I bambini e i loro giochi

Da Tigella

Mi è capitato spesso di osservare i bambini con loro giocattoli. Sempre più spesso sono circondati da tantissimi oggetti ricevuti in regalo, o anche scelti da loro, così tanti che perdono facilmente e velocemente attrattiva. Vengono messi presto da parte, dimenticati, tenuti con poca cura e spesso ne vengono persi i pezzi prima ancora di averci giocato compiutamente anche solo una volta. Solo pochi giochi vengono “adottati” per un ragionevole lasso di tempo, solo un paio restano tra i “preferiti” anche a lungo.

Non bastano le parole, foto di Marita Cosma

Per me che da piccola ho avuto sempre pochi giochi (e tutti molto desiderati), questi atteggiamenti saltano agli occhi e, confesso, mi provocano una stretta dolorosa al cuore. Sicuramente molti di noi donano i giochi dei propri figli a chi è meno fortunato, e questa è una buona scelta. Da un po’ di tempo però mi chiedevo come fare a “valorizzare” tutti i giochi di casa, con cui per un motivo o l’altro, non si gioca più. Direi che soprattutto mi premeva che questi giochi acquisissero “valore” anche agli occhi dei piccoli.

E’ stato così che con un gruppo di amici, tutti con la stessa esigenza, è nata l’idea di organizzare per i nostri figli “la giornata del baratto”. Abbiamo sfruttato una delle tante occasioni di incontro tra noi, per stimolare i bimbi a portare i giochi da scambiare con gli altri.

Dobbiamo dire che non tutti i bimbi hanno avuto lo stesso slancio a partecipare, ma alla fine con pochi o tanti giocattoli c’erano tutti. Ed è stato un successo, si sono perfettamente organizzati da soli, nessun litigio, tutti sono rientrati con qualcosa di nuovo con cui giocare, qualcuno è tornato persino scontento di non aver potuto regalare tutti i propri giochi, anche senza ricevere nulla in cambio.

Il baratto è uno strumento nuovo per loro, è una scelta rivoluzionaria per noi che siamo cresciuti nella cultura dell’individualismo, che ci siamo sempre comprati quello che ci serviva, che non siamo abituati a cedere nulla gratuitamente e spesso nemmeno a dare in prestito. I nostri figli si adattano più facilmente, se li avviciniamo a questa pratica sin da piccoli. Abituarsi a non essere attaccati agli oggetti quando non ci servono più, scegliere di donarli a qualcuno che ne può ricavare una utilità maggiore, scambiarli con qualcosa di più interessante o utile, sono cambiamenti importanti di mentalità rispetto a quella in cui siamo cresciuti. I nostri figli hanno sperimentato la portata di questo cambiamento e sono sicura che sarà un’esperienza preziosa, che ripeteremo. Io spero che in autunno la sfida si allargherà anche a noi adulti e che altri gruppi di genitori si sentiranno incoraggiati a provare questo interessantissimo esperimento.