In occasione dell’imminente festa del papà, oggi i Bon Bon di libri e marmellata sono dedicati all’amato genitore con due proposte divertentissime!
“Come educare il tuo papà” di Alain Le Saux, Il Castoro
I ruoli capovolti, quando bel illustrati, risultano spassosi e utili, oltre che per ridere, anche per riflettere reciprocamente sui propri compiti e sui sentimenti e le percezioni dell’altro.
Il libro è costruito come un elenco di precetti – uno ogni doppia pagina – enunciati da un bambino per educare correttamente, con la giusta alchimia di tenerezza e severità, un papà presumibilmente un po’ discolo. L’impostazione è generica, per cui si deduce che i principi possano essere applicati a tutti i papà che, si sa, si somigliano un po’.
L’albo fa ironicamente il verso ai classici metodi educativi moderni, dove si predilige l’ascolto e l’attenzione, ma si resta ben attenti affinché il figlio (in questo caso il genitore) non esuli dal suo ruolo.
Il risultato, giocato sui contrasti adulto-bambino è divertimento allo stato puro, e non soltanto per i piccoli lettori ma, forse ancor di più, per quelli adulti.
Qualche esempio? “Se il papà comincia a fare domande mentre io sono occupato gli spiego chiaramente che gli risponderò solo quando avrò tempo. Bisogna essere decisi con un papà”; Se il papà vuole fare un gioco che detesto io gioco con lui lo stesso. Bisogna dedicare del tempo a un papà”; “Quando il mio papà mi chiede: «Mi vuoi bene?» io gli rispondo sempre: «Tantissimo». Meglio avere un papà felice”.
La gustosa ironia del testo è coadiuvata dalle spiritose vignette in stile caricaturale, che sottolineano gli argomenti e li inquadrano in beffarde scenette quotidiane.
Consigliato dai 5 anni.
NON MI CONVINCE MOLTO PER: l’albo mi convince moltissimo praticamente per tutto, se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo si può sottolineare che forse è un libro che diverte più l’adulto che il bambino, se proposto troppo precocemente.
DA NOTARE CHE: il libro, facendo un uso sapiente e non banale dell’ironia, non è adatto ai bambini troppo piccoli, ma bisogna fare attenzione a proporlo quando il lettore è in grado di apprezzarne il senso.
“Mi porti al parco?” di Fabian Negrin, Il Castoro
Un papà ronfa sul divano e a nulla sembrano valere i tentativi del figlioletto di svegliarlo per andare insime al parco.
Non servono i tamburi, gli elettrodomestici accesi e nemmeno metodi un po’ più drastici, come far parcheggiare un’ambulanza a sirene spiegate a due passi dal divano, allagare la casa o far arrivare niente-poco-di-meno-che un elefante dal circo. Il papà continua e russare più che mai…
Finché, quando le speranze sembrano oramai perse, il lieto fine imprevedibile arriverà, con una conclusione che, oltre che a sorpresa, sarà, fedele allo stile del libro, basata sul paradosso.
Senza dimenticare la tenerezza nella doppia pagina finale che vede, finalmente, papà e figlioletto recarsi al parco giochi mano nella mano.
Perfetto per la lettura ad alta voce. Se il lettore adulto è bravo a riprodurre i vari suoni e a rendere l’effetto “escalation” della storia, l’attenzione dei piccoli ascoltatori verrà conquistata come con pochi altri libri.
Originali le illustrazione dell’autore, dai colori decisi che spiccano sugli sfondi bianchi e il perfetto senso del movimento, che risultano narrative, oltre che della storia, anche delle sensazioni ad essa legate. Guardando le tavole pare proprio di percepire il caos e i rumori che animano il racconto!
Consigliato dai 4 anni.
NON MI CONVINCE MOLTO PER: mi convince in tutto.
DA NOTARE CHE: Fabian Negrin è un grande autore ed illustratore per ragazzi, che ha pubblicato con svariate case editrici ed è stato candidato nel 2012 al Premio Internazionale Hans Christian Andersen. Vale la pena approfondire la conoscenza del suo lavoro.
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