Lo sguardo del giovane inglese si fissa su una Berlino dissociata, scapigliata ed euforica ma allo stesso tempo segnata dalla crisi e da tensioni sociali incandescenti. Un mondo transitorio, agitato da fallimenti bancari e teatro delle violenze di strada di nazisti e comunisti, che inseguono i loro deliri sanguinosi di palingenesi sociale. Una città sospesa che non rinuncia a vivere, ma che sta scivolando verso una discontinuità traumatica.
Isherwood si mantiene a Berlino dando ripetizioni d’inglese e vive, assieme ad altri pigionanti assortiti, in un appartamento gestito da un’affittacamere, Fräulein Schröder, un po’ impicciona come tutte le affittacamere. Isherwood osserva con distacco abbastanza british la città e i suoi abitanti. Ne emerge una galleria di personaggi variegati, ognuno con i suoi desideri.
Successo, amore, magari solo la salvezza personale. Dalle desperate housewives annoiate dei quartieri bene al milieu proletario di Hallesches Tor. Alti borghesi e starlette stralunate che si strascicano fra bar e improbabili carriere nel mondo dello spettacolo.
Una narrazione che a tratti ricorda certe sinfonie di Mahler, in cui sonorità preziose sono inframezzate da materiali di estrazione più vile.
Isherwood passa dalle dimore borghesi di città e dagli chalet sul Wannsee agli alloggi plebei con le chiazze di muffa sul soffitto. Dalle conversazioni colte e annoiate con i rampolli degli industriali alla frequentazione delle bettole sottoproletarie.
Quando si finisce l’ultima pagina e si ripone il volume viene quasi spontaneo chiedersi cosa sia successo ai protagonisti delle storie del libro.
Lo scrittore inglese, socialista idealista, abbandona infine Berlino quando Hitler diventa padrone della città e della Germania. Isherwood, assistito da una prosa leggera e accurata, non nasconde le proprie idee, ma allo stesso tempo non giudica, osserva, riporta e lascia parlare le sue storie.
Considerato spesso il capolavoro di Isherwood, Addio a Berlino ha anche ispirato il celebre Cabaret di Bob Fosse, con Liza Minelli nella parte della protagonista. Un romanzo autobiografico che si legge con piacere.
SBL
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Christopher Isherwood, “Addio a Berlino”
Adelphi (collana Fabula), 2013
Traduzione di Noulian L.
Pagine 252, Euro 18,00