I dati del suoi fan incrociati con ticketing, ordini, mail, check in, survey, tweet e tutta le conversazioni neurali saranno usati da lei direttamente per creare la sua cerchia brand, il suo valore commerciale e sposarlo con il potenziale comarketing per promuovere linee di beverage, fashion style, editoria e chissà cos’altro. Oppure rivederli ad analisti del marketing
La creatività artistica pagata con il valore commerciale del singolo fan, questa è la rivoluzione che il digitale si è portato dietro.
Tutto gratis ha un prezzo e questo è sono le informazioni come moneta di scambio.
Gli artisti si sono rotti di dover creare prodotti che sarebbero stati poi saccheggiati dagli hacker, dai pirati o da sistemi postnapster, oppure venir monopolizzati come polli in batteria dentro Itunes o uno store Android.
E si sono rotti di sottoscrivere contratti con i quali il loro carisma, popolarità e talento sarebbero stati usati per vendere pannolini o comdom senza che loro avessero la possibilità di governance. I Big Data, la massa delle informazioni che ogni istante vengono prodotti, memorizzati e analizzati in dìformato digitale, sono il nuovo petrolio. Di questo tema ne parleremo con Massimo Rosso di RAI il 6 dicembre al Museo della Radio di Torino, e con lui Massimo Griffa di Loescher, Gabriele Elia di Telecom e Anna Masera de La Stampa.
Restate sintonizzati.