Esistono fobie cosiddette fisiologiche nella età infantile, delle quali abbiamo già avuto occasione di parlare, ma al di là di queste, nel valutare il significato delle paure apparentemente immotivate dei nostri bambini, dobbiamo tenere conto sia di quelle che sono alcune caratteristiche della mente infantile, sia dei condizionamenti ambientali e sia infine degli effetti che il comportamento fobico produce sui care-giver del piccolo.
Quando le caratteristiche di intensità e frequenza di una condotta fobica, sia pure infantile, producono limitazioni nel quotidiano del fanciullo e/o della sua famiglia, allora il disturbo merita una attenzione specifica ed anche un trattamento del bambino stesso e/o dei suoi familiari. Si tratta ovviamente di disturbi d'ansia che rispecchiano spesso un disagio vissuto, talvolta assorbito, dal bimbo all'interno del suo microcosmo familiare.
In diversi casi accade che il bambino non sia solo per così dire, ma che anzi fobie analoghe siano presenti in altri membri del nucleo familiare ed esse risultino pertanto comportamenti appresi per imitazione, anche se, per una curiosa equazione della mente umana, il comportamento fobico venga poi individuato come problema solo nel bambino e non in altri.
Un genitore apprensivo, che ha paura di lasciar giocare all'aperto il proprio bambino, ad esempio, individua come problema il fatto che il piccolo ad un certo punto si rifiuti di uscire di casa o di lasciar uscire il genitore, amplificando di fatto, come in un gioco di specchi, l'emozione spiacevole solitamente associata all'uscita dalle mura domestiche. Aspetti riconducibili a meccanismi di imitazione o condizionamento in rapporto alle dinamiche di relazione familiare, sono presenti abbastanza spesso.
La fobia è una sorta di concretizzazione immaginifica di una paura o un'angoscia legata ad un conflitto e quindi contiene un significato simbolico del quale di norma la persona che ne soffre non è immediatamente consapevole e la cui decodificazione è possibile attraverso specifici percorsi diagnostici e terapeutici.
Quando una "fobia" fa seguito ad un evento traumatico: ad esempio il bambino ha vissuto un incidente di strada ed ha paura di andare in auto o di attraversare, è sempre opportuno essere rassicuranti ed aspettare i tempi fisiologici di sedimentazione ed elaborazione dell'esperienza, senza caricare ulteriore ansia sulla condotta di evitamento. Anche in queste situazioni tuttavia la persistenza eccessiva del sintomo può richiedere un trattamento.
Talvolta i bambini amplificano nella loro fantasia cose udite dai grandi o sentite in televisione: l'accompagnamento del bambino nella visione dei programmi ed una spiegazione critica, anche di semplici notiziari, è spesso una necessità, specie per i soggetti più sensibili e suggestionabili.
In generale non si dovrebbe delegare alla televisione il ruolo di baby sitter: al di sotto dei 6-7 anni i bambini incontrano difficoltà a discernere il mondo della loro fantasia dalla realtà.