Titolo: I Buddenbrook: decadenza di una famiglia
Autore: Thomas Mann
Anno: 1901 (Prima Edizione Originale)
"I Brambilla: nascita, ascesa e decadenza di una grande famiglia della Brianza".
Il console Giovanni detto Vanni diede inizio alla dinastia e allo sviluppo della ricchezza, tramandata al figlio Gianni, dal quale nacquero Tommaso e Antonietta, mischiando i danè con la politica, e andando in sfacelo con la morte dell'ultimo erede della casata, il giovane Annibale.
Un siffatto prodotto di narrativa non vincerebbe nemmeno il Premio Città di Lodi. Ma volgendo la storia e i nomi in tedesco, ha fruttato al suo autore, Thomas Mann, il premio Nobel per la Letteratura.
Il titolo è I Buddenbrook: decadenza di una famiglia, ed è uno dei libri più belli e importanti del ventesimo secolo. Inorgoglisce sapere che la stesura sia iniziata durante la permanenza in Italia dello scrittore tedesco.
Come usa dire nel mondo della finanza, la prima generazione costruisce, la seconda espande e consolida, la terza perisce. E questo succede alla famiglia Buddenbrook nel volgere di qualche decennio. Non inventiamo niente se diciamo che la dinastia mercantile del libro è presa pari pari dalla famiglia Mann, con trasposizione dei personaggi e variazione dei nomi.
L'atmosfera è decadente, nel senso letterario. Non come in Morte a Venezia, ma di risate non muore nessuno di certo nemmeno qui.
I personaggi principali sono gli eredi della dinastia di mezzo: Thomas, che alla ricchezza aggiungerà la carica di Senatore, e sua sorella Toni, all'anagrafe Antonie, plurisposata, pluriseparata. Due figure nobili di animo e consapevoli del ruolo e della funzione nella società mercantile di Lubecca, e non come i mobilieri di Cantù fiancheggiatori del potere politico e amministrativo per tornaconto.
Esistono anche le pecore nere, in una famiglia così: il figlio primogenito del capostipite che ha aperto una bottega e bussa sempre a soldi.
"Johann Buddenbrook sembrava aver odiato sinceramente e amaramente quella nuova creatura, dal momento in cui i suoi primi violenti movimenti avevano causato atroci dolori alla madre, e fin quando era venuto alla luce sano e vitale mentre Josephine spirava, la testa esangue affondata nei cuscini, - e non aveva mai perdonato l'uccisione della madre a quell'intruso senza scrupoli, che cresceva forte e spensierato... Questo il console non lo capiva. Ella morì, pensava, adempiendo l'alto dovere della donna, e io avrei teneramente trasferito l'amore per lei sulla creatura cui aveva donato la vita, lasciandomela nell'istante del congedo... Ma il babbo, invece, non ha mai visto nel figlio maggiore altro che lo scellerato distruttore della sua felicità."
O il fratello di Thomas, Christian, legato ad una donna alquanto discutibile, che vuole sposare subito dopo la morte della madre.
"Christian era completamente fuori di sé; e incominciava a dire cose che non aveva mai dette. Era chino sul tavolo, vi picchiava senza posa con la punta dell'indice ricurvo, e con i baffi irti e gli occhi arrossati, fissava il fratello, che, ritto, pallido e con le palpebre socchiuse, lo guardava dall'alto in basso.
«Il tuo cuore è colmo di gelo, di ostilità e di disprezzo verso di me,» proseguì Christian, con una voce cupa e gracchiante al tempo stesso... «Per quanto io ricordi, tu hai avuto nei miei confronti una tale freddezza che alla tua presenza mi sono sempre sentito gelare... può essere una strana espressione, ma se sento così?... Tu mi respingi... Mi respingi se appena mi guardi, e anche questo non lo fai quasi mai."
Il senatore Thomas e sua sorella Toni spiccano come giganti in mezzo a gente di mediocre ingegno. E che contegno, che portamento!
Purtroppo gli affari non vanno come dovrebbero, e la grande casa in cui vive tutta la famiglia Buddenbrook viene venduta ai rivali di sempre, gli Hagenstrom, cioè i mobilieri di Cantù dirimpetto a Tommaso. Una sconfitta.
Pure l'azienda viene messa in liquidazione: le condizioni di salute del senatore non sono splendide, e l'erede designato, Hanno, è poco propenso agli affari, prediligendo la musica del suo pianoforte e le lettere.
C'è molto Schopenauer nel senatore, circa l'insensatezza della vita per tutti gli esseri viventi, ma anche Nietzsche, che rappresenta la sublimazione della ricerca del senso della vita per un uomo d'affari e politica come era stato per quasi tutti i suoi giorni.
"Dove sarò, quando sarò morto? Ma è chiarissimo, estremamente semplice! Sarò in tutti coloro che abbiano mai detto io, che lo dicono o lo diranno; ma specialmente in coloro che lo dicono più pienamente, più energicamente, più lietamente... "
C'è molto di Thomas Mann nei due fratelli Buddenbrook e nel discendente Hanno: la solidità, il decoro, il senso degli affari, ma anche il temperamento artistico, la sensibilità, il tono sommesso.
Come non vedere nel senatore amante della filosofia, che ha interrotto gli studi per dedicarsi all'attività di famiglia, lo stesso Thomas Mann, la cui laurea è stata soltanto honoris causa?
L'aria alla fine del libro potrebbe essere sovrapponibile al cenno d'addio di Tadzio nel mare allo scrittore sulla riva in Morte a Venezia.
È Toni che tiene le redini della famiglia quando tutti i maschi Buddenbrook sono morti, facendo da testimonianza allo splendore che è stato. Bella e nobile fino alla fine.
"In qualunque modo la signora Antonie era decisa ad andare avanti a testa alta, finché fosse rimasta al mondo e la gente avesse posato lo sguardo su di lei."
Il libro è un'apologia del dovere, dove ognuno ha un ruolo e una funzione. Anelli di catena, viene detto. Come è proprio del luogo comune sui tedeschi.
Personalmente, sarei diventato volentieri il terzo marito di Toni. Ma anche quarto, quinto...
Veramente una gran signora.