Se all’inizio era l’unica valvola di sfogo letteraria che poteva esistere in una zona depressa quanto a eventi culturali, e proprio per questo motivo me la sono “bevuta” fino all’ultimo sorso, sempre, tutta, oggi, assuefatta dalle code, dal tutto esaurito a due ore dagli eventi, e soprattutto ormai calata in una realtà, quella milanese, dove c’è sempre tutto a dosi inferiori, quest’anno ho deciso di godermela a distanza, per sentito dire, per stanchezza, se vogliamo, ma anche per altri motivi.
Soprattutto negli ultimi anni, infatti, questa rassegna ha perso la vocazione di festival, di ricercatore di talenti, per dare spazio sempre di più al libro come oggetto mediatico. Mi rendo conto che s’ha da campare e che i grandi editori pagano lo spazio e promuovono libri più o meno discutibili, perciò non voglio entrare in polemica con questa scelta della direzione artistica; tuttavia, non riesco più a identificarmi o a trovare qualcosa di interessante per me in questa manifestazione.
In ogni caso, non voglio fare la disfattista emigrata-frustrata-dispiaciutaperlasuacittà, ma vorrei condividere qui qualche momento interessante di una manifestazione che, nel bene e nel male, sta segnando comunque la storia della città.
Sabato 21 e domenica 22 due incontri da scouting letterario come si deve, organizzati da Roland – Macchine e animali. Sull’origine del nome Roland, mi fa piacere riportare qui le parole presenti sul sito della manifestazione:
Una meravigliosa macchina tipografica – che adesso vive la sua seconda giovinezza nientemeno che in India: qui un filmato che lo documenta –, un capolavoro di archeologia industriale – che si chiama Roland, come l’elefante marino del giardino zoologico di Berlino narrato dalla scrittrice croata Dubravka Ugrešić nel Museo della resa incondizionata (Bompiani 2002). Nel giardino zoologico, racconta la Ugrešić, «c’è un’insolita vetrina. Sotto vetro si trovano gli oggetti recuperati nello stomaco dell’elefante marino Roland, spirato il 21 agosto 1961». Oggetti persi dai visitatori e prontamente ingoiati dall’animale: braccialetti, monetine, lattine di birra, una bussola, un mazzo di chiavi…
Tornando a Pordenone, Roland organizza un reading di sei autori “papabili” di pubblicazione, selezionati da alcuni editor, artigiani dell’editoria di cui molti ignorano l’esistenza, che mostreranno il lavoro editoriale, i criteri di scelta di un autore, e altre piccole cose legate a questo mondo, spesso sconosciute ai più. Tutto ciò avviene sabato e domenica alle 10,30 del mattino al Ridotto del Verdi. L’anno scorso, nonostante il pass press, che mi permetteva di accedere ovunque, non sono riuscita a entrare: meglio andarci un po’ prima.
Un altro evento che mi fa piacere segnalare è quello con Silvia Sfligiotti, Riccardo Falcinelli e Massimo Recalcati, si chiama Un questione di forma. Libro e graphic design, un incontro responsabile e si tiene a PArCo, il centro d’arte contemporanea (ormai più di là che di qua) di Pordenone. Silvia è una mia ex compagna di danza, ma soprattutto è una delle menti esecutive di Progetto grafico, bella rivista specializzata trimestrale di, appunto, grafica.
Insomma, se siete in zona, siateci. Questi incontri “anti-casino” sono l’unico consiglio che posso darvi per potervi vivere al meglio la manifestazione, prima di avere un attacco di agorafobia. Poi, magari, chissà, ce ne vedrete delle belle, e io non lo saprò. Ma per una volta, la vivrò serenamente.