I capricci dei marmocchi e la sindrome del cacatua

Da Robedamamma @robedamamma

Coraggio, alzi la mano chi di voi, mamme e papà all'ascolto, non si è mai ritrovato ad osservare, con aria contrariata, il genitore dell'altrui marmocchio intento a sedare un capriccio plateale, additandolo come privo di polso e di spina dorsale.

Mi sembra di vedervi, lì al reparto surgelati, a scrutare tra un merluzzo e un filetto di platessa quello smidollato alle prese col marmocchio capriccioso. Con un pizzico di pena e un bel po' di disappunto, allora vi prendevate gioco del poveretto, non riuscendo a concepire come un essere umano alto 170 cm potesse essere completamente in balia di un affarino ampiamente sotto al metro. Allora, in tempi ancora non sospetti, ignoravate un dato fondamentale: l'esistenza di quel misterioso fenomeno fisiologico noto ai genitori navigati come sindrome del cacatua. La sindrome in questione consente ad un cucciolo di essere umano, dotato di un'ancora limitata capacità polmonare, nonchè di corde vocali immature, di violare le leggi della fisica per toccare vette di decibel sconosciute ai più.

Ma voi questo non lo sapevate ancora e covavate in segreto un'idea romantica (e piuttosto lontanuccia dalla realtà) del diventare genitori.

No perchè, diciamocelo, quanti di voi hanno pensato almeno una volta No, a me non capiterà. Il mio marmocchio sarà differente. Lui ascolterà. Io spiegherò, lui capirà. E laddove anche non dovesse comprendere, rispetterà le mie decisioni accogliendole con benevolenza, nel pieno rispetto della mia autorità.

Eccome no!

Vi scappa da ridere adesso, eh? Che fine ha fatto il vostro manifesto politico? Dov'è che ha fatto acqua il vostro piano geniale? Com'è che la vostra indiscussa autorità genitoriale è diventata discutibile nonchè regolarmente contestabile quelle due, tre... cento volte al giorno, dal dì del parto ai giorni nostri?

Avete scoperto che anche il vostro piccolo è affetto dalla sindrome del cacatua? Vi siete ritrovati più volte a pensare Ok, quello che vuole, purchè stia zitto cinque minuti? Avete toccato con mano cosa vuol dire avere a che fare con un nano capriccioso nel bel mezzo di un luogo affollato?

La tentazione, per puro istinto di sopravvivenza, sarebbe quella di accontentare il piccolo nella qualunque: l'ovetto Kinder alle casse del supermercato, il gelato mezz'ora prima di cena, la piuma di struzzo sul cappello della signora ultrasettantenne seduta accanto a voi nella sala d'aspetto del pediatra (onore e rispetto a me, amici, che ho potuto così scrivere uno dei capitoli più notevoli del best of del primo anno con la Marmocchia).

Fronteggiare un capriccio ben piazzato, soprattutto se in un luogo affollato, può colpire e affondare l'autostima personale.

Lo voglio! Me lo compri? Adessoooooo!! No, no e poi no!

Ora ce l'avete ben presente, no?

Se quanto sopra vi suona più che familiare, benvenuti a bordo cari miei. Allacciate le cinture di sicurezza, sistemate i bagagli negli appositi scomparti e... affidate la vostra vita nelle mani di un professionista!

A tal proposito vi invito a curiosare tra i consigli di Tata Adriana sul sito Bioprestobaby.it. Ne scoprirete delle belle, troverete ottimi suggerimenti per fronteggiare alcuni momenti di crisi più comuni ma, soprattutto, capirete che ci passiamo tutti, chi prima, chi poi. Tutto sta nell'affrontare la tempesta senza annegarci dentro.

Un fine settimana "capriccioso", oppure no, a tutti i genitori in linea!