I reati contestati sono: associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, truffa, fatturazione per operazioni inesistenti e presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli.
Perno centrale dell'organizzazione, un imprenditore campano, residente a Vignola (Modena), intorno a cui, tra 2004 e 2005, si è sviluppato un complesso sistema di riciclaggio che ha visto coinvolti, da una parte affiliati a clan camorristici del Napoletano dei Casalesi, più malavitosi di Nola, e dall'altra un imprenditore di Barberino del Mugello, titolare di un'impresa di trasporti ubicata a Vaglia fallita nel 2006.
Inoltre, le indagini, coordinate dalla Dda di Firenze, hanno permesso di focalizzare l'attenzione anche su ulteriori 13 indagati la cui posizione è stata stralciata dall'autorità giudiziaria.
Proprio un filone investigativo di tale indagine aveva permesso alla Dda di Bologna ed ai finanzieri del Gico del Nucleo Pt di Bologna di arrestare nel marzo 2010 20 affiliati e fiancheggiatori del clan dei Casalesi, da anni stabilizzatisi nel Modenese.
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