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I Castelli della Loira: un tour indimenticabile attraverso la storia, l’arte e i giardini di Francia

Da Viaggieitinerari
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Panorama sulla Loira e Amboise

Arrivando nella Valle della Loira, è come entrare in un mondo incantato e sognante, quasi si venisse catapultati in un’altra epoca, tra castelli fiabeschi, che rimandano alla memorabile “grandeur” regale, città e villaggi storici che conservano l’aspetto e le caratteristiche di un tempo, praterie verdeggianti che di tanto in tanto lasciano spazio a boschi, fiumi e torrenti, in un paesaggio di perfetta armonia e bellezza.

La Val de Loire è il luogo perfetto dove rivivere i fasti e le arti di epoche lontane, la tranquillità della vita di campagna, il fascino della natura intatta; non a caso, in passato fu scelta da molti re, artisti e scrittori come residenza di villeggiatura per godere della magia di questo angolo di Francia. E dall’anno 2000 anche l’Unesco ne ha riconosciuto tale valore iscrivendola nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Particolare attenzione meritano i castelli, i quali venivano soprattutto utilizzati come riserve di caccia dai vari sovrani che si sono succeduti. Sono quasi 300 in tutto il territorio, circa 20 i più importanti: Chambord, Chenonceau, Amboise, Blois, Cheverny, Villandry, Chaumont sur Loire, Chinon, Azay-le-Rideau, Valençay…

Questo itinerario ne propone 5, non resta che scoprire quali:

 

Chenonceau
E’ uno dei più famosi castelli della Loira, forse anche il più bello, di certo uno dei più originali e speciali, grazie alla sua location direttamente sullo Cher.

Viale d'ingresso a Chenonceau

Viale d’ingresso a Chenonceau

Il viale d’ingresso lungo quasi 1 km, costeggiato da meravigliosi platani altissimi, dà il benvenuto ai visitatori introducendoli in un’atmosfera “royale”, e per un attimo si può fantasticare di assistere al passaggio delle carrozze come fosse in un cartone animato o un film. E poi in una giornata di sole, lo spettacolo dello château riflesso nelle acque è a dir poco straordinario.
Costruito su un ponte a 5 arcate, Chenonceau presenta una romantica prospettiva sul fiume e sui giardini decorati con minuziosa dovizia.

Soprannominato il “Castello delle Donne”, la sua storia infatti è strettamente legata alla figura femminile: fu realizzato per volere di Katherine Briçonnet nel 1513, impreziosito da Diane de Poitiers, favorita di Re Enrico II, e da Caterina de’ Medici, consorte di Re Enrico II (ndr: sì, lo stesso Re), e salvato da Madame Dupin durante la Rivoluzione Francese.
All’interno colpisce il gusto degli arredi, di evidente impronta femminile: arazzi fiamminghi del XVI secolo, camini grandi e sontuosi e pregevoli soffitti in legno a cassettoni ne esaltano la raffinatezza e la cura dei dettagli.

Galleria - Castello di Chenonceau

Galleria – Castello di Chenonceau

Da non perdere la galleria al pianoterra, elegante sala da ballo costruita nel 1577 proprio sulla passerella sullo Cher, da cui godere di una magnifica vista; la camera di Diane de Poitiers, dove salta all’occhio il logo con le iniziali di Henri II (H) e di Caterina de’ Medici (C) intrecciate tra loro, e che (non) casualmente formano la lettera di D di Diane de Poitiers (favorita di Henri). Questa sorta di stemma si ritrova in gran parte degli ambienti e anche in altre dimore.

Al piano interrato vi sono il salone di Francesco I, che ospita il più ampio camino del palazzo, mentre nei piloni appoggiati nel letto del torrente sono localizzate le cucine. Qui, soffermandosi a osservare le varie stanze, ci si può immaginare il via vai del personale, intento a preparare i pasti, infornare il pane nell’enorme focolare a misura d’uomo, a tagliare e cucinare la carne… Curioso poi è scoprire i marchingegni utilizzati per il girarrosto, agganciato a un peso al di fuori della finestra che serviva a farlo ruotare.
Salendo al primo piano si noteranno le imponenti scale in stile italiano, la camera di Caterina de’ Medici con ricco mobilio rinascimentale; e la Galleria Medici, con una collezione inedita di dipinti e oggetti d’arte.

Giardini di Caterina de' Medici - Castello di Chenonceau

Giardini di Caterina de’ Medici – Castello di Chenonceau

Chenonceau deve il suo charme anche ai suoi spazi verdi monumentali: il Giardino di Diane de Poitiers, composto da otto triangoli di prato decorati da arbusti e fiori. Il Giardino di Caterina de’ Medici offre, invece, una splendida panoramica sulla facciata ovest, tra alberi di rose e lavanda.

 

Chambord

Costruito tra il 1519 e il 1547 per volere dell’ambizioso e giovane Re Francesco I, il quale, però, non vide la fine dei lavori, Chambord ha saputo coniugare le sembianze di fortezza medievale all’architettura innovatrice rinascimentale.
Di dimensioni colossali, dalle classiche forme di un maschio con quattro torri, a cui furono successivamente aggiunte le due ali laterali, è il più esteso fra tutti gli châteaux de la Loire.
Difatti, vanta 156 metri di lunghezza, 56 metri di altezza, 282 camini e 426 stanze. Benchè le sue misure siano poderose, l’edificio risultato aggraziato ed equilibrato.

Scala a doppia rivoluzione - Castello di Chambord

Scala a doppia rivoluzione – Castello di Chambord

Gli interni sono contraddistinti al centro dalla scala a doppia elica, formata da due scale a chiocciola che girano intorno al nucleo senza incrociarsi mai: difatti, due persone che usano ognuna una rampa diversa possono intravedersi attraverso le finestrelle, ma non s’incontrano mai.

A ogni piano si trovano 4 vestiboli disposti a croce che conducono a otto appartamenti.
Il progetto della scala a doppia rivoluzione è attribuito molto probabilmente a Leonardo da Vinci, ospite presso la corte di Francesco I dal 1516.

Raggiungendo le terrazze, si ammirano da vicino le guglie gotiche, i possenti elementi architettonici rinascimentali, e lo stupendo paesaggio sul corso d’acqua Cosson e sulla tenuta di Chambord, con i suoi 5440 ettari e i 32 km di parco recintato, che lo rende la più vasta area forestale chiusa d’Europa.

Vista dal Castello di Chambord

Vista dal Castello di Chambord

La visita a Chambord, infatti, merita una bella passeggiata, in bici o a piedi, tra i sentieri e le verdi lande di questo territorio boschivo.

 

Cheverny

Benchè non sia mai stata residenza reale, Cheverny è uno tra i più noti castelli della Loira.
La sua attrattiva è data dalla ricchezza degli arredamenti e delle decorazioni, oltre che dall’ incantevole verde ornamentale e dall’eccezionale parco alberato.
Appartiene alla dinastia degli Hurault da ben 6 secoli, e tuttora è abitato dai discendenti di famiglia, i Marchesi di Vibraye.
La facciata sud, ornata con busti romani, in voga nel Rinascimento, è tipica dello stile classico francese.
Il fastoso arredo interiore è opera di Jean Monier di Blois, che aveva perfezionato la sua bravura in Italia e a Cheverny ne diede sublime rivelazione.

Camera degli sposi - Castello di Cheverny

Camera degli sposi – Castello di Cheverny

Da vedere: la sala da pranzo con camino monumentale rinascimentale, gli appartamenti privati tra cui la camera delle nascite, la camera per bambini con oggettistica dell’epoca Napoleone III, la camera degli sposi in cui è esposto l’abito da sposa della Marchesa Vibraye.

Al piano superiore si ammira la sala delle armi, la sala più grande che risale al XVII secolo; vi è poi la camera del re, riservata a sua maestà o ai personaggi di riguardo, abbellita da una collezione di arazzi che illustrano le avventure di Ulisse.
Il Grande Salone s’ispira all’arredamento originale ed espone quadri di famiglia che rendono omaggio ai primi conti di Cheverny; infine, la Sala degli Arazzi con 5 arazzi delle Fiandre, un comò d’epoca Luigi XIV e un orologio regolatore Luigi XV ancora funzionante.

Parco alberato - Castello di Cheverny

Parco alberato – Castello di Cheverny

Il giardino e il parco di Cheverny, perfettamente curati, sono visitabili durante una piacevole camminata, oppure con un giro a bordo di una macchinetta elettrica e di una piccola imbarcazione lungo il canale.

 

Amboise

Villaggio medievale di Amboise

Villaggio medievale di Amboise

Ubicato sulla collina prospicente le rive della Loira, il Castello di Amboise offre una bellissima vista a 40 metri d’altezza sul fiume e sul delizioso paesino medievale.
Con i suoi bastioni, le due massicce torri, quella dei Minimes e quella di Heurtault, i suoi abbaini gotici o rinascimentali, i suoi edifici a cavallo tra il Medioevo e il Rinascimento, lo château costituisce un viaggio attraverso i secoli d’architettura. Infatti, è divenuto la prima espressione della Renaissance nei Pays de la Loire.

Risalente al IV secolo d.C., divenne dimora reale tra la fine del XV el’inizio del XVI secolo, sotto il regno di Carlo VIII e Francesco I.
Fu in questo periodo che subì forti rimaneggiamenti per trasformare il feudo medievale in lussuoso palazzo gotico prima, e in stile Rinascimento francese poi. Carlo VIII, infatti, innamorato dell’arte italiana, chiamò numerosi artisti dall’Italia, tra cui il ben noto Leonardo da Vinci, per la realizzazione di una reggia rinascimentale.

Sala del Consiglio - Castello di Amboise

Sala del Consiglio – Castello di Amboise

Del restante palazzo gotico si possono vedere la Sala delle Guardie, con l’annessa Loggia delle Guardie, con una notevole veduta sulla Loira e sul paese, la Sala dei Tamburini, in cui si tenevano feste e balli, e la Sala del Consiglio, vero centro del potere reale.

Negli appartamenti rinascimentali si annoverano: la Sala del Coppiere, la Camera di Enrico II, gli appartamenti di Luigi Filippo d’Orleans con lo studio e la camera “Primo Impero”, e infine il Salone della Musica.
Esternamente da ammirare le torri Minimes e Heurtault, che, attraverso le rampe di scale interne, permettevano alle carrozze e ai cavalli di raggiungere le terrazze dal centro della città.

 

Cappella Saint-Hubert - Castello di Amboise

Cappella Saint-Hubert – Castello di Amboise

All’interno della Cappella di Saint- Hubert, capolavoro dell’arte gotica fiammeggiante, viene custodita la Tomba di Leonardo da Vinci, che soggiornò ad Amboise dal 1516 al 1519 per volontà di Francesco I. Non lontano da qui si trova la residenza di Leonardo, il Clos Lucè, un parco culturale che raccoglie ed espone disegni, progetti e invenzioni del genio vinciano.

 

Blois

Blois è una ridente cittadina sulle sponde della Loira dominato, nel suo centro storico, da uno dei principali castelli della regione.
Fu residenza reale di ben 7 re e 10 regine di Francia; nel suo cortile, inoltre, riunisce quattro ali di quattro epoche e stili diversi, dal Gotico al Classicismo.
Si può certamente definire un tesoro dell’architettura francese.

Sala degli Stati Generali - Castello di Blois

Sala degli Stati Generali – Castello di Blois

Dell’area medievale, risalente al XIII secolo, rimane solo la Sala degli Stati Generali, che è anche la più grande sala gotica di Francia.
Quasi totalmente restaurata, solo la piccola bifora del frontone occidentale è originale del 1200.

Nell’ala Luigi XII, gotica-fiammeggiante del 1500, con prospetto in mattoni rossi e pietra bianca, è collocato il Museo delle Belle Arti, contenente una selezione di dipinti, sculture e arazzi dal XVI al XIX secolo.
Il lato rinascimentale, l’ala Francesco I del 1515-1520, evoca forti influenze della scuola artistica italiana, ma senza perdere la personalità francese, grazie alla costruzione della scalinata, tanto di moda nel periodo e simbolo del Rinascimento.

Camera del Re - Castello di Blois

Camera del Re – Castello di Blois

Qui sono situati la Sala del Re, la Galleria della Regina, la Camera della Regina e la Camera del Re, al secondo piano.

Capolavoro del Classicismo francese, è l’Ala Gastone di Francia, del 1635. La facciata presenta tre ordini di colonne doriche, ioniche e corinzie, mentre il frontone è decorato da statue di Minerva e Marte. In questa zona vengono allestite mostre temporanee e ricevimenti.

 

Difficile restare indifferenti davanti alla maestosità di questi châteaux e non lasciarsi emozionare dai panorami che si scorgono dai finestrini dell’auto, o a bordo di una bici o di una piccola imbarcazione guadando un torrente.

Tenuta di Chambord

Tenuta di Chambord

La semplicità della gente, la particolarità dei paesini che mantengono l’impronta del passato, l’antico sfarzo dei monumenti, le sorprendenti oasi verdi e il favoloso equilibrio in cui tutto questo convive è qualcosa che resta impresso nei ricordi, negli occhi e… nel cuore!

 

Valeria Dicarlo


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