I campionati Big-5 su Facebook: un’altra Superleague?

Creato il 07 marzo 2015 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Il sito francese Ecofoot ha pubblicato nelle scorse settimane una serie di post nei quali è stata scattata una fotografia aggiornata della capacità di coinvolgimento dei tifosi su Facebook da parte delle squadre che militano dei cosiddetti campionati "Big-5″ (Premier, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1).

Premier League e Liga pigliatutto, ma con dinamiche diverse

L'analisi è stata condotta su 98 squadre, capaci di attirare un totale di 507,2 milioni di follower, in crescita costante. Solo due squadre spagnole, Rayo Vallecano e Getafe, non possiedono un account.

La parte del leone la fa la Premier League, che da sola porta in dote 196 milioni di follower; la Liga spagnola la segue a poca distanza (179 mln),

Serie A e Bundesliga hanno rispettivamente 56 e 48 milioni di follower. Chiude la Ligue 1, con 27 milioni, il 60% dei quali sono tifosi del PSG.

Una Superleague anche per Facebook

Le prime venticinque squadre monopolizzano il 95% del totale dei follower. Tuttavia, come si può osservare dalla tabella, anche in questo elenco esiste un "campionato nel campionato".

Solo 12 squadre che hanno più di 10 milioni di follower e contribuiscono a comporre l'86% del campione: nonostante il Manchester United sia considerato tradizionalmente il club che per primo e maggiormente ha investito sulla visibilità del proprio brand, la distanza da Barcelona e Real è ancora molto grande.

La distribuzione delle squadre

Facebook replica in qualche modo le tendenze economiche dei campionati. E così, mentre la Liga è monopolizzata da Barcelona e Real Madrid (che rappresentano, da sole, il 90% dei follower totali), la Premier riesce a piazzare cinque squadre fra le prime dieci e addirittura diciassette fra le prime cinquanta: si tratta della distribuzione più omogenea dell'intero campione.

Subito dopo gli inglesi è il turno di Germania e Spagna, mentre l'Italia ha ancora una quota elevata di squadre che sono nelle ultime venticinque. Peggio della Serie A soltanto la Ligue 1, che tra l'altro non ha nessuna squadra fra le prime dieci.

In generale, comunque, esiste una forte cesura fra un gruppo di leader e l'insieme degli altri club. La spiegazione può essere cercata sicuramente nella diversa tradizione di "vendita" del marchio, che ha portato la Premier ad essere da sempre pioniera delle nuove opportunità offerte dal mercato, ma ovviamente dipende anche dalla scarsa visibilità che le squadre medio-piccole riescono ad avere.

La Serie A

Neanche la Serie A sfugge alle dinamiche più generali: Milan e Juventus, da sole, attirano 40 milioni di follower, pari al 72% del totale della nostra competizione. Inter, Roma e Napoli sono molto distaccate (sebbene in crescita) e dopo di loro si apre una vera a propria voragine (il Napoli, quinto in classifica ha 3,3 mln di follower e la Fiorentina, sesta, poco meno di novecentomila).

In assoluto la Serie A non si sta muovendo male, essendo stata capace di crescere del 59% nel corso del 2014. Tra l'altro occorre segnalare che la Juventus sta recuperando terreno rispetto al Milan: nei dodici mesi, infatti, è cresciuta del 81% ed ha attirato quasi 2 mln di follower assoluti in più rispetto al rossoneri.

La distanza rimane elevata, parliamo ancora di 8 mln di follower fra le due squadre, ma il trend sembra in questo momento favorire i bianconeri. Merito dei differenti risultati sportivi? Possibile, visto che il Milan è stato da sempre molto attendo all'uso degli strumenti di comunicazione.

Fra le medie occorre segnalare il deciso cambio di passo del Torino (capace di scalare velocemente la classifica, quadruplicando in un anno i propri follower), ma anche quelli di Palermo e Verona.

I derby su Facebook si concludono tutti con enormi distacchi, fatta eccezione per quello di Genova che vede la Sampdoria superare e portarsi in leggero vantaggio (175mila contro 171mila) sul Genoa. Considerando che fino a giugno 2014 la situazione era completamente diversa, qui probabilmente stiamo sperimentando concretamente l'effetto mediatico del Presidente Ferrero.


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