I brutti sogni si fanno verso la fine della notte, quando il sonno REM (la vetta del nostro viaggio immaginario) è più frequente e duraturo. Per questo motivo, l’attività fisica è minore (il sudore e l’agitazione sono meno intensi) ed è presente il controllo cerebrale. Ciò consente al bambino di riconoscere subito i suoi genitori, sa fa consolare da loro e il giorno seguente ricorderà quanto gli è capitato.
Prima che i bambini imparino a parlare, si può solo sospettare che abbiano fatto un brutto sogno, ma non è possibile saperlo con certezza. Anche se si tratta di un bambino di 3 anni, non è facile capire con esattezza cosa lo abbia turbato, perché il piccolo non è ancora in grado di esprimersi bene. Inoltre, a questa età i bambini hanno difficoltà a distinguere ciò che sognano da quello che immaginano, quando sono svegli, quindi il più delle volte non è proprio possibile capire se ciò che raccontato è frutto della loro immaginazione o se hanno davvero fatto un brutto sogno.
I brutti sogni occasionali sono un fenomeno assolutamente normale durante tutte le fasi dell’infanzia. Se il bambino a un incubo, bisogna calmarlo subito, con tanta dolcezza, perché in quel momento il piccolo sta soffrendo. Tuttavia occorre agire con estrema attenzione, per evitare di cadere nel tranello comportamentale.
Infatti è molto importante ristabilire la solita routine ed evitare che il bambino tragga un beneficio da questa situazione (come pretendere la continua presenza dei genitori), perché altrimenti si corre il rischio di far aumentare i risvegli notturni. Le femmine sono tre volte di più predisposte agli incubi, rispetto ai maschi, anche se non se ne conosce la causa. Quando la frequenza degli incubi diventa preoccupante, sarà meglio informarsi su ciò che accade alla scuola materna, controllare la qualità di programmi televisivi che il piccolo vede ogni giorno e rivedere il tipo di educazione che riceve!
I vostri piccoli fanno spesso dei brutti sogni? Come vi comportate?
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