Inventiamo ogni cosa… spesso l’annichilimento imposto dal non senso ci impedisce di vedere.
Negli umani la logica della sofferenza è così immanente al loro processo vitale, che come questa si allenta un poco non riusciamo più a produrre coerenza… ci smarriamo a tal punto da concepire ancor più follia.
Il parodossale diviene la quotidianità, la paura del mondo è surrogata dal consumismo, questi ha una sua evidente espressione nella televisione.
Una televisione antropofagica che consuma, che si ciba di personaggi divorandoli, digerendoli ed espellendoli dopo averne assorbito le sostanze utili per la propria sopravvivenza.
Una televisione ingorda che si autocelebra, che pur di intrattenere regala denaro, sfrutta la sofferenza, esalta il genio infantile, produce soap-opera interminabili dove la petulanza e la ricorsività sono l’insopportabile, isole di famosi e grandi fratelli, che di famoso e di grande hanno ben poco, se non solo la stupidità dei suoi artefici nel voler apparire a tutti i costi, trasmissioni da guinness dei primati dove è spettacolarizzata proprio la follia, con personaggi che lottano con il tempo per mettersi più cannucce possibili nella bocca, per appendersi cucchiani o attaccarsi più mollette al volto, per rompere mazze da basebal o dimezzare con una lama più angurie possibili sulla pancia di una povera disgraziata, insomma follia su follia.
L’uomo non sa più come intrattenersi nel nulla, così s’inganna consumando fino al punto da divenire egli stesso consumo.
Il fine incantato è affievolire magicamente il non senso, ma è favola per la favola, i più non vedono, non possono… questa è realtà.
La stupidità si è autoproclamata senso, così come la vita si è autoproclamata al di sopra del nulla!
da: "I burattini di Dio - La paura del nulla" - Mazzani Maurizio - ed: Gruppo Albatros Il Filo, Roma 2010