«Thomas Williams era uno scrittore meraviglioso. Scrisse un romanzo intitolato I capelli di Harold Roux, uno dei miei libri preferiti, su uno scrittore di nome Aaron Benham. Benham dice che quando si siede per scrivere un libro è come se si trovasse su una pianura buia con un fuocherello minuscolo. E qualcuno arriva e si avvicina al fuoco per scaldarsi. E poi arriva altra gente. E quelli sono i personaggi del tuo libro, e il fuoco è la tua ispirazione. E loro alimentano il fuoco, che si fa più grande, e alla fine si spegne perché il libro è finito. Per me è sempre stato così. Quando cominci, è molto freddo, una sfida impossibile. Ma poi magari i personaggi cominciano a prendere un po’ di vita, oppure la storia ha una svolta inaspettata... A me succede spesso perché non mi faccio scalette, ho solo un’idea vaga in mente. E quindi ho sempre la sensazione di trovare qualcosa, più che di fare qualcosa. È eccitante. È elettrizzante». Stephen King
«Thomas Williams era uno scrittore meraviglioso. Scrisse un romanzo intitolato I capelli di Harold Roux, uno dei miei libri preferiti, su uno scrittore di nome Aaron Benham. Benham dice che quando si siede per scrivere un libro è come se si trovasse su una pianura buia con un fuocherello minuscolo. E qualcuno arriva e si avvicina al fuoco per scaldarsi. E poi arriva altra gente. E quelli sono i personaggi del tuo libro, e il fuoco è la tua ispirazione. E loro alimentano il fuoco, che si fa più grande, e alla fine si spegne perché il libro è finito. Per me è sempre stato così. Quando cominci, è molto freddo, una sfida impossibile. Ma poi magari i personaggi cominciano a prendere un po’ di vita, oppure la storia ha una svolta inaspettata... A me succede spesso perché non mi faccio scalette, ho solo un’idea vaga in mente. E quindi ho sempre la sensazione di trovare qualcosa, più che di fare qualcosa. È eccitante. È elettrizzante». Stephen King
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