I 75 anni di Batman – La televisione

Creato il 10 maggio 2014 da Filmedvd

Continua il nostro approfondimento sulla figura di uno dei supereroi più amati al mondo. Dopo aver esplorato le sue origini fumettistiche (vedi il precedente articolo), analizziamo oggi come il Cavaliere Oscuro abbia lasciato la sua impronta anche sul piccolo schermo. Batman in televisione nasce il 12 gennaio 1966 sul canale statunitense ABC. Totalmente lontana dal personaggio ideato da Bob Kane e Bill Finger e dichiaratamente ispirata ai fumetti di Dick Sprang, la serie viene chiamata semplicemente Batman ed è trasmessa fino al 1968. L’origine del progetto risale in realtà al 1965, quando a seguito di un consistente calo di ascolti da parte della rete, la ABC decide di acquistare i diritti di Batman e affidare la produzione a William Dozier. Dopo essersi documentato sul personaggio, Dozier progetta un format che avrà un enorme successo anche a distanza di anni.

UN BATMAN POP-ART: LA SERIE CON ADAM WEST

Nonostante i personaggi vengano costruiti e sviluppati in modo assolutamente serioso, le ambientazioni e le vicende viaggiano su toni farseschi e grotteschi, sfiorando quasi il ridicolo. Colori appariscenti, trame banali e semplicistiche, “combattimenti-onomatopeici” a ritmo di musica e la Bat-Mobile ispirata alla Lincoln del futuro sono elementi essenziali e una delle chiavi dell’exploit della serie. Ad interpretare i personaggi principali sono il già esperto Adam West, dotato del senso dell’umorismo adatto allo stile del format e atletico al punto giusto da non sfigurare nella tuta carnevalesca dell’Uomo Pipistrello, e il più inesperto Burt Ward nei panni di Robin, al quale il giovane attore riesce ad infondere quell’esuberanza che contrasta perfettamente con il carattere introspettivo del Batman di West, cimentandosi, a differenza del collega, anche in scene pericolose senza l’utilizzo di stuntman; affiancato alla coppia di supereroi è un meraviglioso Alan Napier nelle vesti del maggiordomo Alfred.

Molti di voi potrebbero chiedersi perché un ridimensionamento così netto della figura di Batman abbia provocato comunque un esito positivo tanto grande tra il pubblico, o perché si sia voluto semplificare e alleggerire un personaggio che veniva sì illustrato con queste caratteristiche, ma aveva goduto di un forte consolidamento tra i lettori soprattutto nella prima versione. Il motivo è da riscontrarsi anche nel momento socio-culturale in cui viene creata la serie; nel bel mezzo della guerra del Vietnam, i telegiornali americani non fanno altro che mostrare immagini di guerra, dolore, sofferenza e sangue. Tutto ciò provoca un grosso contraccolpo nei metodi di lavoro dei mezzi di comunicazione, i quali decidono quindi che al di fuori delle crude informazioni provenienti dal mondo, il resto del palinsesto deve riservare esclusivamente momenti di serenità, ironia e risate.

Nello specifico il pubblico, guardando una serie come Batman, dove il buono ha sempre la meglio sul cattivo e dove l’eroe ha il destino favorevolmente segnato, trova conforto e può credere in qualcuno che nonostante tutto, alla fine, vive, vince ed è felice. Ma non è tutto. L’iconicità del Batman televisivo negli anni ’60 è legata anche a forme d’arte come la Pop Art; le risatine del pubblico sul carattere surreale delle vicende raccontate e del modo in cui vengono mostrate si rapporta bene alle opere di questo tipo, un mix tra rappresentazioni conosciute e personalizzazioni critiche ed ironiche dell’artista su quello stesso tipo di cultura di massa. Ed analogo è il rapporto del pubblico con la serie. L’accettazione del ridicolo svolgimento degli episodi deriva dall’assoluta convinzione che quel tipo di rappresentazione fa parte della propria cultura dell’epoca.

SUCCESSO, “CATTIVI” E DECLINO DI UNA SERIE CULTO

Basta scorrere i titoli dei prodotti seriali dell’epoca per comprendere quanto il dogma della non-violenza e del non-sesso fosse diffuso in favore della risata e della comicità, anche buffa. Batman è quindi strutturata in tre stagioni, divise in episodi da 25 minuti costruiti con la classica rete narrativa basata sul cliffhanger, ossia una situazione nella quale all’eroe viene tesa una trappola. Ogni puntata è dedicata ad un solo antagonista (con l’eccezione di alcune team-up, ovvero delle puntate in cui i cattivi si uniscono contro Batman) e diversi sono gli avversari tradizionali che compaiono nella serie. Cèsar Romero interpreta il Joker, il cattivo più presente, Burgess Meredith il Pinguino, Julia Newmar ed Eartha Kitt si alternano nelle vesti di Catwoman, l’antagonista principale della seconda stagione, forte del grande riscontro del pubblico, tanto da convincere poi la produzione, nella terza stagione, ad introdurre senza fortuna un’ulteriore personaggio femminile, Batgirl.

L’Enigmista è uno degli avversari qualitativamente più interessanti, impersonato da Frank Gorshin, mentre altri villain del fumetto che compaiono ricorrentemente sono Mr. Freeze, che ha il volto tra gli altri anche di Eli Wallach, il Cappellaio Matto (David Wayne), Falsa Faccia (Due Facce), il Maniaco degli orari e l’Arciere, mentre vengono creati dal nulla diversi personaggi come il Menestrello, Re Tut e Zelda la Grande. La relativa breve durata della serie è da attribuire principalmente agli ingenti costi di produzione, che portano già ad un minor impegno produttivo e narrativo nella terza stagione (un esempio è la mancata crescita del personaggio di Batgirl, che si rivelerà inutile): un vero e proprio fallimento che si conclude con la chiusura di Batman nonostante gli ottimi ascolti, in costante salita.

Le location vengono successivamente smantellate e diviene quindi impossibile anche per altri network acquistare la serie e svilupparla ulteriormente; nonostante ciò il successo di quel format continua tuttora, tanto da essere diventato ormai un cult per gli appassionati, così come gli attori protagonisti, i quali ripresero poi i ruoli nel 1969, recitando nel film ispirato alla serie televisiva. Adam West compare anche nel cartoon de I Griffin in qualità di sindaco di Quahog, mentre Burt Ward, dopo un periodo di declino, lavora in oltre trenta produzioni televisive e doppia una serie animata sull’Uomo Pipistrello. Oltre alla versione in carne ed ossa, Batman infatti conoscerà in televisione pure numerose rappresentazioni animate.

LE VERSIONI ANIMATE, ASPETTANDO GOTHAM

Il debutto in versione animata è del 1968 e avviene in compagnia di Superman, il quale però si affranca dal Cavaliere Oscuro già l’anno successivo. Batman appare anche dal 1973 ne I Superamici, prodotta da Hanna-Barbera, con le avventure della Justice League, ovvero Superman, Robin, Aquaman e Wonder Woman; in Italia viene trasmessa per nove stagioni. Dopo aver partecipato ed essere apparso come contenitore in numerosi cartoni animati incentrati su altri eroi, arriva nel 1992 la serie animata di maggior successo dedicata al personaggio: Batman (chiamata alle volte Batman – Tas), prodotta dalla Warner Bros e capace di vincere un Emmy Award, si ispira ai film di Tim Burton, alla letteratura, al cinema, con uno sguardo ironico, retrò e poliziesco, molto fedele alla versione del fumetto anche nella presenza di avversari storici. Il sito IGN ha definito la serie come il miglior adattamento su Batman mai realizzato, il miglior cartone animato tratto da un fumetto del periodo e la seconda miglior serie animata del periodo.

A contribuire al successo nel nostro paese è lo splendido adattamento del doppiaggio italiano, mentre nella versione originale sono da segnalare le voci di Adam West (Fantasma Grigio) e del Luke Skywalker della trilogia originale di Star Wars, Mark Hamill, che presta la voce al Joker. La serie prosegue fino al 1995, per poi continuare con Batman – Il cavaliere della notte nel 1997. Contribuisce a rendere un cult la serie la storica sigla italiana, scritta da Alessandra Valeri Manera e Ninni Carucci e cantata da Cristina D’Avena. Molto particolare è l’adattamento del 1999, Batman of the future, dove un anziano Bruce Wayne si fa mentore di un giovane Terry McGinnis, mentre dal 2001 l’Uomo Pipistrello torna a combattere nella Justice League e in Justice League Unlimited tre anni più tardi. È dello stesso anno invece The Batman, profondamente rinnovata nello stile e nelle ambientazioni. Ma per il Cavaliere Oscuro, anche in televisione, tutto ciò non costituisce certo una novità.

Per quanto riguarda l’immediato futuro, invece, ad oltre quarant’anni dall’ultima serie televisiva in versione live-action, il prossimo autunno debutterà negli Stati Uniti, trasmessa dalla rete Tv Fox, Gotham, una serie ideata da Bruno Heller, che costituisce un ideale prequel delle vicende legate al personaggio di Batman, e che trova il suo incipit nell’assassinio dei genitori di Bruce, Thomas e Martha Wayne; ad indagare sull’omicidio saranno il giovane detective della polizia Jim Gordon, interpretato da Ben McKenzie, e il suo collega Harvey Bullock (Donal Logue).


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