorrerà il sangue”) richiama la storia di un’epoca e di una nazione. Quello italiano pare quello di una biografia su Enrico Mattei con Massimo Ghini.
23) La donna che visse due volte
Il titolo è deprecabile perché spoilerizza il film, ma in fin dei conti è entrato nel linguaggio comune e non è più così fastidioso come probabilmente apparve per chi lo guardò al cinema. Titolo originale: Vertigo.
Kim Novak ne La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock
22) Vogliamo vivere!
L’originale To be or not to be, “essere o non essere”, era in effetti era un pò troppo complicato. Chi diavolo è questo William Shakespeare?
21) Per favore non toccate le vecchiette
The producers, “i produttori”. Troppo complicato, in fin dei conti parla della produzione di uno spettacolo.
20) Sospesi nel tempo
The Frighteners significa letteralmente “gli spaventatori”, ed è quindi ovvio che non si poteva tradurre alla lettera. Ma Sospesi nel tempo non c’entra veramente nulla.
19) Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide
Il capolavoro di Melville con Lino Ventura le duexieme soufflé si ritrova un titolo da poliziottesco con Tomas Milian. Almeno, comunque, il sillogismo ha un senso.
18) Il texano dagli occhi di ghiaccio
The outlaw Josey Wales, “il fuorilegge Josey Wales”, diventa Il texano dagli occhi di ghiaccio. Al di là del patetismo, fa pensare il fatto che Josey Wales sia del Missouri e non del Texas.
Disegno promozionale de Il texano dagli occhi di ghiaccio di Clint Eastwood
17) I mercenari
The Expendable, letteralmente i “sacrificabili”, diventa il ben più fascistoide “i mercenari”. Nostalgici della guerra priva di ideali e spinta solo dai soldi, unitevi!
16) Uomini veri
The right stuff (“la stoffa giusta”) diventa l’americanissimo Uomini veri. L’eroismo patriottico paga spesso al cinema.
15) Ricky Bobby – la storia di un uomo che sapeva contare fino a uno
Talladega Nights – The ballad of Ricky Bobby diventa l’aborto che vedete sopra. Ricky, secondo i distributori italiani, sa contare fino a uno perchè è un pilota che sa solo vincere. La mia cuginetta di tre anni avrebbe saputo esprimere il concetto in modo molto più poetico.
14) Isolation – La fattoria del terrore
Il titolo originale non ha alcun sottotitolo, quello italiano invece si. Ed ecco un buon horror low budget trasformato in quello che pare un b-movie che più trash non si può.
13) Babbo bastardo
Bad Santa si ispira al nome anglofono di Babbo Natale, Santa Claus. Ovviamente i nostri distributori, consapevoli del potere della parolaccia e perennemente sciolti nella più becera volgarità intellettuale, l’unica traduzione possibile doveva essere questa. Complimenti.
Billy Bob Thornton e Lauren Graham in Babbo Bastardo di Terry Zwigoff
12) La casa del diavolo
Visto che, da Sam Raimi in poi, le case hanno sempre venduto abbastanza bene, The devil’s rejects (“i reietti del diavolo”) diventa La casa del diavolo.
11) Atto di forza
L’originale Total Recall è attinente alla trama, sia perché significa qualcosa come “riprogrammazione totale”, sia perché l’agenzia che lava il cervello a Schwarzy si chiama proprio Recall. Di solito i film del body builder austriaco vendono già solo per il fatto che ci sia lui, ma era meglio non rischiare. L’unica domanda è: quale sarebbe l’atto di forza? Picchiare i cattivi? Spostare una macchina?
10) In amore niente regole
Sì, è terrificante. Non ci sono scuse, nemmeno il fatto che il film sia ambientato nel periodo in cui nel football vennero introdotte le prime regolamentazioni. L’originale Leatherheads (“teste di cuoio”) si riferisce ai ridicoli copricapi in pelle indossato dai primi giocatori di football.
9) Belli e dannati
My own private Idaho non si riferisce direttamente alla canzone Private Idaho dei The B-52′s, anche se nei titoli di coda c’è un ringraziamento al gruppo; un significato plausibile è che Mike il protagonista vive nel suo mondo di fantasia, ovvero l’Idaho nei suoi sogni, il “suo Idaho privato”, che rappresenta il luogo dove vive felicemente; tutto questo sarebbe in linea con la canzone dei B-52′s. La traduzione italiana non tiene conto di questo aspetto e, anzi, opta per una titolaccio adolescenziale che fa accapponare la pelle.
8) Sesso e potere
L’originale Wag the dog è difficilmente traducibile, ma il titolo italiano è atroce: “sesso” come sempre attira un po’ tutti. “Potere”, poi, fa anche perverso. Per palati fini.
7) Prima ti sposo poi ti rovino
Un Coen minore ma sicuramente apprezzabile e cinicamente divertente. Titolo originale: Intolerable Cruelty. I distributori italiani pensavano forse che il titolo “Crudeltà intollerabile” somigliasse troppo a quello di un horror di Eli Roth, quindi perché non optare su un titolo vanziniano di inarrivabile pressapochismo?
George Clooney e Catherine Zeta-Jones in Prima ti sposo e poi ti rovino dei fratelli Coen
6) Vertigine
Il titolo originale è Laura, dal nome della protagonista. Titolo italiano totalmente senza senso: nessuno dei personaggi ha le vertigini. Mai.
5) We want sex
Penoso titolo italiano per questo Made in Dagenham che racconta le battaglie di un gruppo di operaie proto femministe che pretendono giusti diritti sul lavoro. Il titolo originale è ironico e intelligente: le operaie cuciono abiti, e gli abiti portano l’etichetta made in qualche posto; Dagenham è il paese in cui vivono. Il titolo italiano – preso in prestito dal cartello che una delle scioperanti imbraccia per circa tre secondi – non c’entra nulla con la trama e spaccia il film per una commediola tutto pepe sull’emancipazione sessuale femminile. In realtà è un film sull’emancipazione della donna in tutti gli ambiti. Ma, ahinoi, è ovvio che il sesso è quello ad attirare di più.
4) Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo
Primo film con Clint Eastwood nei panni dell’ispettore Harry Callaghan. Non è andata bene nemmeno agli altri capitoli della saga, ma citiamo questo Dirty Harry perché è il capostipite (e anche il migliore). Titolo italiano da poliziottesco alla Tomas Milian.
3) Fatti strafatti e strafighe
Già il film non brilla per intelligenza, in più per i nostri distributori il titolo Dude, where’s my car? (“amico, dov’è la mia auto?”) doveva essere troppo fine per la massa di giovani instupidita dalla greve comicità di American Pie, quindi perché non metterci una parolaccia di quelle toste per sembrare trasgressivi e attirare giovinotti coi primi pruriti masturbatori?
2) Non drammatizziamo… è solo questione di corna
Il film è un ennesimo capitolo della vita di Antoine Doinel, personaggio spesso ripreso da Truffaut e sempre interpretato da Jean-Pierre Leaud. L’attore lo interpretò per la prima volta ne I 400 colpi, appena quindicenne. I distributori italiani tentarono di spacciarlo per una commediaccia pruriginosa all’italiana, snaturando ovviamente l’originale Domicile Conjugal.
1) Se mi lasci ti cancello
Il titolo originale – Eternal sunshine of the spotless mind – è bellissimo (si tratta di una citazione di una sublime poesia di Pope), il film un capolavoro. Noncuranti della logica e a debita distanza da qualsiasi stralcio poetico, i titolisti italiani si sono sbizzarriti per ingannare lo spettatore e fargli credere che si trattasse di una commediola americana fivola in stile Prima ti sposo poi ti rovino (anche se in realtà anche quest’ultimo è stato da loro medesimi stravolto) o Se scappi ti sposo. Risultato? Al di là dell’ingiustizia artistica, una delle più squallide bassezze cinematografiche, irrispettosa del pubblico come dello staff che ha girato il film: in sala c’è andato un pubblico che non l’ha apprezzato, mentre chi davvero avrebbe potuto apprezzarlo è rimasto a casa pensando all’ennesima commediola sentimentale made in USA. Top del top: è al primo posto di qualsiasi classifica sull’argomento.
Kate Winslet e Jim Carrey in Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry
Ecco ora, come promesso, alcuni esempi di film il cui titolo italiano è migliore dell’originale.
Gli spietati
Il capolavoro di Eastwood viene spesso inserito nella classifica dei titoli italiani più brutti, ma in realtà secondo noi non è poi così male. È vero, somiglia a quello di un western come tanti, ma se si guarda il film è un titolo che non sfigura rispetto alla trama. E l’originale Unforgiven era difficilmente traducibile.
Non aprite quella porta
Non solo il titolo è entrato nel linguaggio comune, addirittura si rivela migliore di quello originale, piuttosto banale: The Texas Chainsaw Massacre, ovvero qualcosa come “il massacro texano con la motosega”.
Un dollaro d’onore
L’originale Rio Bravo si riferisce al nome della cittadina in cui avviene la storia, quello italiano invece fa riferimento al personaggio di Dude, vicesceriffo alcolizzato che si redime e sconfigge la sua dipendenza che gli causava continue umiliazioni (tra cui quella di estrarre un dollaro dalla sputacchiera per poter ordinare una birra).
Un giorno di ordinaria follia
Il titolo originale era Falling Down. Quello italiano gli è decisamente superiore, specialmente se si guarda il film.
Gli spostati
Il titolo originale The Misfits significa “disadattati”. Più d’effetto quello italiano, atto ad indicare la follia ossessiva dei tre protagonisti maschi.
Clark Gable, Eli Wallach e Montgomery Clift ne Gli spostati di John Huston
La morte corre sul fiume
Il capolavoro di Charles Laughton The night of the hunter ha un titolo italiano dal fascino particolare, dovuto anche al fatto che una delle sequenze più belle del film è proprio quella girata su un corso d’acqua durante la notte.
Questa era la nostra personalissima classifica dei titoli più brutti mai creati dai distributori italiani. Sorge spontanea una domanda. Ha ancora senso tradurre i titoli dei film? Forse negli anni ’50 poteva essere una cosa dovuta, ma oramai l’inglese è ovunque: serve davvero tradurre tutti questi titoli? Se è per tradurli così, la risposta per noi e no.
Ora tocca a voi! Avete dei brutti titoli italiani da segnalare che magari ci siamo dimenticati? Lasciate un commento!