I BOSCHI DELLA SCUROSA e la grotta di Bernardo di Quintavalle

Creato il 02 aprile 2013 da Andreaant54

On 2 aprile 2013 by andreaantinori With 0 Comments - MONTAGNE

DOMENICA 7 APRILE ESCURSIONE GUIDATA ALLA VALLE DI SAN GIOVANNI E MONTELAGO ( CAI 150 ANNI) - SEFRO (MC) ore 9.00 L'elezione del nuovo papa ha riportato in auge la figura di san Francesco d'Assisi e il suo ideale di povertà evangelica. Anche certi capi di movimenti politici azzardano definirsi francescani. Ma la scelta di Francesco è stata ben altra cosa che un generico invito ad occuparsi dei poveri. La sua è stata la radicale messa in atto di quanto il vangelo addita senza interpretazioni "Va', vendi tutto ciò che hai e dàllo ai poveri" (Marco 10:17-27). Il primo al quale Francesco annunciò quale strada estrema aveva voluto intraprendere fu Bernardo di Quintavalle, uno dei maggiorenti di Assisi, dottore laureato a Bologna, molto ricco. Così egli, regalate immediatamente tutte e sue ricchezze, diventò il primo compagno nella nuova vita di Francesco, fedele fino all'ultimo a quella scelta radicale. I Fioretti raccontano con ampi dettagli gli episodi più salienti della comune ricerca della felicità perfetta. L'Appennino tra Marche e Umbria è ricco di luoghi francescani. Molti sono quelli frequentati da Francesco nelle peregrinazioni con i suoi primi frati. Le valli dei principali fiumi adriatici, che incidono trasversalmente la dorsale appenninica, erano allora le vie preferenziali per attraversarla e scendere dall'Umbria al Piceno. Nell'alta valle del fiume Potenza, tra i monti di Pioraco e Sefro, in quel tempo ancora ammantati di fitte selve, era facile trovare grotte e ripari dove Francesco e i suoi compagni potevano isolarsi dal mondo com'era loro costume, alternando periodi di romitaggio con la predicazione nelle cittadine del contado. Il più famoso è l'eremo di S. Angelo di monte Pennino,in una grotta di questo massiccio rilievo da cui si originano tutti gli affluenti del Potenza da una parte e del fiume Topino dall'altra. Qui Francesco, ormai cieco ed infermo, si farà condurre negli ultimi giorni della sua vita nel tentativo di sfuggire alla calura di Assisi e alle mire interessate dei suoi frati e dei suoi concittadini. Quest'ultimi nel timore che potesse morire fuori di Assisi e nella bramosia di farne una preziosa reliquia invieranno uno stuolo di cavalieri per riportarlo forzosamente in città. Dal monte Pennino, sul suo versante orientale, si diparte la valle della Scurosa, ancora oggi densa di boschi, malgrado quelli antichi siano andati tutti in fumo trasformati in carbone. La valle si apre a monte dell'abitato di Sefro e accogliendo le acque che per vie sotterranee scendono dall'altopiano di Montelago le getta a Pioraco nel fiume Potenza grazie al torrente Scarzito che, a onta del suo nome, ha sempre discrete portate. Oggi a rischio perchè l'acqua è sempre più preziosa, già varie captazioni hanno imbrigliato le sorgenti e altre si vanno preparando per far fronte alla sete smoderata e sprecona della pianura. Proprio in una di queste valli laterali, quella di San Giovanni, che conduce verso Montelago, al di sotto di una fascia di rocce calcaree del monte Crestaio, si rifugiò Bernardo dopo la morte di Francesco. Vi rimase due anni in perfetta solitudine perso nella dimensione contemplativa che è ben ricordata nei Fioretti: "... ebbe tanta grazia da Dio che, spesse volte, era ratto in contemplazione a Dio." Nel 1240, deposto Frate Elia, ritornò nell'alveo dell'ordine, ormai scosso dalle tensioni tra spirituali e conventuali. La grotta si può raggiungere per un nascosto sentiero [ qui il percorso ] che permette di godere di tutta la selvatica bellezza di questi boschi al confine tra calde macchie mediterranee di leccio e più ombrosi carpineti . Da qui si raggiunge la carrareccia che sale da Agolla e raggiunge l'altopiano di Montelago, in questo periodo ancora in gran parte inondato dalle acque di fusione della neve, che lentamente scompaiono nel sottosuolo attraverso due inghiottitoi.