Anche noi andiamo in vacanza e ci rivedremo a settembre. Anche noi abbiamo qualche libro da consigliare. Buone letture!
I consigli di Anna Castellari
Orecchiette Christmas stori di Raffaello Ferrante (Round Midnight edizioni, 2013).
Ok, non è una storia estiva. Come suggerisce il titolo, è ambientato il giorno di Natale. E infatti questo volume è uscito a dicembre 2013. È un viaggio dal sapore pulp nell’Italietta medio-bassa, i protagonisti sono tutti sporchi, brutti, cattivi ma soprattutto annoiati da una vita di provincia che sta loro sempre più stretta, gravitano attorno alla Sala Bingo Omero che è a Bari ma potrebbe essere a Pordenone o a Cinisello Balsamo. La bassezza di ambizioni dei protagonisti li porta a compiere azioni squallide, in un crescendo di drammi psicologici tra droga, prostituzione e alcolismo à la Bukovski (è allo scrittore americano che spesso in questo libro Ferrante strizza l’occhio). Lascia un sapore amaro, questa storia che sa di Puglia ma che ritrae impietosamente i vizi e nessuna virtù dei personaggi, tranne dell’unico che, schifato da tutti gli altri non riesce però ad andarsene mai da quel posto come in fondo dovrebbe fare; Ferrante li descrive attraverso una scrittura rapida, incisiva, secca, incalzante. Adatta a una lettura estiva (apparentemente) poco impegnativa.
Chi era Edvard Munch prima di diventare l’artista norvegese che tutti conosciamo? Giorgia Marras, illustratrice ligure, ne ha fatto un ritratto tutto a fumetti, azzurro, bianco e nero. Ne è uscito un romanzo a fumetti, pubblicato quest’anno come primo titolo della casa editrice Tuss, che trae il suo nome dall’inchiostro di china. Questo libro affascina perché Marras, oltre a mettere in gioco la propria penna in maniera personale e riconoscibile, non tralascia dettagli storici che ha esaminato grazie alla produzione scritta del pittore, quali diari e pensieri annotati occasionalmente. Che mostrano un giovane Munch alle prese con le difficoltà della vita professionale, tra lutti e il desiderio di dedicarsi all’arte: un ritratto senza filtri, attuale ed estremamente umano. Non manca uno studio dei paesaggi, punto preminente della pittura nordica.
Cadorna non è una fermata di Alessandra Giordano (solo in ePub/-mobi, Baccarinboox, 2013).
Una serie di racconti, che fanno commuovere o riflettere, ambientati ciascuno in una fermata della metropolitana “rossa” milanese. Perché, se come dice il titolo, Cadorna non è (solo) una fermata, ma un non luogo in cui si intrecciano storie, nascono amori, nascondono complotti, disvelano paure, questo volume (in solo formato eBook) è un invito a riflettere sulla figura dell’homo contemporaneus, quel milanese – ma anche quel romano, quel parigino, quel londinese – che si perde il senso del viaggiare inseguendo soltanto una meta. Già pubblicato anni fa per i tipi di Viennepierre, questo libro, che raccoglie anche testimonianze di milanesi eccellenti di ogni tipo, da don Colmegna a Sergio Escobar, passando per Giulio Iacchetti, Vivian Lamarque e altri, tenta di dare uno sguardo tra il sociologico e il divertente agli abitanti di una città che si vuole multietnica ed europea ma che, forse, si sta perdendo sempre più.
I consigli di Emanuela D’Alessio
Stalin+Bianca di Iacopo Barison (Tunué, 2014) è una delicata storia d’amore in un mondo congelato, dove non ci sono più gli arcobaleni e il presente è un continuo instabile movimento, un viaggio dalla meta imprecisata attraverso gli occhi senza luce di Bianca e la rabbia fuori controllo di Stalin. Sono loro i due adolescenti protagonisti del romanzo di Barison e scelgono la fuga per scoprire la forza dell’amore. La voce del giovanissimo autore è interessante e lancia un grido di dolore cui si dovrebbe prestare attenzione.
L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio di Haruki Murakami (traduzione di Antonella Pastore, Einaudi, 2014). Questo è il consiglio di lettura che do a me. Perché è stato annunciato come un viaggio alla ricerca di sé stessi, e di questi viaggi non se ne fanno mai abbastanza. E poi perché Haruki Murakami è l’unico scrittore giapponese che riesce a trattenermi tra le pagine con un misto di stupore, commozione e ammirazione.
I consigli di Rossella Gaudenzi
Il teatro di Sabbath di Philip Roth (traduzione di Stefania Bertola, Einaudi, 2006). Qualche mese fa ho avuto l’occasione di ascoltare la scrittrice Chiara Gamberale raccontare i romanzi d’amore che hanno segnato in qualche modo la sua vita. Senza negare di aver appuntato i titoli che mancano nella mia libreria, ho focalizzato l’attenzione su questo romanzo di Roth, che ho appena comprato e mi accingo a leggere. Innanzitutto ho nostalgia della prosa e delle storie di Philip Roth; aggiungo che la già seducente arte del burattinaio che qui aderisce alla figura controversa – come potrebbe essere altrimenti? – di Sabbath ha avuto la meglio sugli altri titoli. Il sessantaquattrenne burattinaio ebreo Morris “Mickey” Sabbath perde l’amante Drenka e ripercorre a ritroso le tappe amorali e scabrose della propria esistenza. Sarcasmo e stordimento, queste le aspettative.
I consigli di Sabina Terziani
D’estate, per approfondire lo spaesamento e la distanza, anche dal luogo già distante in cui mi trovo, aggiungo sempre una narrazione di viaggio alla pila di libri che mi porto in vacanza. Quest’anno porterò con me Un altro viaggio in Etiopia di Vincenzo Latronico (con fotografie di Armin Linke, Quodlibet Humboldt, 2013). La terra che è stata l’altrove definitivo di Rimbaud, teatro di una sgangherata farsa fascista e, oggi, obiettivo di conquista cinese fa da sfondo a un viaggio in cui Latronico, tra le altre cose, cerca di ritrovare certi ricordi famigliari insieme a un fotografo che esprime in modo sublime il silenzio e, qui, l’immobilità perlacea di certi paesaggi velati dall’afa.
A proposito di psicosi imbozzolata nelle persone cosiddette normali, se vi è piaciuta l’aria che tira in Carnage di Yasmina Reza/Roman Polanski, La cena di Herman Koch (traduzione di G.Testa, Neri Pozza/Beat, 2010) è il vostro romanzo. Una molla che si carica pagina dopo pagina fino alla rivelazione finale. Molta violenza, la famiglia perfetta, l’amore di un padre per il figlio. Delirio.