I bambini sono il futuro, non vanno marchiati di assurdità

Creato il 02 gennaio 2012 da Controcornice
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I bambini sono il futuro, non vanno marchiati di assurdità

Posted on 2 gennaio 2012 by Alessandra I bambini sono il futuro, non vanno marchiati di assurdità

Cosa c’è di male nell’essere donna? Cosa hanno le donne di così diabolico e pericoloso da doverle relegare lontano dalla vista maschile.

Cosa potrebbe succedere se uomini e donne venissero a contatto?

Quando leggo notizie come queste mi sembra che le donne, in certe culture, siano considerate portatrici di devastazione.

Eppure io sono donna e non mi sembra di avere niente di malvagio dentro di me. Non tramuto in pietra con lo sguardo, non contamino il terreno, non inquino le acque, non provoco guerre.

Sono un essere umano come lo sono gli uomini, solo con qualche differenza biologica.

Non genero sventura: genero VITA!

Allora perché tanta ansia nel ghettizzarci?

Mi sono data una sola spiegazione: paura e disprezzo!

Solo che, giorno d’oggi, non capisco perché gli uomini dovrebbero aver paura delle donne? Il Medioevo è stato superato!

Queste riflessioni sono nate spontaneamente quando ho letto un articolo del Corriere della Sera che raccontava di un episodio di intolleranza e integralismo verso una bambina di 7 anni in Israele. Nella società israeliana più tradizionale e osservante il posto delle donne, è in fondo a tutto, non solamente sui mezzi pubblici. Ma il governo conservatore di Benjamin Netanyahu,  domenica scorsa non ha potuto ignorare l'ondata di polemiche sollevata dalla questione: può l'abbigliamento di una bambina di nemmeno 8 anni rappresentare un oltraggio al pudore?
Può, come ha documentato un servizio del secondo canale televisivo israeliano nella cittadina di Beit Shemesh, 80 mila anime, delle quali il 35% rigorosamente ortodosse, a nord ovest di Gerusalemme. Può, come ha urlato nel microfono dell'esterrefatto reporter, un automobilista sinceramente convinto che sia giusto e addirittura «sano» punire una femmina abbigliata in modo «immodesto», a 7 come a 70 anni. E Na'ama era stata punita con sputi, spintoni, insulti e qualche sassata, lungo il tragitto di 300 metri fra casa e scuola. Scuola religiosa, fra l'altro, come la famiglia di immigrati americani in cui è nata, come il guardaroba materno e come il suo, che in Europa sarebbe molto probabilmente giudicato da educanda.

Una maglietta dalle maniche troppo corte, una gonna colorata che non ha coperto a sufficienza le ginocchia, un errore nello scegliere il marciapiede (la strada principale di Beit Shemesh è riservata su un lato agli uomini e sull'altro alle donne), hanno trasformato una scolaretta in una provocante «scostumata», agli occhi di alcuni zeloti, che hanno deciso di rimetterla al suo posto. Tanto che Na'ama ora non vuole più tornare a scuola, nemmeno scortata dalla mamma.

Non oso immaginare che segno possa lasciare in una bambina un’esperienza del genere.

E’ come marchiarla per ricordarle che un giorno sarà “donna” e pertanto “sbagliata”.

Mentre quelli “giusti” sono solo gli uomini!

Il fatto è che tutti i giorni della mia vita, guardo il mondo forgiato dagli uomini e non mi sembra così giusto!

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