I 7 vizi capitali nelle aziende. Dai, ormai era ora che lo facessi anche io

Creato il 15 novembre 2011 da Nkw1978 @NKW1978
Eccoci, ormai ho scritto diversi post e credo di essermi guadagnato anche io il diritto a scrivere “i 7 vizi capitali in azienda”. Tutti coloro che scrivono, per passione o per mestiere, di aziende e organizzazioni sognano di poter far coincidere una propria riflessione con i “7 vizi capitali” oppure i “10 comandamenti”.
Quando mi sentirò pronto credo che non resisterò ai 10 comandamenti, pe rora limitiamoci ai 7 vizi capitali. Probabilmente non dirò nulla di nuovo ma, visto che siete già qui, fate prima a leggere che non ha cercare su internet chi in passato ha già scritto cose intelligenti.
Invidia, credo che qui non sia neppure necessario entrare in troppi dettagli, l’invidia è un rischio e in azienda si può manifestare in diverse direzioni e con differenti pesi. Si può trattare di invidia per un ruolo, un progetto assegnato, una promozione, un benefit ma anche pe runa scrivania, un portatile, un software più aggiornato, un blackberry più nuovo e, questa è esperienza diretta, un tubo di scappamento in più sull’auto aziendale. Ci sono invidie che possono essere contenute e gestite, l’azienda deve essere equilibrata e equa e altre che proprio sono inevitabili, ma direi che entriamo nella sfera dei problemi personali e non nelle mancanze dell’azienda. Credo che sia importante avere policy chiare per evitare che si manifestino situazioni di invidia dovute a cattive gestioni ma credo che più di queste serva trasparenza e comunicazione.

L'immagine non c'entra ma mi piace


Pigrizia. Tutti noi abbiamo avuto a che fare con coloro cui “casca la penna” o “hanno la spalla tonda” (dicesi di lavativo cui non puoi appoggiare nessun carico sulla spalla in quanto la conformazione rotonda della stessa lo farebbe inevitabilmente scivolare a terra).
Cosa fare in questi casi? Diversi i tentativi fatti: open space per creare effetto trascinamento, gestione diretta del personaggio con spalla tonda, assegnazione di compiti e attività ritmati a cadenzati. Probabilmente non è servito a nulla. Allora cosa fare? Direi che la cosa importante è fare in modo che non si crei un effetto trascinamento ed affrontare la cosa direttamente con il soggetto, cercando di capirne le ragioni. Magari è motivazione, magari non gli piace quello che fa. Ma guarda, la soluzione è di nuovo parlare con le persone.
Superbia. Avete voluto nominare dei nuovi dirigenti? Bene, adesso vi trovate in un mondo di spocchia. Anzitutto ricordatevi che la superbia è dannosa. Forse è il vizio capitale che viene maggiormente giustifica, per la serie, “è molto bravo, un po’ superbo ma in fondo è molto capace”. Non giustificatela, è dannosa per gli altri. Come gestirla? Benzina e fiammiferi. No, dai, ancora una volta serve comunicare e dare peso ai giusti valori in modo che certi atteggiamenti non trovino soddisfazione.
Ira. Vorrei dire a tutti i manager, i dirigenti, i capi intermedi ecc ecc che gli anni ottanta sono finiti. Il capo che urla, sbraita e il cui umore influenza tutto l’ufficio non è più accettabile. E, invece, il mondo ne è ancora pieno. Rendetevi conto che ormai collaboratori e colleghi non sono più spaventati da un collega o un capo che urla e sbraita, semplicemente lo compatiscono e lo aggirano, lo isolano. Fate attenzione.
Avarizia. Intendiamola relativa alla risorsa più importante che abbiamo al lavoro: il tempo. Essere avari di tempo con colleghi e collaboratori, non prestargli attenzione, non dedicargli spazi porta a tutti gli altri vizi capitali ed anche a tutti i mali che una organizzazione può sviluppare. Non aggiungo altro.
Lussuria. Non pensate solo ad amplessi su scrivanie sul far della sera. Pensate a tutte i riferimenti di natura sessuale. Ormai il nostro linguaggio è pervaso dal sesso, farlo entrare in azienda è, ancora e per fortuna, un tabù. Su questo aspetto però la cultura organizzativa può fare molto, il finto perbenismo può aiutare.
Gola. Molti hanno dato una lettura anche a questo vizio capitale, io non riesco a declinarlo bene quindi evito forzature.
Però aggiungo altro, qualche altro vizio capitale.
Io ci metterei il pettegolezzo. In molte aziende, anzi in tutte, c’è la famosa “radio scarpa” o il “comitato della macchina del caffè”, insomma, momenti non ufficiali in cui circolano e si ingrandiscono informazioni non ufficiali. Tutti sono consapevoli che al caffè una buona fetta di quello che viene detto non corrisponde a verità però….”un fondo di verità ci sarà, altrimenti non ci sarebbe la voce in giro”. Il rimedio è sempre quello, non lo ripeto neppure.
La competitività è un altro vizio capitale. Ora, tutte le società commerciali diranno che è sano creare un ambiente competitivo. Concordo, non è opportuno creare competitività. Mi spiego meglio. Motivare i venditori a raggiungere risultati superiori, magari premiando con cerimonie vistose i migliori non è per forza sbagliato. Esasperare la competizione fino al punto che ogni venditore è convinto di dover battere il collega e non di dover fare più fatturato è un rischio. Fate in modo da avere una squadra che gioca coi propri risultati, che si stimola e non che gareggia su questi. Il rischio di creare gente competitiva, disposta a tuto pur di vincere, è molto alto. Invece, specie in questo momento, serve poter contare sul supporto di ogni collega per poter portare a casa ogni centimetro in più di mercato.

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