I boschi intorno a Mārupe

Creato il 29 gennaio 2012 da Bartleboom


I boschi intorno a Mārupe sembrano enormi eserciti innevati, tante lunghe distese di soldatini. Pini, betulle, abeti rossi, la maggior parte ritti sull'attenti, nel loro alto e bianco profilo. Alcuni, i più fragili e giovani curvi sotto lo strato di neve che li ingobbisce fino al suolo. Paiono inchinati di fronte all'inverno.
E' arrivato solo da poco, quest'anno, dopo un autunno che sembrava non finire mai. Ma adesso l'inverno vero morde coi suoi meno quindici di giorno. Oggi, in un giorno di sole chiaro e pallido che si perde nell'azzurro del cielo del nord.
Sotto quel sole freddo e lucente passeggiavamo sopra uno dei tanti piccoli laghi in mezzo a quei boschi. Basta grattare via il primo strato di neve e già compare il grigio acquoso della lastra di ghiaccio sulla superficie del lago. Agli ometti sembrava una meraviglia, scostare quella neve e ritrovarsi il lago sotto i piedi.
A che serve che racconti ancora la meraviglia che mi prende. Ancora, dopo più di dieci anni? Queste distese bianche, i boschi, il pane nero la sera, “Kurzemite” fra le mani, Ziedonis che non finisce stupirmi, di abbagliarmi. Come questo sole invernale che rimbalza sul lago di ghiaccio.
E poi Riga. Con Kazaks nelle orecchie ogni volta che torno dal centro sul mio tramvajs numero dieci, e appena dopo il Gaismas Pils, ecco Pardaugava, quieta e lenta, con quella ruvida dolcezza che ti afferra. Le stradine innevate, le casettine in via delle patate, in via delle cipolle. E le villette dei ricchi, che sanno bene dove andare a pescare gli angoli ancora illibati e genuini della Riga lontana dalla gente, dai turisti e dai rumori di una città qualunque.
Serve ancora, scrivere tutto questo, dopo tutti questi anni? E per tutti quelli che ancora ci saranno?
E per tutte le cose che ancora ci sono da leggere e da vivere, gli incontri da fare, le partite della Dinamo la sera alla tv,  con grauzdiņi e birra accanto alla poltrona, gli slittini dei bambini per scendere dai dossi di neve in Arkadijas Parks. Scrivere ancora tutto questo? Kam vajag?
Nu, varbut tikai man vajag...

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