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I classici in estate e il piacere di guadagnarsi la lettura

Creato il 19 luglio 2014 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
L'estate è la stagione della lettura senza confini, il periodo dell'anno che tutti i lettori affetti da carenza di tempo per gli amati libri attendono con trepidazione. Pensando alle pagine che mi hanno tenuto compagnia in tante estati e ai nuovi acquisti della mia libreria, mi rendo conto che proprio in questi mesi caldi si sono sempre concentrati i miei incontri con i grandi classici della letteratura: Guerra e Pace (che poi, per forza di cose, si è protratta anche oltre l'equinozio d'autunno), La fiera delle vanità, Le confessioni d'un Italiano, Il fu Mattia Pascal, Papà Goriot sono alcuni fra i titoli cui ho dedicato le estati passate, ma anche quest'anno i classici si sono concentrati nei mesi centrali dell'anno, cosicché ho in coda di lettura Il dottor Zivago, I misteri di Parigi, Ragione e sentimento e Delitto e Castigo o, ancora, L'isola di Arturo e L'amore ai tempi del colera.
I classici in estate e il piacere di guadagnarsi la letturaLeggere d'estate mi ha sempre portato suggestioni particolari, forse perché quella delle vacanze è una lettura più quieta e spensierata, che non si interrompe bruscamente per il sopraggiungere di un impegno o di una botta inarrestabile di stanchezza che costringe a spegnere l'abat-jour. Ricordo i libri letti sotto l'ombrellone e i torridi pomeriggi in cui ho divorato le pagine in camera.
Associo i classici all'estate perché si tratta spesso di letture ponderose e ricche di particolari, con capitoli troppo lunghi per essere compressi fra gli impegni che rampollano gli uni sugli altri durante il resto dell'anno ma adatti alle lunghe ore di libertà, magari in giardino o in spiaggia. I classici, certo, non sono i tipici libri da portare sotto l'ombrellone, quelli, semmai, sono i best seller di ultima uscita, eppure in questo sono decisamente controcorrente: l'estate, per me, è la stagione dei grandi classici e, anche se sto tenendo fede al mio proposito di ammodernare gli scaffali con pubblicazioni più recenti (Urbino, Nebraska, per esempio, o Miele), l'istinto mi porta a perseverare in questa sorta di tradizione. Mi piace anche l'idea di starmene in panciolle con un volumone fra le mani, sfogliando le pagine con l'impazienza di veder assottigliarsi quelle di destra e la consapevolezza che, quando sarò giunta alla fine, proverò una nostalga infinita dei grandi personaggi della letteratura che ha fatto la storia.
I classici in estate e il piacere di guadagnarsi la letturaQuest'anno sto riscoprendo la soddisfazione della lettura, il piacere di trovare del tempo solo per questa attività, e il merito è della ripresa di ritmi normali di impegno e lavoro: l'anno scorso ho letto molto poco rispetto alla media su cui mi attestavo fin da quando avevo dieci-dodici anni, non riuscivo a farmi prendere dall'entusiasmo per alcun libro, anche se la narrazione non di rado mi appagava moltissimo; la scorsa estate, d'altronde, non è stata molto diversa dai mesi che l'hanno preceduta, dato che avevo terminato gli studi da dieci mesi ed ero rimasta quasi sempre vacante di impegni, fatta eccezione che il periodo di un breve corso post lauream. Mancare di impegni, scadenze e, quindi, di veri e propri spazi dedicati per scelta al tempo libero aveva smorzato la gioia stessa di dedicarmi alla lettura, perché non c'era stato un vero e proprio momento in cui avevo staccato ed esclamato «Libri, ora a me!». Quello che intendo dire è che in estate ho sempre assaporato maggiormente i libri perché sapevo apprezzare l'eccezionalità di potermi dedicare pienamente a questa grande passione, mettendo da parte lo studio e non poter fare la scelta di rompere con i ritmi quotidiani ha fortemente penalizzato la mia capacità di godermi le letture estive.
Ogni lettore vorrebbe poter disporre sempre di tempo infinito per leggere e cercare nuovi libri, e questo vale anche per me, ma doversi sudare lo spazio per dedicarsi alle proprie passioni è, a mio avviso, un modo per garantirsi la possibilità di apprezzarne pienamente il godimento. Dopo un anno di studio e lavoro, avere finalmente le giornate libere mi fa amare ancor di più la lettura e mi fa trepidare nell'attesa di iniziare il prossimo libro, di esplorare il prossimo classico d'estate. Prossima fermata, Il dottor Zivago e le nevi della Russia, decisamente fuori stagione.
E voi, cosa mi raccontate della vostra estate librosa?
I classici in estate e il piacere di guadagnarsi la lettura
«Tutti sappiamo che probabilmente le circostanze in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso»Nick Hornby
C.M.

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