Siamo nel 2003. La Warner Bros, dopo anni in cui ha tenuto nell’oblio il personaggio di Batman, viene folgorata dalle idee di un giovane regista rampante, diventato noto agli addetti ai lavori e ai cinefili con film come Memento e Insomnia: Christopher Nolan. Ispirandosi al Superman di Richard Donner e all’arco narrativo di Legends of the Dark Knight, Nolan concepisce uno stile moderno e attuale: un Batman diverso, un Batman introspettivo e tormentato come quello di Tim Burton ma decisamente più umano e quindi più soggetto a comportamenti discutibili, al compromesso e ad una moralità alle volte ambigua.
BATMAN BEGINS
Il regista dà quindi vita, insieme a David S. Goyer, alla sceneggiatura di Batman begins, che dell’Uomo Pipistrello racconta le origini: una sorta di bildungsroman di Bruce Wayne, impegnato a fare i conti con la sua sete di giustizia, che in certi casi si trasforma in desiderio di vendetta, frutto di un profondo martirio interiore. E’ un regista del realismo Nolan, ossessionato sì dai dettagli e dalle ambientazioni ma mantenendo sempre una rigorosa “vena del reale” che non discerne da nessuna situazione rappresentata, anche quando il film per natura tratta una materia “magica” come in The prestige. A vestire i panni di Batman, a otto anni distanza dall’ultimo di Clooney, è l’attore britannico Christian Bale, noto fin da bambino per il ruolo ne L’impero del sole e per essere un fautore del cinema indipendente; la sua scelta di rappresentare un personaggio così iconico suscita per questo molto stupore ma viene accolta positivamente dai fan.
Bale si sottopone ad un allenamento estenuante aumentando il suo peso di ben 26 kg, ancora più impressionante se si pensa che l’attore in quel periodo è reduce dallo scheletrico ruolo di Trevor Reznick ne L’uomo senza sonno; inoltre inizia a parlare con un accento americano per far notare di meno la sua inflessione britannica. E’ un Batman che alle volte compie scelte ambigue e che, in veste di Bruce Wayne, dimostra di saper comunque godere dei propri agi. Ad affiancarlo nel ruolo del maggiordomo Alfred Pennyworth, dopo le quattro interpretazioni di Michael Gough, troviamo lo straordinario Michael Caine, che con il suo aplomb British conferisce una meravigliosa caratterizzazione del personaggio. Grande attenzione viene riposta negli avversari: Nolan vuole assolutamente evitare villain già portati sullo schermo, quindi per il primo film decide che Batman deve vedersela con un folle psichiatra, il dottor Crane, che “cura” i suoi pazienti con un gas spruzzato da una maschera terrificante, illudendo le vittime di trovarsi di fronte alle loro più grandi paure.
Come nei più reali contesti cittadini anche a Gotham la mafia è sorgente di crimini, malaffare e corruzione; Tom Wilkinson è lo spietato boss Carmine Falcone, affrontato dal tenente Jim Gordon, nelle cui vesti troviamo Gary Oldman, ottimo nell’impersonare un personaggio dall’animo benevolo, rigorosamente dedito alla giustizia e alla rettitudine. Ma il vero antagonista di Batman è sicuramente Ra’s al Ghul, interpretato da Liam Neeson, capo della Setta delle Ombre, una misteriosa società segreta di guerrieri che ha sede nell’Europa dell’Est, e dal quale Bruce Wayne ha appreso numerose tecniche di combattimento. Nonostante l’iniziale legame tra i due, Ra’s al Ghul ottiene il rifiuto di Wayne di far parte della setta e decide di marciare su Gotham City, a suo dire degna di essere rasa al suolo in quanto covo di corruzione e malvagità, scatenata da assassini come Joe Chill, artefice dell’omicidio dei genitori di Bruce.
In mezzo a tutti questi avversari il miliardario è affiancato dalla bella amica d’infanzia Rachel Dawes, passato e futuro sacrificio sull’altare della maschera di Batman e di ciò che rappresenta, e Lucius Fox, CEO della Wayne Enterprises e reale inventore di tutto l’armamentario di Batman: una tecnologia diversa quella scelta da Nolan, il quale ridefinisce persino la Batmobile, che da potente auto dalla scocca “pipistrellesca” passa ad una solidissima Tumbler, molto simile ad un mezzo utilizzato dall’esercito. La stessa Gotham City cambia fisionomia, passando dalla cupezza di quella di Burton ad una metropoli molto più realistica, che riesce comunque ad infondere un forte senso di soggezione. Il pubblico dimostra di apprezzare tale approccio e anche la critica non esita a rilasciare entusiastiche recensioni su questo nuovo reboot di Nolan, il quale sa di avere tra le mani un progetto in fase embrionale. E la carta raffigurante un Joker, mostrata da Gordon a Batman nel finale del film, è il vero incipit de Il cavaliere oscuro.
IL CAVALIERE OSCURO
Dopo il grande exploit del rinnovato Batman di Nolan, gli studios confermano il regista anche per il sequel, che viene intitolato Il cavaliere oscuro, sorprendentemente girato con le telecamere IMAX per avere una migliore qualità dell’immagine. Il periodo che intercorre tra i due film viene completato con alcuni cortometraggi in stile anime. Se Batman begins indaga la formazione di Bruce Wayne e il suo avvicinamento alla maschera di Batman, il secondo capitolo della trilogia si sofferma soprattutto sulla psicologia enigmatica di un personaggio che mai come in questo film viaggia su una sottile linea di confine tra etica e amoralità, azioni giuste e sbagliate, o semplicemente buoni e cattivi non assumono più un valore così dicotomico. Una lunga sequela di azioni più o meno spregevoli, più o meno deliranti, più o meno giuste, accompagnate dalle meravigliose note di Hans Zimmer. Se Batman begins è l’incipit della paura, Il cavaliere oscuro è l’escalation del terrore e l’agente di tale crescita non può che essere l’avversario di sempre, il Joker.
Nolan cerca un attore giovane che abbia il coraggio di confrontarsi senza timori con l’inconicità strabordante di un personaggio di questo tipo: lo trova nel talentuoso Heath Ledger, che di scelte rischiose ne ha già fatte nella sua breve carriera, a partire dal cowboy gay de I segreti di Brokeback Mountain. L’attore australiano, scomparso pochi mesi dopo la fine delle riprese e vincitore postumo di un Oscar, interpreta meravigliosamente un ruolo così difficile, discostandosi dal Joker di Nicholson, dal quale si allontana anche per una logica diversità di contesto cinematografico: ecco perché è abbastanza insensato fare un paragone, come molto spesso succede comprensibilmente tra i fan, tra le due interpretazioni. Il Joker di Ledger è un sociopatico anarchico, “un cane rabbioso che insegue le macchine e una volta raggiunte non sa che farsene”, filosofo pazzoide privo di qualsiasi accenno di moralità e di logica, che agisce senza un reale scopo o con un unico scopo: quello di creare caos.
La recitazione di Ledger è asciutta, sinistra, ironica e squilibrata; si chiude per sei settimane in una stanza d’albergo per studiare i fumetti sul personaggio, cercare l’intonazione della voce e la camminata adeguata. Puntiglioso e meticoloso nell’avvicinamento al personaggio, orgoglioso di essere un autodidatta e di aver affinato il suo talento con l’esperienza sul campo, Ledger riesce quasi a rubare la scena a Batman, con la sua verve sadica e l’hobby per “la polvere da sparo e la benzina”. E’ interessante soprattutto analizzare come, per la prima volta, il rapporto Batman-Joker non sia sinonimo di un’antitesi vera e propria, bensì un duello dove l’uno non può prescindere dall’altro; la climax di questo conflitto, ovvero l’interrogatorio, ne è un classico esempio. Batman è un simbolo. La gente lo ha elevato ad icona e perciò il suo comportamento è legato questo ruolo. Joker vuole portare avanti la sua filosofia: chiunque, in determinate condizioni, ha insito nell’animo un lato crudele. Egli vuole far sì che sia Batman oppure Harvey Dent, nel film interpretato da Aaron Eckhart, a passare da eroe a carnefice. E in parte ci riesce.
Harvey Dent. Un procuratore distrettuale, paladino della gente nella lotta contro la mafia trasformato dal Joker in un criminale, il vendicativo Due Facce, a cui è stata tolta la persona più importante, Rachel Dawes, amore mai realizzato di Bruce Wayne e ora fidanzata del procuratore: nel ruolo Nolan ingaggia Maggie Gyllenhaal dopo il no di Katie Holmes, che aveva già recitato nella parte in Batman begins. Il cavaliere oscuro vince la sua lotta contro il male perverso del Joker ma perde Rachel, la donna amata, e un tutore dell’ordine onesto e integerrimo come Harvey Dent. Da simbolo a criminale: per la gente ora Batman è il criminale e Dent il simbolo. La realtà e la verità dicono altro ma la gente, di quel simbolo, ha dannatamente bisogno; e Batman lo sa. Si apre la strada per l’atto conclusivo della trilogia. Il film, da par suo, vince due premi Oscar: postumo a Heath Ledger per il miglior attore non protagonista e a Richard King per i migliori effetti sonori.
IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO
La sfida ormai è lanciata, ma è veramente rischiosa. Gli stessi Christopher Nolan e Christian Bale sono scettici sul valore di un possibile terzo capitolo. Tuttavia, dopo aver girato Inception, Nolan sta per impegnarsi in qualità di produttore nel reboot di un altro personaggio DC Comics, Superman. Ma David S. Goyer e Jonathan Nolan realizzano una sceneggiatura di grande livello e un degno finale per una trilogia sorprendente non solo per i fan del supereroe: Il cavaliere oscuro – Il ritorno. Dopo gli accadimenti del film precedente, Bruce Wayne ha tolto il mantello di Batman, inviso ormai alla popolazione di Gotham City. Ma un nuovo, pericoloso avversario lo costringe a tornare sui suoi passi. Si tratta di Bane, finalmente rappresentato fedelmente come nei fumetti: un uomo dall’intelligenza estrema, brillante e dal fisico scultoreo, completamente all’opposto del “bamboccione” mostrato nel film di Schumacher.
E se ne Il cavaliere oscuro il duello era soprattutto psicologico, vista la pazzia del Joker, in questo film Batman trova pane per i suoi denti e fatica moltissimo ad avere la meglio contro un avversario nettamente più forte nel fisico, ma abilissimo anche ad attuare la propria strategia nel prendere possesso di Gotham: il ritorno della Setta delle Ombre e la difficile resistenza nel carcere più duro del mondo, dal quale sembra impossibile evadere. Nolan gira in IMAX anche quest’ultimo film, con scene da pelle d’oca come quella nel fittizio stadio della squadra di football americano di Gotham. E, oltre a confermare ruoli di supporto storici come Michael Caine nella parte di Alfred, Morgan Freeman in quella di Lucius Fox e Gary Oldman che impersona il commissario Gordon, inserisce due affascinati figure femminili.
Anne Hathaway è una Catwoman ambigua, melliflua e senza scrupoli, forse il profilo più simile a Batman dell’intera trilogia: i due danno vita ad un affascinante tira e molla fatto di attrazione, rivalità e furbizia. Nei panni di Miranda Tate è invece ingaggiata Marion Cotillard, membro del consiglio d’amministrazione della Wayne Enterprises, interessata ad un ordigno che potrebbe essere usato come arma nucleare: un personaggio che potrebbe svelare incredibili sorprese. Qualche variazione la troviamo anche nell’attrezzatura, e la più rilevante è certamente il favoloso Batpod che consente all’Uomo Pipistrello anche di poter volare sui cieli di Gotham. Una degna conclusione per una trilogia che ha riportato Batman in auge, non solo dal punto di vista commerciale ma anche e soprattutto da quello artistico e puramente cinematografico.
ALTRE APPARIZIONI E PROGETTI FUTURI
E’ attualmente in lavorazione il contestatissimo Batman v Superman – Dawn of justice, film che uscirà nel 2016 e farà da apripista alla pellicola dedicata alla Justice League che dovrebbe essere realizzata subito dopo. Contestatissimo, dicevamo, soprattutto per la scelta di affidare l’eredità di Christian Bale ad un attore dal profilo decisamente commerciale come Ben Affleck, che con i supereroi non ha ottenuto grandissimi risultati, visto il flop di Daredevil nel 2004. C’è da dire che in questo sequel de L’uomo d’acciaio, diretto da Zack Snyder, Nolan partecipa in qualità di produttore, come del resto nel film precedente. Affleck affiancherà quindi il Superman di Henry Cavill, che ha avuto riscontri agrodolci nel film d’esordio. Ma un’icona come Batman al cinema è apparsa e anche solo comparsa o citata in numerosissime altre opere: limitandoci agli ultimi anni ricordiamo come il personaggio di Big Daddy in Kick-Ass, interpretato da Nicolas Cage, fondamentalmente si ispiri a Batman. Ancora più recente è la comparsa dell’Uomo Pipistrello in versione mattoncino giallo nella pellicola d’animazione The Lego movie, dove a prestargli la voce è Will Arnett.
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