Una ricerca condotta da Travelport ha messo in luce come i business traveller spendano più tempo volando che a terra. C’è una nuova tendenza verso le visite “toccata e fuga”, in cui i professionisti vogliono coprire una lunga distanza solo per chiudere “quell’affare” così importante.
Negli ultimi 12 mesi, più di un milione di viaggiatori d’affari ha effettuato un viaggio aereo di più di 20 ore (tra andata e ritorno) per volare verso destinazioni come la Cina e il Giappone, ma poi ha passato meno di 12 ore a destinazione.
I viaggiatori che hanno volato per affari verso le 3 principali destinazioni di lungo raggio hanno speso la cifra di 3,4 miliardi di sterline per volare lo scorso anno ma poi hanno trascorso meno di mezza giornata a destinazione.
Dove stanno andando i viaggiatori d’affari?
Stati Uniti (13%), Hong Kong (9%) e Cina (6%) sono in testa alla lista delle destinazioni di lungo raggio dove le persone stanno soggiornando per meno tempo, con il 50% dei viaggiatori d’affari che spende 12 ore o ancora meno in questi paesi. Anche l’Australia è vicina alla testa di questa classifica: circa 134.800 viaggiatori d’affari vi trascorrono meno di 12 ore, nonostante le oltre 40 ore di viaggio (tra andata e ritorno) necessarie per raggiungere questa destinazione dall’Europa. Per contro, le persone stanno spendendo più tempo in viaggi d’affari su paesi che difficilmente ci si potrebbe immaginare, come l’Egitto, il Pakistan o la Turchia.
L’età non è tutto
Anche l’età gioca un suo ruolo. Benché quelli di età superiore ai 55 anni vengano più probabilmente inviati in destinazioni come l’Europa Occidentale e l’Asia rispetto ai loro colleghi più giovani, quelli con età compresa tra i 18 e i 24 stanno andando su destinazioni come il Nord America, il Medio Oriente e persino il Giappone più spesso dei loro colleghi meno giovani. “Dalla nostra ricerca abbiamo visto che, malgrado una recente flessione nei viaggi d’affari internazionali dal 2012-2013, il 48% dei viaggiatori d’affari si aspetta ora che il numero di viaggi sia in aumento e che il numero di giovani professionisti in viaggio all’estero sia in crescita, il che è veramente confortante da vedere. Questo dimostra che, nonostante tutto il progresso tecnologico, si può avere un maggiore impatto e rendere le riunioni più produttive partecipandovi personalmente”, osserva dichiara Damiano Sabatino, vice president & managing director western Europe di Travelport.