Articolo tratto da Il Corrosivo: "La circolazione delle notizie, sui grandi media, è subordinata alla volontà dei “sistemi” che gestiscono i media stessi. Viviamo nella società del controllo e sembra che esista un governo sovranazionale ed invisibile che decida cosa è giusto farci sapere e cosa no. In questo scenario apocalittico, abbiamo incontrato Marco Cedolin, scrittore e studioso di economia, ambiente e comunicazione, per porgli qualche domanda. “Non credo esistano dubbi sull’esistenza di un governo sovranazionale che attraverso la colonizzazione dell’immaginario collettivo, plasma la conoscenza, la sensibilità, i gusti, le reazioni emotive e più in generale i pensieri delle persone – sottolinea Marco Cedolin - con lo scopo di creare una massa di perfetti consumatori globali perfettamente omogeneizzati, privi di senso critico e programmati per reagire a qualsiasi stimolo indotto nella maniera prevista”. Alla domanda se esistono degli operatori di guerra psicologica lo scrittore e studioso precisa: “non si tratta tanto di una guerra psicologica, dal momento che il concetto di guerra presuppone la presenza di almeno due soggetti belligeranti, mentre in questo caso il soggetto impegnato nell’operazione si manifesta uno solo. Parlerei piuttosto di un processo di orientamento e globalizzazione del pensiero, attraverso l’anestetizzazione delle coscienze e l’annientamento sistematico di qualsiasi prerogativa culturale che possa mettere a rischio la buona riuscita del progetto”.....I colonizzatori dell’immaginario collettivo, dunque, agiscono nelle maniere più svariate. Plasmano le notizie a proprio piacimento all’interno dei media mainstream, talvolta le costruiscono, altre volte ne praticano l’eutanasia, sempre decidono la natura di tutto ciò che deve diventare “informazione”, affinché l’operazione sortisca l’effetto desiderato. Ma i colonizzatori non monopolizzano solo l’informazione, gestiscono anche l’istruzione scolastica, il mercato pubblicitario, quello editoriale e discografico, il cinema, lo sport, la medicina e qualsiasi altro campo condizioni la “costruzione” dell’individuo. Sembra proprio che non si limitino a plasmare l’attenzione su i più svariati argomenti ma addirittura decidono se una cosa è realmente accaduta oppure no. “Nella società globale dell’informazione urlata” in tempo reale, - spiega Marco Cedolin - esistono e possiedono una dimensione concreta solamente quei fatti e quegli accadimenti di cui viene data notizia e il valore di tale esistenza è direttamente proporzionale allo spazio ad essi tributato nel rappresentarli da parte dei media” - e continua con un esempio concreto – “Se io e lei per protesta saliamo su una gru e srotoliamo uno striscione, la nostra azione diventerà “reale” solo se e allorquando essa verrà documentata dai media ed assumerà valore in proporzione all’importanza che i media intenderanno riservarle. Se nessun giornale e nessuna TV documenteranno l’accaduto, per il resto del mondo (tranne qualche raro passante che si trovava nei pressi) non ci sarà stata alcuna scalata alla gru e alcuna protesta”. Il potere di decidere cosa realmente esiste è enorme, dal momento che una realtà imperfetta e parcellare, costruita in funzione del perseguimento di precisi interessi, viene presentata all’opinione pubblica globale come l’unica vera realtà, facendo sì che il pensiero, le reazioni, le emozioni della massa, siano esattamente quelle che s’intendeva suscitare.Quando guardiamo un qualsiasi telegiornale o, leggiamo un qualsiasi quotidiano, veniamo “attratti” sempre dalle stesse parole. Parole che, se non analizzate a fondo, possono sembrare ricche di significato. L’interlocutore viene dunque plagiato emotivamente. Le parole rappresentano il fulcro dell’informazione e la loro importanza va molto al di là di quanto possano immaginare coloro che distrattamente sfogliano un giornale o guardano un TG. L’informazione urlata e ipercinetica del nostro tempo ha scelto un linguaggio quanto mai consono ad attirare l’attenzione del lettore/ascoltatore e condizionarne il giudizio.
C’è il serio rischio, quando si da un’informazione che è contraria a quella fornita dai media considerati tradizionali di passare per complottista. Spesso si rischia di essere emarginati dal circuito di mediatico di massa e automaticamente messi nella condizione di non nuocere. “Poco importa – spiega Marco Cedolin - se le nostre affermazioni in merito alla fallacia della verità ufficiale riguardo alla strage dell’11 settembre sono suffragate da una serie interminabile di elementi incontrovertibili, se il nostro giudizio negativo nei confronti dell’alta velocità ferroviaria si basa su dati ed evidenze di tipo economico e scientifico che nessuna analisi seria sarebbe in grado di smentire, se le nostre prese di posizione su temi economici, politici e ambientali sono documentate dettagliatamente e derivano da studi ed analisi con solidi fondamenti”. Sembra proprio che produrre vera informazione sia severamente vietato in un circo mediatico dove l’imperativo è costituito dalla produzione di una verità fittizia che sia funzionale agli interessi superiori. Sembra anche molto difficile difenderci dal controllo globale. I grandi interessi preposti al controllo dell’informazione gestiscono il loro potere attraverso una leva tanto semplice quanto efficace, la leva economica.Qualsiasi strumento d’informazione di massa può esistere solo se supportato da consistenti investimenti economici, facendo sì che i “finanziatori” siano gli unici soggetti in grado di decidere la natura e la qualità dell’informazione stessa. Nell’era di internet e del giornalismo partecipativo, esistono, però, fonti d’informazione alternative; esiste qualche piccola casa editrice indipendente, qualche rivista e quotidiano a tiratura limitata. “Per essere bene informati – conclude lo scrittore e studioso Marco Cedolin - occorre faticare, navigare su internet almeno un paio di ore al giorno, leggere molto e farlo sempre con grande spirito critico. Osservare le notizie da varie angolazioni, contribuendo alla formazione di un proprio punto di vista che non dovrà per forza collimare con quello espresso nei testi che si sono letti”. La possibilità d’informarsi correttamente esiste ma richiede tempo e fatica. Certamente è molto più facile sedersi in poltrona e accendere la TV. Sta solo a noi scegliere se ne valga o meno la pena."
Per alcuni lettori, i contenuti di questo scritto, potrebbero sembrare risaputi perchè magari essi sono giunti anche oltre. Altri metteranno tali concetti nel guazzabuglio dell'imperante confusione, travestita da quella sicurezza di cartapesta, che taluni allevano dentro di sè. Può sembrare provocatorio, invece è soltanto descrittivo. Si spera invece che alcuni possano trarne dei suggerimenti per dilatare ancor di più la propria coscienza. Dell'articolo di Cedolin, l' aspetto con il quale non convengo, è quello che tutto ciò non si definisca una guerra perchè la nozione classica di quel termine vuole che ci siano due avversari che si confrontano. Ma il concetto di "guerra" non può esser basato su quell' assunto "tradizionale" in quanto stiamo parliamo di un subdolo processo di destabilizazzione dove il "giocatore" principale porta avanti i suoi scopi attento a non farsi smascherare come "il bellingerante". Costui è pronto alla negazione dei suoi intenti più malevoli, a far scattare la molla della frittata che si volta, per dare del "complottista", a chi lo ha, per così dire, "tanato". Il meccanismo come spiega Cedolin attecchisce benissimo in una società già ben concimata a dovere, da vuoti contenuti di massima, al quale è comodo e facile attenersi, non è "rischioso" . Tra l'altro, l'articolo non ha citato il meccanismo della paura che convoglia la collettività nell' unico calderone dove tutto viene cucinato a puntino dai burattinai.
Il titolo originale dell' articolo de Il Corrosivo, è "I Colonizzatori dell'immaginario collettivo", ma è parso più appropriato aggiungere il termine sabotatori e anche silenti, per descrivere l'nfima e peggiore versione di un lavorìo fatto alle spalle: una sorta di graduale mutazione psicobiologica, una trasfusione-sostituzione intersiziale di tutte le cellule, non soltanto a livello mentale ma anche organico a causa della contaminazione bio-chimica dell'ambiente e di noi stessi. Siamo invasi dai prodotti tossici delle irrorazioni aeree clandestine che rilasciano ogni giorno scie chimiche, che diffondono contaminazioni nanotecnologiche, nelle quali, tra l'altro, troviamo agghiaccianti aspetti di confine tra il sintetico e il biologico. Si aggiungono al quadro i pericolosissimi vaccini, e l'alimentazione di ulteriori veleni in seguito all'entrata in vigore nuovi codex alimentarius.
Efficace a descrivere un processo di sostituzione è una indovinata meta-metafora del Blog Freeskies, intitolata "Formattare un nuovo utente":
A tutto ciò potremmo aggiungere una sorta di evidente evaporazione della capacità di vedere e immaginare su una base dell' istinto connesso profondamente a Madre Natura. Questi termini e significanze sono anch'essi mistificati e rivoltati come carte da gioco. E' evidente come siano prefabbricati persino i sentimenti che sono confezionati, iniettati-venduti come ormoni della crescita sin dalle prime fasi di apertura alla vita, quella infantile-adolescenziale, fasi nelle quali chi si distingue in una "minor contaminazione dell'anima", ha soprattto l'opzione meritoria di certi genitori che probabilmente hanno maturato un livello di coscienza più alto, che certamente non incoraggiano i loro figli ad essere dei surrogati di esseri umani nel Nuovo Ordine Mondiale.
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