Durante un programma televisivo di Taiwan, Mr. Gou ha detto che il Brasile è una "terra ricca di potenzialità", ma ha avvertito che il paese offre "solo" il mercato locale e per dipiù richiede il trasferimento di tecnologia: "Alcuni dicono che è necessario allargare gli affari. E io voglio allargarmi, ma il Brasile mi dà solo il mercato locale, e dobbiamo anche trasferire la nostra tecnologia”.
Il presidente della Foxconn ha anche detto che i brasiliani "non lavorano molto, perché sono in un paradiso." E il paese, rispetto a Taiwan, "non dispone di tecnologia avanzata".
Questa non è la prima volta che Mr. Gou dice che i brasiliani lavorano poco. Due anni fa, ha detto al Washington Post, che non considerava aprire fabbriche in Brasile, perché, presumibilmente, i lavoratori di qui smettono di produrre per ballare la samba o per vedere una partita di calcio.
Il presidente di Foxconn, produttore di marchi come Apple e HP ha anche comparato il Brasile con "la vecchia Taiwan esportatore delle banane". Citando il suo incontro con Dilma Rousseff quando era in Cina per trattare con un investimento di12 miliardi di dollari in Brasile, il leader del colosso taiwanese aveva mostrato interesse per "modernizzare Brasile", scambiando la vendita materie prime per i suoi semiconduttori. Mr. Gou ha però aggiunto di non credere che il Brasile possa competere con le fabbriche americane o cinesi.
Ora non si sa se vorrà aprire cinque fabbriche in Brasile come alcuni presumevano. La scorsa settimana, l'imprenditore Eike Batista (l’uomo più ricco della America Latina) ha detto che un'unità della società avrebbe aperto in Minas Gerais. Tuttavia, dall’annuncio di installazione della fabbrica Foxconn in Brasile nessuna notizia ufficiale è stata data per certa.
Da ricordare che questo colosso taiwanese è anche tristemente famoso per le condizioni in cui lavorano i suoi operai, con turni di 12 ore al giorno, con operai costretti a lavorare in piedi per lunghi lassi di tempo e alienati dal lavoro estremamente monotono. Condizioni che potrebbero aver causato 18 suicidi negli ultimi anni, attirando per la prima volta l'occhio pubblico dei Paesi occidentali dove Apple vende la quasi totalità dei propri prodotti.