Di Cristina
Ho sempre chiesto a me stessa cosa potesse nascondersi dietro l’incontro tra due persone, dietro quello sguardo che permette loro di conoscersi, di avvicinarsi, di amarsi oppure disprezzarsi e allontanarsi.
Nel corso degli anni, dopo varie esperienze di vita, ho creato un mio personale pensiero a riguardo e sono certa che molti di voi potranno riconoscersi in ciò che sto per dire.
lo sguardo di due persone che si incontrano è la magia più grande che possa esistere perché con esso riusciamo a dire tutto anche senza parlare. I nostri occhi sono una porta che lentamente si socchiude e ci mostra un mondo nuovo, a volte sconosciuto e credo davvero che ci sia una strana magia negli sguardi della gente.
Per me, guardarsi negli occhi significa quindi spalancare la porta di un’anima e lasciarla fondere per pochi istanti con la propria, lasciar confondere i colori di entrambe e crearne di nuovi. I colori rappresentano le sensazioni positive o negative che si provano dopo questo incontro, dopo aver visitato, per un attimo, un mondo con colori differenti dai propri.
È una poesia, una strana filosofia astratta ma invito tutti quanti voi a dirmi se c’è mai stato un solo sguardo che vi ha lasciati totalmente indifferenti. Ciò potrebbe accadere quando scegliamo semplicemente di guardare e non di vedere oppure quando il nostro cuore si veste di maschere per non mostrare le proprie debolezze, i nostri limiti, le nostre paure.
Quando due persone si incontrano, una porta nella loro anima si lascia attraversare sprigionando mille emozioni differenti: gioia, eccitazione, tenerezza ma anche fastidio, rabbia o disprezzo. Un solo sguardo potrebbe farci innamorare di qualcuno, un solo sguardo potrebbe farci sentire nudi, un solo sguardo potrebbe farci battere il cuore all’impazzata e farci tremare le mani come fossero foglie in balìa di un vento dolce.
Ripenso ad un famoso libro di Paulo Coelho “Brida” , in cui viene descritto l’incontro con l’altra parte di se stessi, la cosiddetta “anima gemella” che si riconosce appunto, attraverso il bagliore dello sguardo.
Bene, sono questi i colori che intendo, i colori dell’anima che si emoziona, si esprime, ci scoppia dentro e ci permette di conoscere la persona che abbiamo di fronte.
Scelgo di parlarvi principalmente di sensazioni positive perché, a mio avviso, sono quelle che maggiormente cambiano la nostra esistenza fino a trasformare la realtà circostante. Quando scopriamo sensazioni che ci emozionano, il mondo ci sembra diverso, ci sembra più bello, vediamo cose nuove che ci portano a sorridere di più. Qualcosa cambia davvero dentro di noi, il nostro mondo si modifica e ci mostra un dimensione sconosciuta, quasi come fossero due dipinti che unendosi creano un paesaggio nuovo e ricco di particolari che prima non eravamo in grado di scorgere.
Ecco perché quando quella porta si chiude, il nostro cuore si riempie di nostalgia e tristezza, non siamo più in grado di vedere quei colori e di provare quindi determinate sensazioni.
Potranno anche essere semplici fantasie dettate da sogni ma per me lo sguardo che ci fa innamorare, non è chimica, non è scienza ma è colore, è musica, è un respiro più intenso e profondo che ci apre il cuore e trovo che guardarsi negli occhi per dirsi qualsiasi cosa, rappresenti il modo più giusto di comunicare.
Guardarsi significa conoscersi, conoscersi significa accettarsi e accettarsi significa amarsi e fondere i propri colori creando l’opera d’arte più bella del mondo: l’amore.
La capacità su cui Cristina si esprime è quella del riflesso delle emozioni negli occhi, così percepisce il sentimento sia malevolo che benigno e lo affronta nello specchio dell’anima. Scovare il piacere e il disprezzo negli occhi è il senso più primitivo possibile basti pensare ai neonati, che riescono a distinguere agevolmente lo spirito di chi gli sta attorno ed è proprio con quello che riescono ad adattarsi. Difficilmente da adulti questa facoltà rimane, poiché sporcata dalla malizia. Una semplice arma che si rivela in tutta la sua semplicità e grandezza, e che ci porta al cuore del sentimento umano, al crogiuolo della coscienza, che si apre e si mostra nella sua interezza.