I cinquantenni delle "ronde del lavoro"

Da Brunougolini
Certo esiste, come dice Giorgio Napolitano, un’Italia, (anzi, un mondo), dove operano energie dedite alla solidarietà, forze vive che ispirano speranza e fiducia. Anche se spesso, purtroppo, operano in solitudine. Ho pensato a tutto ciò rivedendo i video della recente rassegna “Obiettivi sul lavoro” il concorso promosso da Arci-Ucca e Nidil-Cgil. La giuria (Daniele Vicari, Laura Muscardin, Renato Parascandolo, Silvana Silvestri, Paolo Carboni) ha premiato tre storie di nostri contemporanei.
E così ripercorriamo le tappe di un documentario dedicato a una singolare cooperativa sociale. Sono uomini e donne che spesso provengono da frontiere marginali, ex detenuti, ex malati psichiatrici, ex licenziati. Il video “Minuteria Urbana” di Dean Buletti e Cinzia Gubbini è ambientato nella periferia romana. Il presidente del Decimo municipio, Sandro Medici, racconta di come questi cinquantenni abbiamo ritrovato una nuova dimensione di vita. Fanno “tutto quello che non fanno gli altri”, si dedicano ad una “generalizzata cura del territorio”. Intervengono sulla spesso abbandonata segnaletica stradale, irrompono nelle scuole a riparare guasti improvvisi. Sono l’alternativa ad una gestione spesso burocratica, moltiplicatrice di tempi e difficoltà. Potrebbero chiamarsi le moderne “ronde del lavoro”, da esportare, altro che le ronde leghiste…
Ed è in qualche modo una “ronda del lavoro” anche quella esercitata dalla protagonista del secondo video premiato “Hanna e Violka”, di Rossella Piccinno. Sono due polacche, madre e figlia. Fanno parte dell’esercito delle badanti. Si alternano accanto a un nonno malato che un po’ come loro è stato. assieme alla moglie, emigrato, molti anni fa, in Svizzera, a lavorare in fabbrica. Ora, nel paesino pugliese, cammina a stento ansima e soffre. Le polacche, a turno, sono il suo angelo custode, lo spogliano, lo consolano, lo nutrono come fosse un bambino. E pensano alla loro patria lontana.
Testimonianze che sprizzano umanità e speranza. Non tutte. Il premio principale è andato a un “film di finzione” che in realtà appartiene a una realtà conosciuta. E’ “Luciernaga” della spagnola Carlota Coronado. E’ la vicenda breve e intensa di una ragazza che vorrebbe entrare in un call center, ma viene bocciata per un problema di dizione. Il suo futuro è chiuso da un muro. Ecco perché non bastano le belle prove di chi sa reagire e ce la fa. Occorrono anche politiche diverse. Per questo c’è da rabbrividire quando il ministro del welfare parla di future riforme come di chimere lontane, discusse da lui e dai suoi consiglieri non a confronto con sindacati e opposizione. Non con quelli che hanno concluso il 2009 stando assiepati sui tetti o in tetra solitudine, rileggendo la lettera di licenziamento. Mentre un altro ministro, Brunetta, dichiara di voler cancellare l’articolo uno della Costituzione. Auguri.

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