Ora Cosa Nostra per fortuna non fa più scorrere sangue, ha una minore "forza intimidatrice", non ha più un vertice, ma resta in campo per controllare i Comuni e i conseguenti appalti. L’esempio recente viene dalla Calabria ed è il caso di quel sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, che si è dimessa perché le hanno devastato la farmacia con un incendio e le hanno sparato quattro colpi di pistola contro la sua auto. Ad un certo punto non ce l’ha fatta più e ha lasciato. Perché la ’ndrangheta l’ha fatto? Forse perché vuole un sindaco diverso, possibilmente compiacente, mentre la Lanzetta era un ostacolo da rimuovere. Nei giorni scorsi è stato ricordato l’anniversario della strage di Pizzolungo, a Trapani, dove morirono Barbara Asta e i suoi due gemelli la cui auto fece da scudo all’esplosione di un’auto bomba. Il magistrato Calo Palermo si salvò, ma fu talmente traumatizzato che andò via dalla Sicilia. E Cosa Nostra ottenne ugualmente lo scopo.
Tra un mese, in molte città, ci saranno le amministrative e i candidati andranno in cerca di voti. Li chiederanno anche ai mafiosi, che votano e fanno votare? Possibile, anche se il "caso Lombardo" potrebbe scoraggiare di un pò questa mala condotta. Del resto non possiamo chiedere allo Stato di controllare tutto e tutti.
Un aiuto potrebbe venire dai Partiti politici. A loro starebbe il compito di filtrare e selezionare i propri candidati. Ai cittadini, invece, starebbe il compito-dovere di non votare individui "sospettabili" perché saranno proprio loro a pagare per primi.
I cittadini... speriamo che lo capiscano.