Non capisco perché Carlotta sia convinta che le decorazioni natalizie siano state una mia idea. È tutta colpa di Giancarlo il Tarlo.
Al massimo io posso mettere i regali sotto l’albero. Non troppi, però, sapete com’è… C’è grossa crisi.
Però sono riuscita a farne qualcuno, eh. Ho risparmiato sulle mance dei clienti.
Ho comprato ben quattro libri, scelti accuratamente tra le buone letture di piccoli editori che mi sono capitate tra le mani negli ultimi anni.
Parto dall’ultimo in ordine di tempo.
Quando il cielo era sempre più blu, di Enrico Gregori.
Ve lo dico subito. Se non vi interessa Rino Gaetano, lasciatelo dove sta, perché si parla di lui. Da un punto di vista particolare.
Dopo tanta mitologia su Rino Gaetano, finalmente qualcuno riesce a raccontare la persona anziché il personaggio. ci voleva.
Il penultimo è per stomaci forti. Vicolo dell’acciaio di Cosimo Argentina racconta la vita quotidiana di un quartiere che campa grazie all’ILVA, a Taranto. Il racconto non è crudo solo per l’argomento. La scrittura non lascia nessuno spazio alla pietà. Fate attenzione, maneggiate con cura.
Il terzultimo arriva dalla scuderia Las Vegas (come il quart’ultimo, d’altra parte, ma a me sono piaciuti questi…).
L’ha scritto Elia Gonella, lo trovate anche qui nella libreria dello Starbooks con un racconto breve. Il romanzo invece è Alla corte del Re Cremisi, un romanzo che abbraccia a tratti il genere, ricorda un po’ il respiro dei thriller. Ma è un thriller che poggia le sue basi in una critica feroce alla ricerca della vita eterna che sembra ossessionare qualche nostro contemporaneo. Non vi dico altro, leggetevi la trama.
Il quartultimo è in realtà la mia prima esperienza di lettura Las Vegas: Il cosmo secondo Agnetha, di Daniele Vecchiotti.
Lo consiglio prima di tutto a chi è provvisto di madri abituate a organizzare la vita e soprattutto la carriera e non è in grado di dire un NO chiaro e conciso. In secondo luogo lo consiglio a tutti quelli che fanno un lavoro che odiano ma che permette di campare (ghostwriter di brutti romanzi, ma pure sceneggiatori di fiction italiane, giornalisti che scrivono per Novella2000 e invece volevano essere Woodward e Bernstein). E poi lo consiglio a tutti quelli che non urlano alla minaccia contro la pace quando leggono storie in cui si parla esplicitamente di gay. Quindi non regalatelo al Papa a meno che non siate seriamente intenzionati a provocarlo. Nel qualcaso chiamatemi che contribuisco alla provocazione.
Ecco, io ho messo i miei quattro pacchi sotto l’albero. Ovviamente li ho inscatolati in quattro scatole di metallo, in questi giorni Giancarlo è a piede libero e non è proprio il momento adatto per farlo banchettare con roba buona…
I consigli dell’Apprendista Barista (per un natale indie), 5.0 out of 5 based on 1 rating