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1940 dopo il bombardamento su Londra, Berlino subisce un primo attacco aereo, da quel momento diventa chiaro che le difese aeree della città sono insufficienti, Hitler è furibondo e impartisce l’ordine di costruire dei bunker, nonostante la propaganda avesse costantemente rassicurato il popolo tedesco circa l’invulnerabilità della Germania dai propri nemici;
Inizialmente Hitler pianifica la costruzione di sei torri antiaeree in seguito il numero viene ridotto a tre torri, in cemento, con muri perimetrali di due metri, alte sette, con cannoni in grado di spaziare a 360°. Hitler in persona abbozza i disegni. In tutte le torri di artiglieria i depositi delle munizioni sono sistemati al pianterreno. Da qui speciali ascensori trasportano le pesanti munizioni in alto fino alle piattaforme di tiro e finiscono nella cupola di protezione di cemento di 72 tonnellate. Perfino per gli standard attuali l’artiglieria tedesca era un vero prodigio di efficienza.
Come luoghi della “vittoria finale” i “duomi del tiro” sarebbero stati dopo la fine del conflitto trasformati in monumenti agli eroi di guerra e centri culturali a seconda dei casi, ma in quei giorni la loro costruzione diventa una lotta contro il tempo, il nemico è alle porte.
Il venti aprile è il compleanno di Hitler, su Berlino, una strana calma, un silenzio agghiacciante, una pausa di battaglia, la quiete prima della tempesta e infatti il giorno successivo i sovietici colpiscono la città, razzi che volano sopra le teste come macabre ombre, un rumore assordante e raccapricciante, i cannoni aprono il fuoco, un milione di proiettili vengono sparati,
I bunker progettati per far paura al nemico ora devono far fronte all’offensiva, gli scontri sono cruenti, la popolazione è spaventata e cerca rifugio dove può, odori sgradevoli, caldo opprimente, ammassati come animali e ancora quel differenziarsi come la razza superiore, l’entrata ai bunker è consentita solo agli ariani puri, nessuno straniero o ebreo vi è ammesso. I berlinesi cresciuti con la propaganda nazista temono l’armata bolscevica, tutto è meglio dei russi compreso il suicidio.
Molti tentano la fuga, Hitler appare per l’ultima volta in pubblico poi entra nel bunker per non uscirne più. Si spara e il rifugio vien ricoperto di cemento.
La vita continua. Restano solo i luoghi con le cicatrici delle battaglie. Il regime nazista è finito, sotto terra. I bunker incapsulati nel cemento sono una traccia di quel sogno di vittoria che non è valso a nulla.