Le cause di una simile iniziativa risiedono nel fatto che, complice la recente crisi recessiva, si è notevolmente abbassato il prezzo con la spiacevole conseguenza che, al momento, risulta decisamente più conveniente acquistare i permessi (e quindi inquinare) piuttosto che investire in tecnologie low carbon. I partecipanti all’ETS comunitario, tra cui centrali elettriche e altri grandi impianti industriali, sono preoccupati del fatto l’attuale eccesso di quote di carbonio possa continuare a contenere i prezzi, che negli ultimi mesi hanno oscillato intorno tra i 7 e gli 8 euro alla tonnellata.
Nella lettera si sostiene che il “pieno funzionamento del sistema di scambio è fondamentale perché il blocco dei Ventisette realizzi i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni e come tale la Commissione dovrebbe sostenere le proposte avanzate dal Parlamento europeo per ritirare dal mercato un massimo di 1,4 miliardi di euro”.
Ora, l’esecutivo sta riflettendo se ritardare o meno nella messa all’asta di un massimo di 1,2 miliardi di quote di carbonio per la prossima fase del sistema ETS tra il 2013 e il 2020.
[foto da wisesociety.it]